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Fumo, giuoco a primiera, e sto nel letto, Arcisicuro di non dar sospetto;

E se mangio un galletto,

Lascio la cresta, che mi dicon buona,
Per la sua somiglianza alla corona.
La sarebbe minchiona

Che un nobile, uno ricco come me,
Si confondesse a pigliarla coi Re:
E per concluder che?

Per perder sino all' ultimo quattrino,
E il benefizio d'andare al Casino;
Per vedersi vicino

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D'esser chiamato a fare il ciambellano,
O messo per tener le mani in mano,
Con rescritto sovrano,

Qui, per esempio, nelle scarpe sue....
Sor Presidente mio, non son si bue.

A TUTTI COLORO CHE SE LO MERITANO.

[1830.]

Voi governaste fino al quarantotto
Alla carlona e spesso alla birbona,
Pascendo il bel paese ove il sì suona,
Di ninnoli, di sonno e di pancotto.

A mala pena poi vi tremò sotto,

Per poca scossa, la regal poltrona,
Piantaste li la gente e la corona,
E bravamente faceste fagotto.

Ora che vi ripiantano a sedere,

Scordate il prima e non pensate al poi,
Perchè l' Austria vi regge il candelliere:

e vivano gli eroi

Appuntellati all' armi forestiere!
Viva gli eunuchi, da Narsete a voi!

A GINO CAPPONI.

[Marzo 1850.]

Verso le tre mi son sentito male,
E dopo avere un pezzo sospirato,
Là dalle quattro, il ragazzo ho mandato
A prendere il mio medico usuale.

Bisogna dir che fosse per le scale

A recarmi soccorso incamminato,
Chè subito il ragazzo è ritornato
Portandomi il dottore al capezzale.

Con moltissimo amore egli s'è messo
A tastar le tonsille addolorate,
E dice che non c'è nulla di fesso.

Nota, il dottore che me l' ha tastate,
Era un buon semolino, un bravo lesso,
E un bel piatto di pere giulebbate

EPIGRAMMI.

Nostro Signor (diceva un Padre Santo)
Ad immagine sua l'uomo compose.
L'uomo, un tal gli rispose,
Immaginando Dio, fece altrettanto.

Ometti il nome nelle rime tue:

Si vede molto ben che son d'un bue.

Ferro di Polizia!

Chi fu che ve l' appose?
Voi non fate la spia,
Riportate le cose.

Tommaso, che portò fin dalla culla
La dura soma d'una vita oziosa,
Stanco di non far nulla,

Un giorno s'ammazzò per far qualcosa.

Da vivo non parevano abbastanza

I suoi mille poderi al nuovo Creso:
Da morto se ne sta lungo e disteso
In tre braccia di terra, e glien' avanza.

Mangiar non osa in mezzo alle monete, Come chi nuota in mare e muor di sete.

Per me tanto ho deciso

Di non voler veder la morte in viso:
Perciò, se piace a Dio,

Quando arriverà lei, me n' andrò io.

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