O felice colui che trova il guado Di questo alpestro e rapido torrente C' ha nome vita, ch'a molti è sì a grado! Misera la volgare è cieca gente, Che pon qui sue speranze in cose tali Quel, che 'l mondo governa pur col ciglio; Ed in ciò stanno desiosi e 'ntenti. Ma è solo, in presente, e ora, e oggi, Ma tutto insieme; e non più state o verno, Chiaro una volta, fia chiaro in eterno. O felici quell'anime che 'n via Di ch'io ragiono, qualunqu' e' si sia! E tra l'altre leggiadre e pellegrino, Ecco chi pianse sempre, e nel suo pianto E'l Tempo disfar tutto e così presto; Che 'l Tempo spense; e i bei visi leggiadri, Con immortal bellezza eterna fama; Che poi ch'avrà ripreso il suo bel velo, Or che fia dunque a rivederla in cielo? PARTE QUARTA SONETTI E CANZONI SOPRA VARJ ARGOMENTI SONETTO I. Rincora un amico allo studio delle lettere e all'amore della filosofia. La gola e 'l sonno e l'oziose piume Chi vuol far d'Elicona nascer fiume. Dice la turba al vil guadagno intesa. Pochi compagni avrai per l'altra via: Tanto ti prego più, gentile spirto, Non lassar la magnanima tua impresa. SONETTO II. A Stefano Colonna il vecchio, ch'era già stato in Avignone, e si dipartiva. Gloriosa Colonna, in cui s'appoggia Nostra speranza el gran nome latino; Ch' ancor non torse dal vero cammino L'ira di Giove per ventosa pioggia; Qui non palazzi, non teatro o loggia, Ma 'n for vece un abete, un faggio, un pino Tra l'erba verde e 'l bel monte vicino, Onde si scende poetando e poggia, Levan di terra al ciel nostr' intelletto; El rosignuol che dolcemente all'ombra Tutte le notti si lamenta e piagne, D'amorosi pensieri il cor ne 'ngombra: Ma tanto ben sol tronchi e fa' imperfetto Tu che da noi, signor mio, ti scompagne. SONETTO III. Risponde a Stramazzo da Perugia, che lo invitava a poetare. Se l'onorata fronde, che prescrive L'ira del ciel quando 'I gran Giove tona, I' era amico a queste vostre Dive, |