Tormentato da Amore, vuol frenarlo colla ragione e mal suo grado nol può.
Amor mi sprona in un tempo ed affrena, Assecura e spaventa, arde ed agghiaccia, Gradisce e slegna, a sè mi chiama e scaccia, Or mi tene in speranza ed or in pena; Or alto or basso il mio cor lasso mena; Onde 'l vago desir perde la traccia, E'l suo sommo piacer par che li spiaccia; D' error sì novo la mia mente è piena. Un amico pensier le mostra il vado,
Non d'acqua che per gli occhi si risolva, Da gir tosto ove spera esser contenta: Poi, quasi maggior forza indi la svolva, Conven ch'altra via segua, e mal suo grado Alla sua lunga e mia morte consenta.
Ei placa Laura colla sola umiltà, e così esorta un amico a far con la sua donna.
Geri, quando talor meco s'adira
La mia dolce nemica, ch'è sì altera, Un conforto m'è dato, ch' i' non pera, Solo per cui vertù l'alma respira. Ovunqu❜ ella, sdegnando, gli occhi gira, Che di luce privar mia vita spera,
Le mostro i miei pien d'umiltà si vera, Ch' a forza ogni suo sdegno indietro tira. Se ciò non fosse, andrei non altramente A veder lei, che 'l volto di Medusa, Che facea marmo diventar la gente. Cosi dunque fa tu; ch'i' veggio esclusa Ogni altr' aita: el fuggir val niente Dinanzi all' ali che 'l Signor nostro usa.
Potrà bensì il Po allontanarlo da Laura col corpo, ma non collo spirito.
Po, ben puo' tu portartene la scorza Di me con tue possenti e rapid' onde, Ma lo spirto ch' iv' entro si nasconde Non cura nè di tua nè d'altrui forza. Lo qual, senz'alternar poggia con orza, Dritto per l'aure al suo desir seconde Battendo l'ali verso l'aurea fronde, L'acqua e 'l vento e la vela e i remi sforza. Re degli altri, superbo, altero fiume,
Che 'ncontri 'l Sol quando e' ne mena il giorno, E 'n Ponente abbandoni un più bel lume; Tu te ne vai col mio mortal sul corno; L'altro coverto d'amorose piume, Torna volando al suo dolce soggiorno.
Egli fu colto impensatamente nelle reti di Amore stese sotto un alloro.
Amor fra l'erbe una leggiadra rete D'oro e di perle tese sott' un ramo Dell' arbor sempre verde ch' i' tant' amo, Benchè n'abbia ombre più triste che liete. L'esca fu'l seme ch'egli sparge e miete, Dolce ed acerbo, ch' io pavento e bramo: Le note non fur mai, dal di ch' Adamo Aperse gli occhi, sì soavi e quete: E' chiaro lume che sparir fa 'l Sole Folgorava d'intorno: e 'l fune avvolto Era alla man ch' avorio e neve avanza. Così caddi alla rete, e qui m' han colto Gli atti vaghi e l'angeliche parole E' piacer e 'I desire e la speranza.
Arde di amore per Laura, ma non è mai geloso, perchè la virtù di lei è somma.
Amor, che 'ncende 'l cor d'ardente zelo, Di gelata paura il tien costretto
E qual sia più fa dubbio all' intelletto, La speranza o 'I timor, la fiamma o 'l gielo. Trem' al più caldo, ard' al più freddo cielo, Sempre pien di desire e di sospetto; Pur come donna in un vestire schietto Celi un uom vivo, o sott' un picciol velo. Di queste pene è mia propria la prima,
Arder di e notte; e quanto è 'I dolce male, Nè 'n pensier cape, non che 'n versi o'n rima: L'altra non già; che 'l mio bel foco è tale, Ch' ogni uom pareggia; e del suo lume in cima Chi volar pensa, indarno spiega l'ale.
Se i dolci sguardi di lei lo tormentano a morte, che sarebbe se glieli negasse ?
Se 'l dolce sguardo di costei m' ancide, E le soavi parolette accorte
Es' Amor sopra me la fa sì forte Sol quando parla, ovver quando sorride: Lasso, che fia se forse ella divide,
O per mia colpa o per malvagia sorte, Gli occhi suoi da mercè, si che di morte Là dov' or m' assecura, allor mi sfide? Però s'i' tremo e vo col cor gelato
Qualor veggio cangiata sua figura, Questo temer d'antiche prove è nato. Femmina è cosa mobil per natura; Ond' io so ben ch' un amoroso stato In cor di donna picciol tempo dura.
Si addolora, e teme che l'infermità, in cui Laura si trova, le tolga la vita.
Amor, Natura e la bell' alma umile, Ov' ogni alta virtute alberga e regna, Contra me son giurati. Amor s' ingegna, Ch'i' mora affatto; e 'n ciò segue suo stile : Natura tien costei d'un sì gentile
Laccio, che nullo sforzo è che sostegna: Ella è si schiva, ch'abitar non degna Più nella vita faticosa e vile.
Così lo spirto d'or in or vien meno A quelle belle care membra oneste, Che specchio eran di vera leggiadria. E s'a morte pietà non stringe il freno, Lasso, ben veggio in che stato son queste Vane speranze ond' io viver solia.
Attribuisce a Laura le bellezze tutte, e le rari doti della Fenice.
Questa Fenice, dell' aurata piuma Al suo bel collo candido gentile Forma senz' arte un si caro monile, Ch'ogni cor addolcisce e 'l mio consuma: Forma un diadema natural ch'alluma L'aere d'intorno; e 'l tacito focile D' Amor tragge indi un liquido sottile Foco che m' arde alla più algente bruma. Purpurea vesta, d'un ceruleo lembo Sparso di rose i belli omeri vela; Novo abito e bellezza unica e sola. Fama nell' odorato e ricco grembo D'arabi monti lei ripone e cela, Che per lo nostro ciel si altera vola.
I più famosi poeti non avrebber cantato che di Laura, se l'avesser veduta.
Se Virgilio ed Omero avessin visto
Quel Sole il qual vegg' io con gli occhi miei, Tutte lor forze in dar fama a costei
Avrian posto, e l'un stil con l'altro misto : Di che sarebbe Enea turbato e tristo Achille, Ulisse e gli altri semidei E quel che resse anni cinquantasei Si bene il mondo, e quel ch' ancise Egisto. Quel fior antico di virtuti e d'arme, Come sembiante stella ebbe con questo Novo fior d'onestate e di bellezze! Ennio di quel cantò ruvido carme; Di quest'altr' io: ed o pur non molesto Gli sia 'I mio ingegno, e'l mio lodar non sprezze!
Teme che le sue rime non sieno atte a celebrar degnamente le virtù di Laura.
Giunto Alessandro alla famosa tomba Del fero Achille, sospirando disse: O fortunato, che si chiara tromba Trovasti chi di te si alto scrisse! Ma questa pura e candida colomba,
A cui non so s'al mondo mai par visse, Nel mio stil frale assai poco rimbomba: Così son le sue sorti a ciascun fisse. Che d'Omero dignissima e d'Orfeo,
O del pastor ch' ancor Mantova onora, Ch' andassen sempre lei sola cantando; Stella difforme, e fato sol qui reo
Commise a tal che'l suo bel nome adora, Ma forse scema sue lode parlando.
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