PIER DELLE VIGNE Sulla fine del secolo XIII nacque in Capua un fanciullo cui fu posto il nome di Piero, e che poi dalla professione del padre, che vogliono fosse vignaiolo, si chiamò Pier delle Vigne. Come fu cresciuto in età, vago essendo di farsi dotto, ad onta della sua misera fortuna, si recò all'università di Bologna già fiorente per ottimi studii, ed ivi con elemosine campava la vita. Mostrò vivido e nobile ingegno negli studii delle leggi, dell'eloquenza, della poesia Di che avuto contezza Federigo II, che dei rari uomini si dilettava, lo accolse amorevolmente alla sua corte.... Ma non andò guari che i lieti onori tornarono in tristi lutti: l'invidia infiammò contro di Piero gli animi dei cortigiani, i quali, adoperando ogni astuzia per metterlo in disgrazia dell'imperatore, lo accusarono di aver disvelato i segreti di Federigo alla corte romana, e di aver congiurato perfino alla morte di lui. Piero fu perciò messo in orrido carcere, ove non potendo reggere al pensiero d'esser giudicato fellone, mentre avea portato fede al glorioso ufizio, dette della testa nel muro e si tolse la vita nell'anno 1249. Tutti conoscono questa storia pietosa, raccontata da Dante nel canto XIII dell'Inferno in un tratto di maravigliosa poesia..... ATTO VANNUCCI. CANZONE Amore, in cui i' vivo, ed ho fidanza, I' ben parlante, donna, con voi fora, E direi come v' amai dolcemente Più che Piramo Tisbe, e lungamente I'v' ameraggio, in sin ch' i' vivo, ancora. Vostro amore mi tiene in tal disire E donami speranza e sì gran gioi', E lo mio core ad esso voi rimando: Lo mio core allo vostro insignamente. SONETTO Però ch'Amore non si può vedere, Per la virtute della calamita Como lo ferro attrae non si vede, GUIDO GUINICELLI Nacque in Bologna d'una famiglia chiamata de' Principi, e si sposó ad una Beatrice della Fratta, famiglia illustre in quell'epoca. Bologna, a' tempi di Guido, era divisa nelle fazioni de' Lambertazzi e de' Geremei, ghibellini i primi, guelfi i secondi. Allorchè nel 1274 i Lambertazzi dopo feroce battaglia cittadina furono costretti a lasciar la città, anche Guido fu ravvolto in quella sciagura, e do. vette abbandonare la patria, fuori della quale morì nel 1276. Dal che è chiaro che andarono errati quelli che lo dissero amico dell'Alighieri, il quale nel 1276 non avea che undici anni. Ma se Dante non gli fu amico in vita, lo amò e lo stimò dopochè fu morto, e lo tenne come il poeta più eccellente di quel tempo. Ora lo chiama nobile, ora il massimo, ora il saggio: e nel Purgatorio (Canto XXVI) incontrandolo fra i lussuriosi si volge a lui con tenero affetto, e dopo averlo chiamato il padre suo e degli altri che mai Rime d'Amore usar dolci e leggiadre, gli predice che i suoi dolci detti, finchè durerà l'uso moderno, Faranno cari ancora i loro inchiostri..... ATTO VANNUCCI. CANZONE Al cor gentil ripara sempre Amore, Che adesso com' fu il Sole, Si tosto fue lo splendor lucente, E prende Amore in gentilezza loco Come il calore in chiarità di foco. Per sua forza lo Sol ciò che li è vile, Così lo cor, ch'è fatto da natura Donna, a guisa di stella, lo innamora. Rincontra Amor, come fa l'acqua il foco Caldo per la freddura. Amore in gentil cor prende rivera Fer suo consimil loco, Com' diamante del ferro in la miniera. Fere lo Sol lo fango tutto 'l giorno: Vile riman: nè il Sol perde calore. Dice uom altier: gentil per schiatta torno: Lui sembra il fango; e'l Sol gentil valore. Che non dee dare uom fe Che gentilezza sia fuor di coraggio In dignità di re, Se da virtute non ha gentil core; E il Ciel ritien la stella e lo splendore. E consegue al primiero Del giusto Dio beato compimento. La bella donna, che negli occhi splende, A chi amar da lei mai non disprende. Donna (Dio mi dirà), che presumisti? Sendo l'anima mia a lui davante); Lo ciel passasti, e fino a me venisti, E desti in vano amor me per sembiante. A me convien la laude, E alla reina del reame degno, Per cui cessa ogni fraude. Dir gli potrò tenea d'angel sembianza Non mi sie fallo, s'io le posi amanza. SONETTI I. Vedut'ho la lucente stella Diana, Ch'appare anzi che 'l giorno renda albore, Occhi lucenti, gai e pien d' amore: Ed io dallo suo amor sono assalito Che avanti a lei di gir non saria ardito. Per la pietà che avrebbe de' martiri. |