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nè contro il guelfismo che alza la magnanima sua voce, ma in nome della religione, cui le mondane passioni dei pontefici, la cupidigia e la incuria dei prelati, la corruzione della corte romana hanno svilito e deturpato in faccia a tutta la Cristianità. D'allora in poi nessun atto della vita di Dante si annette agli avvenimenti della nazione ed il suo nome non figura più in nessun publico documento.

Splendido astro dell'avvenire italiano, Dante erra ancora per tutta l'Italia; visita estrani paesi; frequenta i castelli e le corti dei più possenti ghibellini, di Uguccione della Faggiuola, di Can Grande di Verona, di Guido Polentano, sperando in loro siccome in riordinatori delle singole provincie italiche, i quali abbiano pertanto ad agevolare la grande opera della futura unificazione italiana. L'operosità del poeta e del filosofo è sempre meravigliosa; ma ormai non è più limitata ad una parte di mondo e la mente di Dante, abbracciando tutto l'Universo, s'innalza dal Paradiso terrestre, costituito dalla pace e della felicità di tutti i popoli nell'unità del potere monarchico, al Paradiso celeste, dove essa riposa nell' unità dell' Ente supremo, del

sommo

Amor che muove il Sole e l'altre stelle.

-

CAPITOLO TERZO

La Monarchia di Dante Alighieri.

Contento ne' pensier contemplativi.

Paradiso, XXI:

Nonne dulcissimas veritates potero speculari ubique sub coelo...? Epist. Amico florentino.

Nel capitolo antecedente ho tentato di delineare lo sviluppo del pensiero politico di Dante, mostrandolo procedere, per così dire, su di una scala ascendentale; è guelfo nel Comune, è ghibellino nell'Italia, è monarchico nell'Umanità; e appunto per questo suo risalire graduale e logico da una sfera ad un'altra sempre più ampia, non vi ha nessuna contraddizione nella storia del suo sviluppo. I nuovi campi che percorre la mente di Dante non escludono in nessun modo gli antecedenti; essa vi procede col metodo istesso con cui l'intelligenza suole risalire dall' individuo alla specie, dalla specie al genere; e gli è perciò che distinguendo i tre periodi del ghibellinismo dantesco ho denominato il primo municipale, il secondo municipale-italiano, e l'ultimo italiano-umani

tario. Quest'ultimo comprende i due antecedenti; e infatti, ponendo mente al sistema politico che Dante svolge nella Monarchia, nel filosofo che dà la teoria di un reggimento universale possiamo ravvisare e l'Italiano, che cerca dare alla patria la formula sicura del suo risorgimento, e il Fiorentino che vuole assicurare la libertà del proprio municipio. - Abbiamo veduto come l'attività poetica e scientifica del nostro autore prenda anch'essa distinta fisonomia dai varii ma non contrarii aspetti che presenta il suo pensiero politico. Nella prima fase ha origine la maggior parte delle ispirazioni dell' Inferno, cantica affatto ghibellina e municipale; nella seconda Dante subordina queste ispirazioni ad un principio più generale, la poesia si accompagna colla scienza, e si hanno il Convito, le canzoni politiche, il trattato sulla Eloquenza volgare, e succede all'Inferno il Purgatorio ; nell'ultimo periodo arte, politica, filosofia, municipalismo, nazionalità, umanità si raccolgono in una unità scientifico-poetica, e si ha il libro de Monarchia ed il Paradiso. Questi sono come i termini supremi del pensiero di Dante, sotto ai quali si possono disporre tutte le altre sue manifestazioni artistiche e politiche; infatti le teorie della Monarchia sono in germe nel Convito, nelle Epistole politiche, nel Vulgare Eloquio; il Paradiso forma parte integrale di una sola epopea e di più pel sentimento che ha primamente prodotto il grande poema si annette

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alle Rime amorose ed alla Vita Nuova; la Monarchia rappresenta la perfezione nel mondo speciale della politica, il Paradiso la perfezione nel mondo degli esseri in generale; e questi due termini supremi si fondono in un ultimo termine, nella perfezione assoluta, in Dio.

In questa terza ed ultima fase l'attività di Dante non si appalesa come nella antecedente per mezzo di una materiale partecipazione al movimento politico dei suoi tempi; ma ciò non impedisce che un tale periodo sia il più interessante di tutti, siccome quello nel quale si effettua la magna sintesi artistica, scientifica e politica del grande Poeta, che superati tutti gli ostacoli della realtà perviene finalmente e si riposa nelle quiete e ridentissime regioni dell' Idea. Grato ci tornerebbe lo studiare questo importantissimo periodo del pensiero di Dante in tutte le sue manifestazioni, se oggetto della presente trattazione non fosse specialmente l'esame dalla soluzione finale che ha dato l'Alighieri al problema italiano.

I termini di questa soluzione finale non sono punto diversi da quelli che Dante s'era proposto nelle due fasi antecedenti, e consistono: 1.° nella separazione del potere religioso dal politico, 2.° nel ristabilimento dell'autorità imperiale sopra ogni altra politica autorità. Se non che qui non si ha più il ghibellinismo di fronte al guelfismo, ma la protesta della nuova civiltà contro la teocrazia; non si tratta più

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