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è noto quanto l'altro di Guido Cavalcanti per la scrignutuzza, la gobba, che riuscí un quadretto compiutissimo.

Ed ora veniamo agli amori di Dante che anche il Bartoli chiama molteplici, e vediamo dappresso le Aspasie dantesche rivali di Beatrice di già assunta nel cielo accanto all'antica Rachele. La prima, come quella che vien ricordata da Beatrice è una pargoletta, ed a lei si volle indirizzata la ballata:

Io mi son pargoletta bella e nuova,

e son venuta per mostrare a vui
delle bellezze e loco, dond' io fui.
Io fui del cielo, e tornerovvi ancora
per dar della mia luce altrui diletto;
e chi mi vede, e non se n'innnamora,
d'amor non averà mai intelletto:

ché non mi fu piacere alcun disdetto,
quando natura mi chiese a colui,

che volle, donne, accompagnarmi a vui.

Il Giuliani riferisce a Beatrice questa poesia, e con lui il De Sanctis chiosando: "Questo non è allegoria, e non è concetto scientifico; o per dir meglio ci è l'allegoria e ci è il concetto scientifico, ma profondato ed obbliato in questa creatura, perfettamente realizzato, conforme a quel primo ideale della donna che apparisce all' immaginazione giovanile. Ma io credo che i due illustri critici qui s'ingannassero, ed io sto col Serafini che vede nella ballata un amore incipiente e piú col Carducci il quale giustamente argomenta non essere questa pargoletta, cui Dante si diede non appena morta Beatrice, diversa dalla Donna gentile.

Passiamoci di quella Lisetta che l'Ottimo vuole ricordata da Dante nelle sue rime, viste sinora solamente da lui, e veniamo alla montanina, o alpigiana, o casentinese gozzuta di cui parlò il Boccaccio che assicura aver Dante sovente sospirato (d'amore) e massimamente dopo il suo esilio. L'innamoramento sarebbe avvenuto nel 1307, o in quel torno, trovandosi allora Dante, a quello che si dice, nei monti del Casentino e nel Mugello dopo conchiusa una pace tra i Malaspina e il vescovo di Luni, e questo amore avrebbe egli cantato nella canzone: Amor, dacché convien pur ch' io mi doglia, la quale con una lettera avrebbe mandata a Moroello Malaspina. Ma a quale dei Malaspina, fu scritta la lettera? Non certo al vapor di val di Magra, a quel terribile capitano dei Neri preconizzato a Dante, perché doler sen debbia, da Vanni Fucci nella bolgia dei ladri, il quale:

spezzerà la nebbia

sí ch'ogni Bianco ne sarà feruto,

1 GIULIANI: La V. N. ecc. pag. 175, 253. DE SANCTIS: Storia della letteratura, I, 59.

e che non sappiamo se passasse di poi a parte Bianca per cui Dante gli diventasse amico. Ma perché, per testimonianza di questi, non si possono revocare in dubbio l'ospitalità e le cortesie ricevute dal poeta esule dalla famiglia Malaspina, i commentatori, quali il Torri ed il Giuliani, credendo all'autenticità della lettera ed all'amor di Dante, hanno contro il Witte conchiuso che in questa si parli a Moroello IV marchese di Villafranca.

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Ma domanderemo anche noi col Bartoli, che ha inoppugnabilmente confutata questa favola; qualunque sia il Malaspina dell' epistola d'autenticità molto sospetta, è egli possibile che Dante, il quale aveva messo mano al Convivio e pubblicatane forse qualche parte, esule immeritevole, stretto dalla povertà, per purgare la sua fama dinanzi ai suoi concittadini e al mondo tutto che l'accusavano di levità d'animo, e peggio per l'amore alla Donna gentile: è egli possibile che pubblicasse un amorazzo indegno di lui, e confessasse che contro questa passione non va. leva a resistere nessuna delle sue virtú? Altro che temere l'infamia delle canzoni del Convivio! esclama il Bartoli, e con piena ragione. L'esservi tra la lettera e la canzone alcuni luoghi conformi, prova poco in favore di quella che si trova, pure, in un solo codice (Vaticano 1729) della fine del secolo XIV. In questa epistola egli dice che non appena allontanatosi dalla casa di Marcello, giunto presso l' Arno: mulier ceu fulgur descendens, apparuit, nescio quomodo, meis auspiciis, undique moribus et fortunae conformis. E gli apparve di subito, subito heu! Ma che cosa vuol dire che quella donna era a lui conforme di vita e di costumi? Era esule e miserabile, o cacciatrice d'uomini com' egli di femmine? Ed egli nel mirarla stupí ed un amore terribile l'occupò tutto, cosí che vennero meno in lui tutti i lodevoli propositi che avea fatto di non cantare piú donne per darsi tutto al meditare. Questo amore gli tolse ogni volontà sí da voltarlo dov' egli voleva: e se il principe vuol sapere come lo governi cerchi fuori della lettera.

(Continua).

APOLLO LUMINI.

1 Purgatorio, VIII, 117. GIULIANI, Opere latine di D. A. reintegrate nel testo con nuovi commenti. Firenze, Le Monnier, 1882, vol. II, pag. 91 e seg. ALESSANDRO TORRI, Epistole di DANTE A., edite e inedite, ecc. Livorno, 1842, pag. 1 e seg.; a pag, XXXI è il ragguaglio del Witte su questa lettera.

2 Storia della lett. it., IV, 278 e seg.

NOTIZIA DEL

COMMENTO MEDICO-FISICO,,

DI FILIPPO CIVININI

"alla divina Commedia di Dante Alighieri. „

I.

Il 24 luglio 1830, in tempi a dir vero non molto propizî mentre il sacro poema si abbruciava in piú luoghi per le piazze d'Italia e monsignor Francesco Toli minacciava di proscrivere il volume dantesco dalle mura del Seminario pistoiese, proprio in Pistoia, i fratelli Bracali editori, mandavano in giro un Manifesto di sei pagine che portava per titolo: Sulla scienza fisica da Dante espressa nella divina Commedia: ragionamenti di Filippo Civinini pistoiese. Nel manifesto si dichiarava l'indole scientifica della pubblicazione, che veniva a riempire una lacuna per la piena intelligenza della Commedia di Dante, "essendosi proposto il nostro Scrittore di accomodarsi nel suo ragionare alla “intelligenza di tutti. I Ragionamenti saranno divisi in tre parti corrispondenti "alle tre Cantiche della divina Commedia, e ognuna di queste, in-8°, gli editori rilasciavano "ai Signori Associati al prezzo di un Fiorino e un quarto "da pagarsi nell'atto della consegna, e ai non Associati al prezzo di un Fiorino e tre quarti.

"La prima parte contenente i Ragionamenti appartenenti alla prima Can"tica, preceduti da un Discorso in forma di Prefazione agli Studiosi della "Divina Commedia, sarà pubblicata subito che il numero delle soscrizioni "assicuri le spese della Stampa. Le altre verranno di seguito,.

Tutto ciò prometteva il manifesto dei Bracali e il nome già favorevolmente noto del Civinini per la pubblicazione delle sue Linee anatomiche (Pistoia, 1829-30) che gli dovevano fruttare la cattedra di anatomia nella Università pisana quattro anni appresso sotto Leopoldo II, e i favori di Ottone I re di Grecia, e le insistenze dell' Accademia di Parigi per averlo colà, e la stima de' più celebri scienziati de' suoi giorni, tutto faceva sperare un esito felice per l'edizione del Commento medico-fisico alla divina Commedia. Invece tutto falli e di stampato non rimase che il manifesto.

Filippo Civinini si era andato accingendo al suo commento fino dal 1828 colla mente e con l'animo ancor pieno di quel risveglio di studî danteschi che in Pistoia assunse la forma di una vera e propria scuola politica. È infatti nel 1821 che Pietro Petrini, autore dei famosi discorsi sulla Pittura de

Giornale dantesco.

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gli antichi e maestro del Civinini nel Collegio della Sapienza, fonda in Pistoia sotto la sua presidenza un' Accademia dantesca dove si discutono i passi più difficili della Commedia. Non vi è giovane di cuore e d'ingegno che alle riunioni non intervenga, che nel discutere non si accalori, che al poema non si appassioni.

Le discussioni si trascrivono accuratamente e si conservano nell' archivio dell' Accademia e si seguita cosí per lo spazio di due anni. La favilla del Petrini, seconda la gran fiamma di Giuseppe Silvestri, che dalla cattedra del Seminario vescovile spiegava Dante ad un Vannucci, a un Bindi, a un Arcangeli. L'ho pure accennato sul principio "in Pistoia un vicario capitolare si lamentava che da quando Dante entrò in seminario, non ci fosse piú un chierico capace di tradurre il catechismo, e si faceva gran ressa attorno al vescono Toli, affinché proibisse con decreto la lettura del poema,,, ma il Silvestri tirava innanzi con quella sua fierezza sdegnosa e dalla cattedra seguitava ad incuorare i propri discepoli al culto dell' Alighieri, e fuori della cattedra a scriver di peggio

perché a' semplici fosse manifesto

l'error de' ciechi che si fanno duci.

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Cosí durò il fermento, finché nel 1831 il Silvestri non ebbe lasciato il Seminario pistoiese per andarsene come rettore a gettare la novella sementa nel Collegio Cicognini della sua nativa Prato. "Quell' arrovellata natura del Vescovo Toli levò strida e fece minaccie che ebbero se guito anche piú anni dopo. Ma il Silvestri assistito dal Governo la spuntò questa volta contro il Vescovo, ; tanto a lui poco importavano i rabbuffi dell' accanito antagonista e successore, dopo il Falchi-Picchinesi, di Scipione de' Ricci: e poi ebbe sempre per nulla, son parole a un suo diletto discepolo, l'opinione di chi "o per isciagura de' tempi o per propria caparbietà non bevve mai a' sacri fonti dell' Alighieri, 5.

In tale terreno cosí fertile per gli studi danteschi fioriva l'opera del Civinini, che doveva pure avere assistito agli Onori parentali resi in Pistoia il 28 decembre 1825 a Dante Alighieri, istituzione pure fondata dal Petrini, colla quale si cercava, nella memoria dei grandi italiani, modo di inneggiare alle prossime rivendicazioni di unità e di indipendenza. E fu appunto a questa

1 Della pittura degli antichi: discorsi di PIETRO PETRINI, ecc. Firenze. Le Monnier 1873. Vedine le memorie prepostevi da CESARE GUASTI sulla vita e sugli scritti di lui.

2 Giunte e correzioni inedite alla Bibliografia dantesca di C. DE BATINES, pubblicate dal dott. GUIDO BIAGI. Firenze, G. C. Sansoni ed. 1888, pag. 207.

3 Nei parentali di Niccolò Puccini: discorso di FERDINANDO MARTINI. Pistoia, Tip. Cino dei F.lli Bracali, 1889, pag. 18.

4 Atto Vannucci: discorso biografico di GIOVANNI PROCACCI, Pistoia, Tip. Cino dei F.lli Bracali, 1885 pag. 14, § 4.

5 Lezione del can. GIUSEPPE SILVESTRI sopra la divina Commedia, nella dedicatoria a Giuseppe Arcangeli. Prato, nella stamperia Vestri, 1831. A proposito dell' insegnamento dantesco del Silvestri in Pistoja vedi quanto ne scrisse P. TEOFILO ARCANGELI, maestro di rettorica, nell' Elogio funebre del canonico cav. Giuseppe Silvestri letto in Pistoia nella chiesa del Seminario il di 11 marzo 1865, Pistoia, Tip. Cino di Luigi Vangucci, 1865.

esta letteraria Govan Battista Accademia

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Bibliografia dan
3 BATINES, P
Biografia pistoie
Tip. Rossetti,

ria sacra alla memoria di Dante, che doveva anche intervenire ta Niccolini il quale, ringraziando di essere stato fatto socio ia pistoiese di scienze, lettere ad arti, defunta oggi per cati, scriveva: "Accetterei l'offerta di tanta gentilezza se le ufficio e dei domestici affari non mi ritenessero a Firenze: allora olce udire dalla bocca de' miei colleghi le lodi dell' Alighieri, erei sentendo in me l'ingegno minore dell'argomento, '. E in ula della Accademia pistoiese ancora adorna del busto di Dante, e di augurî e di applausi, Filippo Civinini lesse i primi brani ento nelle sedute dell' 11 febbraio 1828, del 29 luglio 1829, del 330. Dotte fatiche attorno a cui veniva lavorando negli ozî aupàtole, presso l' Ombrone, in una villa appartenente alla signoini: dotte fatiche che non doveron sembrare né discare, né olti anni appresso chi aveva udito quelle letture le ricordava siderio. Ne è infatti memoria in una nota di una commemoraa fatta da Cesare Scartabelli che a proposito della terzina

Perch'io partii cosí giunte persone
partito porto il mio cerebro, lasso!

dal suo principio, ch'è n' questo troncone,

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o fisiologico nella divina Commedia scriveva: "Ricordo aver i punti dotte dissertazioni del D. Filippo Civinini, poi Profesmia all' Università di Pisa, le quali veniva leggendo nelle tordell' Accademia pistoiese. Non so quello ne sia avvenuto dopo valente Professore Ciò nel 1851. E sei anni innanzi ne avenoria e comunicata notizia al visconte Colombo de Batines per rafia dantesca, il sig. Antonio Bartolini di Prato, pure profeshe di tanto lavoro cosí brevemente riferiva: "Opera inedita e che sta in mano degli eredi dell'autore. Sono quattro quadergono un Avviso degli editori (o meglio dell'autore che fa pari), una lunga Dedicatoria, una Prefazione e quattro Ragionade' quali non è condotto a termine, e dopo ciò similmente ografia pistoiese di V. Capponi. o mio desiderio, accingendomi a scrivere un volume sulla Forin Pistoia, di rintracciare presso il nepote di Filippo Civinini, porta il nome, il prezioso inserto, ed avendomelo esso gentilo, dare oggi di quel Commento medico-fisico un men fugace afico, riportandone in fine anche un saggio, perché ai molti

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i della vita e delle opere di G. B. Niccolini raccolti da A. VANNUCCI, Firenze, r, 1886 pag. 4. lett. 57.

CESARE SCARTABELLI in commemorazione di Dante Alighieri, ecc. Firenze, Tip. 51, pag. 55.

dantesca, ossia catalogo delle edizioni, ecc. compilata dal signor visconte Cos, Prato, Tip. Aldina ed., MDCCCXXXXV pag. 567, tomo primo.

stoiese o notizie della vita e delle opere de pistoiesi, ecc. di VITTORIO CAPPONI, tti, 1878 pag. 123.

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