Canti di Giacomo Leopardi, 2. ciltL. Cappelli, 1927 |
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Sayfa 404
... spento , io doloroso , in veglia , Premea le piume ; ed alla tarda notte Un canto che s'udia per li sentieri Lontanando morire a poco a poco , Già similmente mi stringeva il core . 40 45 " Valgono per quest'idillio le notizie generali ...
... spento , io doloroso , in veglia , Premea le piume ; ed alla tarda notte Un canto che s'udia per li sentieri Lontanando morire a poco a poco , Già similmente mi stringeva il core . 40 45 " Valgono per quest'idillio le notizie generali ...
Sayfa 484
... dorrò , che già del tutto il vago Desio di gloria antico in me fia spento : Vana Diva non pur , ma di fortuna E del fato e d'amor , Diva più cieca . Questa Epistola , composta a Bologna nel marzo del 26 484 XIX . AL CONTE CARLO PEPOLI.
... dorrò , che già del tutto il vago Desio di gloria antico in me fia spento : Vana Diva non pur , ma di fortuna E del fato e d'amor , Diva più cieca . Questa Epistola , composta a Bologna nel marzo del 26 484 XIX . AL CONTE CARLO PEPOLI.
Sayfa 497
... spento [ ; ] : Av 157-8 . ma di Fortuna E del Fato e d ' Amor , Αν ma de la stolta Fortuna anco ( e d ' Amor ) 151. Verrò ; chè Av Verrò che N 153. a le Av alle N 155. chè Av che N 156. [ g ] loria [ [ ] ] < Av gloria N M. L. 32 · 157 ...
... spento [ ; ] : Av 157-8 . ma di Fortuna E del Fato e d ' Amor , Αν ma de la stolta Fortuna anco ( e d ' Amor ) 151. Verrò ; chè Av Verrò che N 153. a le Av alle N 155. chè Av che N 156. [ g ] loria [ [ ] ] < Av gloria N M. L. 32 · 157 ...
Sayfa 500
... spento , E di più far lamento Valor non mi restò . : Giacqui insensato , attonito , Non dimandai conforto : Quasi perduto e morto , Il cor s'abbandonò . Qual fui ! quanto dissimile Da quel che tanto ardore , Che si beato errore Nutrii ...
... spento , E di più far lamento Valor non mi restò . : Giacqui insensato , attonito , Non dimandai conforto : Quasi perduto e morto , Il cor s'abbandonò . Qual fui ! quanto dissimile Da quel che tanto ardore , Che si beato errore Nutrii ...
Sayfa 501
... spento era il desio Nello spossato sen . Qual dell ' età decrepita L'avanzo ignudo e vile , lo conducea l'aprile Degli anni miei così : Così quegl ' ineffabili Giorni , o mio cor , traevi , Che si fugaci e brevi 80 Il cielo a noi sortì ...
... spento era il desio Nello spossato sen . Qual dell ' età decrepita L'avanzo ignudo e vile , lo conducea l'aprile Degli anni miei così : Così quegl ' ineffabili Giorni , o mio cor , traevi , Che si fugaci e brevi 80 Il cielo a noi sortì ...
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affanni allor amante amor An² AnAv anco appo aprichi assai autogr beata bella beltà canto carte napolitane celeste Ch'a ch'io chè ciel conforto Consalvo conte Carlo Pepoli correz correzioni d'ogni daratti deserto desio diletto dimmi dolce dolcezza dolci inganni dolor ediz Elvira età eterno fato favella felice festa Fingon fiore fuggitivo GIACOMO LEOPARDI giammai giorno giovanezza guardo Idillio imago immagini indarno invano l'alma l'An L'infinito labbro lieta luna lungo miro misero mondo mortal morte muggia napolit natura nembi notte novo obblio occhi omai ozio Palinodia palpiti passero solitario pensier petto piagge pianto pietà plutonia prole Recan rimembrar riso sabato del villaggio sento serbar sereno SIGLE Simonide sogno solea solitario sospiro sovra speme spento stelle stolto suon sventura terra tristo vaga vento vive viver zefiro
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Sayfa 430 - Talor m'assido in solitària parte, Sovra un rialto, al margine d'un lago Di taciturne piante incoronato. Ivi, quando il meriggio in ciel si volve, La sua tranquilla imago il Sol dipinge, Ed erba o foglia non si crolla al vento, E non onda incresparsi, e non cicala Strider, né batter penna augello in ramo, Né farfalla ronzar, né voce o moto Da presso né da lunge odi né vedi.
Sayfa 638 - L'uomo non pur, ma questo Globo ove l'uomo è nulla, Sconosciuto è del tutto; e quando miro Quegli ancor più senz'alcun fin remoti Nodi quasi di stelle Ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo E non la terra sol, ma tutte in uno, Del numero infinite e della mole, Con l'aureo sole insiem, le nostre stelle O sono ignote, o così paion come Essi alla terra, un punto Di luce nebulosa; al pensier mio Che sembri allora, o prole Dell'uomo?
Sayfa 403 - Questo dì fu solenne: or da' trastulli prendi riposo; e forse ti rimembra in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti piacquero a te: non io, non già, ch'io speri, al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo quanto a viver mi resti, e qui per terra mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi in così verde etate!
Sayfa 565 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passegger che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, si gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 430 - Era quel dolce E irrevocabil tempo, allor che s'apre Al guardo giovanil questa infelice Scena del mondo, e gli sorride in vista Di paradiso.
Sayfa 532 - Né mi diceva il cor che l'età verde Sarei dannato a consumare in questo Natio borgo selvaggio, intra una gente Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso Argomento di riso e di trastullo, Son dottrina e saper; che m'odia e fugge, Per invidia non già, che non mi tiene Maggior di...
Sayfa 579 - Ratto d'intorno intorno al par del lampo gli altri pensieri miei tutti si dileguar. Siccome torre in solitario campo, tu stai solo, gigante, in mezzo a lei.
Sayfa 404 - Or dov'è il suono di que' popoli antichi? Or dov'è il grido de' nostri avi famosi, e il grande impero di quella Roma, e l'armi, e il fragorio che n'andò per la terra e l'oceano? Tutto è pace e silenzio, e tutto posa il mondo, e più di lor non si ragiona.
Sayfa 403 - Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 533 - Qui non è cosa Ch'io vegga o senta, onde un'immagin dentro Non torni, e un dolce rimembrar non sorga. Dolce per se; ma con dolor sottentra Il pensier del presente, un van desio Del passato, ancor tristo, e il dire: io fui.