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L'ira Tideo a tal rabbia sospinse,
Che morend'ei si rose Menalippo:
L'ira cieco del tutto, non pur lippo,
Fatto avea Silla; all'ultimo l'estinse.
Sal Valentinian, ch'a simil pena

Ira conduce; e sal quei che ne more,
Aiace, in molti e poi in sè stesso forte.
Ira è breve furor; e chi nol frena,

È furor lungo, che 'l suo possessore
Spesso a vergogna, e talor mena a morte.

SONETTO XX.

Ringrazia Giacomo Colonna de' suoi sentimenti affettuosi verso di lui.

Mai non vedranno le mie luci asciutte,
Con le parti dell'animo tranquille,
Quelle note, ov' Amor par che sfaville,
E Pietà di sua man l'abbia costrutte;
Spirto già invitto alle terrene lutte,

Ch'or su dal ciel tanta dolcezza stille,
Ch' allo stil, onde Morte dipartille,
Le disviate rime hai ricondutte.
Di mie tenere frondi altro lavoro

Credea mostrarte. E qual fero pianeta
Ne 'nvidiò insieme, o mio nobil tesoro ?
Chi'nnanzi tempo mi t' asconde e vieta?
Che col cor veggio, e con la lingua onoro,
E'n te, dolce sospir, l'alma s'acqueta.

FINE DELLE POESIE DEL PETRARCA.

SCELTE

POESIE LIRICHE

DI SCRITTORI

ANTERIORI AL PETRARCA.

CIULLO D'ALCAMO

Di Ciullo di Alcamo non ci rimangono altre notizie, tranne le poche congetture che si possono dedurre da alcune non ben chiare allusioni della sua Canzone, unico componimento che si conosca di lui. Da queste allusioni gli storici della letteratura tolgono ragione di credere che Ciullo, nativo di Alcamo, città a trenta miglia da Palermo, fiorisse a' tempi di Saladino, cioè nell' ultimo decennio del secolo XII. È reputato il più antico de' Rimatori italiani; e dovendo credere a Dante che nel Trattalo della Volgare Eloquenza afferma, la lingua volgare essersi cominciata a scrivere centocinquant' anni innanzi, il cómputo combina perfettamente con l'epoca di Ciullo. Questo monumento poetico, rozzo, qualora si consideri esclusivamente la sua forma, è di grandissimo interesse negli annali della nuova poesia, e degno di tutta considerazione per quel carattere peculiare che lo diversifica dalle produzioni degli scrittori dell'epoca di Federigo.

AMANTE E MADONNA

AMANTE

Rosa fresca aulentissima, ch' appari in ver l'estate, Le donne te desiano pulzelle e maritate; Traheme d' este focora, se t'este a bolontate. Per te non non aio abento notte e dia Penzando pur di voi, madonna mia.

1 Aulentissima: latinismo e vale odorosissima. -3. Traheme:

trammi.

usata.

Este: è; in alcuni luoghi di Sicilia questa voce è ancora 4. Aio, ho: voce siciliana.

bolo vivo in Sicilia.

Poesie liriche.

· Abento: riposo, calma; voca

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