42. 43. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. Quando le gambe mi furon sì tolte. Ciò che vedesti fu perchè non scuse Non dimandai: che hai, per quel che face Ma dimandai per darti forza al piede. Noi andavam per lo vespero attenti Ed ecco a poco a poco un fummo farsi Questo ne tolse gli occhi e l'aer puro. TOLTE. Così diciamo: perder la mano, mezza la vita: l'uso cioè di quella parte. LARVE. Virg. è de' saggi che non veggon pur l'opra Ma per entro i pensier miran col senno (Inf., XVI). — COGITAZION. L'usa Albertano: e l'usavano in prosa fin nel secolo XV (Buonaccorso, Orazioni). 44. SCUSE. Scusare per iscusarsi, nella V. S. Girolamo. Vang. s. Giovanni. 45. OCCHIO. Del corpo. del fuoco disanimò. 46. 47. 48. 49. ACQUE. Frase del DISANIMATO Quint. (Decl.): A' corpi, i quali il cru FRUGAR. C. III: Al monte ove ragion ne fruga. — PIGRI. Simile, quasi, pleonasmo è in Albertano. Per freddo si fanno pigri e lenti. VIGILIA. A scuoter del sonno uomo appena svegliato, giova parlargli. desti. RIEDE. L'ora dello stare PER. In principio: I raggi ne ferian per mezzo 'l naso. FUMMO. Job., XVII: Caligavit ab indignatione oculus meus. Psalm.: Turbatus est a furore oculus meus. Del fuoco dell' ira esce fumo; e toglie il vedere dell'ira gli effetti. Caton: Ira animum impedit ne possit cernere verum. CANSARSI. IS. (XIV, 31): Ab aquilone ... fumus veniet, et non est qui effuget agmen ejus. AER. Virg. Eripiunt... nubes coelumque diemque Teucrorum ex oculis. САНТО XVI. 121 ARGOMENTO. Vanno pel fumo: sentono cantare Agnus Dei. Gľiracondi si raccomandano al Mansueto. Rincontrano un uom di corte, ma probo, che si lamenta de' tempi mutati. Il P. gliene domanda la causa, e finge di credere sia l'influenza degli astri. Marco gl'insegna ch'ell'è il mal governo temporale de' papi. Piange la divisa Lombardia: loda tre vecchi magnanimi, e va. La filosofia, la politica, la religione, tengono il più di questo canto: il principio e la fine son poesia. Le allusioni ad Aristotele e agli autori ecclesiastici son parecchie: ed è qui il germe del libro della Monarchia. L'accostarsi e il partirsi di Marco rammenta il colloquio di Brunetto nel XV dell'Inferno. Nota le terzine 3 alla 7; la 12, 17, 20, 24, 26, 29, 30, 31, 38, 40, 41; la 45, alla fine. I. 2. 3. 4. Buio d'inferno, e di notte privata D'ogni pianeta sotto pover cielo, Che l'occhio stare aperto non sofferse: Mi s'accostò e l'omero m' offerse. Sì come cieco va dietro a sua guida 1. POVER. Tasso: Ne rimaner all'orba notte alcuna, Sotto povero ciel, luce di luna. Ar., XV: Pover di sole. 2. GROSSO. Inf., XXXI: L' aer grossa e scura. ASPRO. Inf., IX: Fummo cerbo. 3. SCORTA. La ragione ci guida tra 'l fumo dell'ira, e d'ogni tenebroso affetto. a 5. 6. 7. 8. 9. 10. II. M' andava io per l'aere amaro e sozzo, Pur: guarda che da me tu non sie mozzo. Pure agnus Dei eran le loro esordia. Quei sono spirti, maestro, ch'i' odo? Or tu chi se' che 'l nostro fummo fendi, Ed io: o creatura che ti mondi 13. 14. 15. Allora incominciai: con quella fascia E se Dio m' ha in sua grazia richiuso Non mi celar chi fosti anzi la morte, ... AGNEL. Jo., I: Agnus Dei... qui tollit peccatum mundi. Queste parole applica il P. profanamente altrove ad Enrico. 5. AMARO. Virg., Aen.: Fumoque amaro. 6. 9. 11. 12. FENDI. Virg.: Findit... arva. CALENDI? Anco in prosa; Crescenz. (II, 13): Come se vivessi nel tempo, non nell' eternità. COLUI. Albertano: Colui che 'l fece. Eccl. (VII, 32): Dilige eum, qui te fecit; X, 15: Ab eo, qui fecit illum, recessit cor ejus. LECE. Non più là del fumo. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. E tue parole fien le nostre scorte. Lombardo fui, e fui chiamato Marco, Lo mondo è ben così tutto diserto Ma prego che m' additi la cagione, 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. MARCO. Uom di corte e probissimo lo chiama Pietro. Novellino, XLIV: Fue molto di corte, e savio molto ... più che uom di suo mestiero. Altri lo fa nobile veneziano, amico al P., caro ai signori di Lombardia, però detto Lombardo. Il Bocc. lo fa di ca Lombardi di Vinegia. L'Ott.: Quasi tutto ciò che guadagnava, dispensava in limosine ... Usò a Parigi, ed in fino ch'egli ebbe delle sue cose, fu pregiato in arme ed in cortesia; poi s' appoggiò a' maggiori di sé, ed onoratamente visse, e morì. Bene è scelto adunque a dannare l'avarizia de' preti. — ARCO. Rammenta le parole di Guglielmo Borsiere ingiuriose ai nobili del tempo nuovo (Inf., XVI). pi. Su. Nel cielo (terz. 14). LEGO. Caro (En., IX, 455-6): Mi ti lego Per fede a tutto ciò....... SENTENZIA. Conv. (I, 10): Manifestare la conceputa sentenzia. ... CIECO. Latt., VII: Nulla est humana sapientia, si per se ad notionem veri scientiamque nitatur. 23. RECATE. Tasso (c. II): Suso a Macon recar mi giova Il miracol dell' opra. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 24. 25. 26. 27. 28. 29. Pur suso al cielo, sì come se tutto Se così fosse, in voi fora distrutto A maggior forza e a miglior natura La mente in voi, che 'l ciel non ha in sua cura. In voi è la cagione, in voi si cheggia; Esce di mano a lui che la vagheggia Eunapio: Πορφυρίου κλέος εις Πλωντῖνον... ἀνέφερεν. - Circo. Gli scolastici: Astra influunt sed non cogunt. S. Tom. (contra Gentes, 1. III): Corpora coelestia non sunt caussa voluntatum nostrarum sive nostrarum electionum. Da'cieli, dice nella Som. (II, 3, qu. 115), non viene necessità, ma moto. La volontà, dice Arist. nel III dell' Anima, è nell' intelligenza dell'anima stessa. GIUSTIZIA. Tertull. (cont. Marc., II): Nec boni nec mali jure merces pensaretur ei qui aut bonus aut malus necessitate fuisset inventus, non voluntate. Boet. (V, 2): Estne ulla nostri arbitrii libertas?.. Est, inquit. Neque enim fuerit ulla rationalis natura, quin eidem libertas adsit arbitrii. INIZIA. Le influenze celesti, dice Dante, non tolgono la libertà: hanno un potere però sull'essere umano. August.: Stellae super corporalia habent influere, non super voluntatem hominum. TUTTI. Ve n'ha che vengono dall'abito pravo. · LUME. L'appetito, così Pietro di Dante, il primo moto estrinseco viene dalla costellazione, la volontà dalla ragione; e viene all'atto mediante il libero arbitrio. L'appetito vien da natura. BATTAGLIE. Vita N.: Questa battaglia (di pensieri) ch' i' aveva meco.- VINCE. L'antico: Sapiens dominabitur astra. NOTRICA. Com' esercizio della libertà. MAGGIOR. L'anima nostra è mossa dagli Angeli; la volontà da Dio: così Pietro. August. (Civ. D., V): Illi qui sine Dei voluntate decernere opinantur sidera, quid agamus, vel quid boni habeamus, vel malorum patiamur, ab auribus hominum repellendi sunt. SPIA. L'usa in buon senso il Vill. (VII, 74). Ar. (XVII, 66): Në fin l' altr'ieri aver ne potè spia. Lo prova da'remoti. ESCE (V. c. XXV; s. Tom., Sum., 2. 2., qu. 90). — PRIMA. Jer. (I, 5): Prius |