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minuire, si dee intendere che la moneta si scema rispetto al solito nel peso o nella bontà; e quando parlo d'ingrossare, di ristorare e di restituire, debbesi intendere che la moneta ha ricevuto più intrinseco di quel che aveva per avanti.

Allorchè parlo di alzare o di sbassare si debbe intendere del prezzo.

Allorchè parlo di valor estrinseco si debbe intendere del peso o della bontà; ed allorchè parlo di valore intrinseco si dee intendere del solo prezzo: come per esempio, vale il ducato di Napoli grana 100; or questo è prezzo, e dicesi valor estrinseco. All' incontro il ducato stesso pesa trappesi 24 ed acini 12, ed il suo argento di cui è composto ha di bontà o sia di argento di coppella, che chiamasi anche argento fino, once 11 per ogni libbra di moneta; e queste due cose, cioè il peso e la bontà debbono intendersi per valore intrinseco.

Quando parlo di moneta de'conti deesi intendere di quella colla quale si fanno i contratti, le stipulazioni e si tengono i registri, come è in Napoli il ducato, il tarì, il carlino, il grano; e tutto il rimanente dee col

locarsi nel novero di monete, che in gene

re pezzi si debbono chiamare.

scopo

Ma osserviamo ormai che cosa sia riduzione. Conciossiachè non essendo il nostro di fare un' intiera opera di monete che ciò ci devierebbe dal prefisso cammino e ci obligherebbe ancora a molte cose poco necessarie, per non dire superflue; ma bensì di stabilire i più sodi principj e le più sicure pratiche di tutto il più importante che meditar dee il legislatore, a poter promovere una buona e vantaggiosa ordinanza di monete e di zecca ed una efficace abbondanza e circolazione di peculio; e siccome tali principj e pratiche hanno una singolare coerenza con questo termine che mi piace di chiamar riduzione, così intorno ad esse dovremo molto raggirarci.

CAP.

CA P. II.

Quale sia la legittima riduzione delle monete, e che debba intendersi per questo termine ed in che debba fondarsi.

QUESTO termine di riduzione abbraccia qualunque provvidenza che la polizia risolva sull' affare delle monete, allorquando si mutano le medesime dal solito prezzo, oppure si mutano dal solito peso e bontà. E siccome questa seconda sorta di riduzione che si fa nel valore intrinseco è sempre malefica, come vedrassi a suo luogo, così di essa non ne parleremo che per rifiutarla, e solo dovremo fondare sulla prima tutto il ben stare delle monete.

Potrebbe domandarsi se sia riduzione quella che si fa allorchè la moneta fosse stata tosata, oppure fosse stata dall'uso consumata; epperò se le restituisse il suo peso primiero, per potere così acquistare l'istesso merito di prima. Ma qui si risponde che quando non si fa altro che restituirle il solito peso, non può dirsi rigorosamente riBROGGIA. Tom. I.

X

duzione, ma piuttosto risarcimento o sia restaurazione. Ed io non tratto che di passaggio dette due vicende; e per lo più risguardo alle naturali dipendenze che nascono dagli effetti del commercio fra le nazioni, pe' quali effetti può un metallo scarseggiare o abbondare, e la di cui abbondanza o scarsezza fa mutare il prezzo della di lui moneta.

Ora perchè le monete si fabbricano co metalli rispettivi che ne sono le materie, e perchè ogni ferma ricchezza viene essenzialmente in merito dell' industria, vedrà ognuno doversi procurare che lo stato, abbia o non abbia miniere, debba sempre per le tracce specialmente del commercio abbondar di metalli. E quindi si ha da procurare fra le altre cose che i medesimi facendosi venire da altri stati d'inferiore o di superiore commercio, vengano a costare ad un prezzo ragionevole, andandosi in cerca (per quel che dipende dal particolare delle riduzioni, delle quali ora parliamo) di espedienti e mezzi tali, pe' quali possa al proprio commercio tornar piuttosto conto l'immissione nello stato che l'estrazione fuor di stato delle monete e de' loro metalli. Perchè in

vero non molto gioverà che un florido commercio causi allo stato quantità di ori e di argenti forastieri, se la moneta non è debitamente dalla convenevole riduzione, allorchè bisogna, coltivata ed ajutata. Gli ori e gli argenti se ne andranno in buona parte fuor di stato, senza che il commercio proprio ne tragga profitto alcuno ; ma se ne andranno bensì con vantaggio di coloro, che riducendo a dovere e disegnando a proposito sapranno attirare ed estrarre tutto ciò che

vorranno.

Pochi anni fa gli Olandesi per mezzo degli editti i più severi proibirono l'estrazione degli ori e degli argenti tanto in massa, quanto in moneta. Ora noi qui non siamo per dimostrare quanto sia per se stessa vana ed inosservabile questa legge, e di quan to male sia egli lo sperare e far disegni sulla medesima. Basti però qui il riflettere e il rilevare che gli Olandesi, quantunque si vedessero nel seno di un commercio de' più floridi del mondo, quale è il loro, atto a far entrar nello stato tesori immensi, risentivano tuttavia il danno di una per essi svantaggiosa estrazione, la quale dava al sicuro

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