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mente al rito latino, e perciò osservare esattamente le astinenze ed i digiuni della Chiesa latina, santificarne le feste secondo il calendario gregoriano, ed essere immediatamente sottoposti alli parochi latini: e nella stessa maniera, quelli che avranno scelto di ritornare al rito greco, dovranno osservare tutti li digiuni, astinenze ed al⚫ tre lodevoli consuetudini della Chiesa greca, secondo le disposizioni della decretale; e quindi essere soggetti alli loro sacerdoti cattolici, ove questi si trovino.

Iniuncta LatiDiscura GræcoMelchitarum, si

am ecclesiae

E perchè, attese le presenti circostanze delle cose, non in tutte le città del paantisto- triarcato antiocheno i Greci-Melchiti catet sacerdotes. tolici hanno chiese del proprio rito, e dall'altro canto devono con ogni cautela astenersi dal comunicare in divinis cogli scismatici; perciò si li Padri di Terra Santa, come anche gli altri missionarii latini dovranno dare ad essi tutto l'aiuto, anzi espressamente permetter loro di esercitar le funzioni del loro rito nelle chiese, oratorii o cappelle delle missioni; destinare i giorni e le ore, nelle quali possano i sacerdoti greci celebrare le Messe, ascoltare le confessioni, predicare alli loro nazionali, ed istruirli nei rudimenti della fede cattolica: ricordandosi essere eglino mandati nel Levante a solo oggetto di purgare que' popoli dagli errori e ricondurli al grembo della Chiesa cattolica con mezzi dolci e soavi, e non già per dilatare la propria giurisdizione con pregiudizio di quella de' prelati della Chiesa orientale.

Missionariis

fibitio suaden

tu graeco ad atinum.

Per questo medesimo fine Sua Santità renovatur pro- ordina che si osservi esattamente ciò che di transitum e nella decretale si prescrive, intorno al passaggio de' Greci al rito latino. E perciò proibisce espressamente a tutti i missionarii latini di qualunque Ordine ed Istituto, anche della Compagnia di Gesù, sotto le pene espresse nella suddetta decretale, che veruno di essi ardisca d'introdurre presso i Greci-Melchiti novità alcuna, la quale possa tendere al disprezzo, o alla alterazione, o imminuzione del loro rito e lodevoli consuetudini, e molto meno di insinuare, o persuadere alcuno de' Greci di lasciare il proprio rito e di passare al latino rinnovando in ciò la dichiarazione, che quelli i quali in avvenire riceveranno il Battesimo dalli sacerdoti latini, in deficienza di sacerdoti greci cattolici, non s'intende perciò che debbano esser latini: ma, sebbene per i suddetti motivi ricevano i sagramenti dalli latini, dovranno almeno

osservare il rito greco ne' digiuni ed astinenze, ed in tutte le altre cose che non riguardano i sagramenti.

ne in rebus

Graecos tradu

Similmente sebbene per lo passato, at- Patriarchae et Episcopis matesi i decreti della Congregazione del San- ronitis iubet, t'Offizio e di quella di Propaganda Fide, Graeco-Meichisia stato lecito agli Orientali di passare da tarum se ingerant, vel ad proun rito orientale all' altro; ciò non ostante prium ritum volendo togliere ogni occasione di litigio cant. e di animosità alli rispettivi prelati di quelle Chiese, rinnova l'ordine già espresso nella decretale, con cui si proibisce al Patriarca ed alli Vescovi maroniti non solo d'ingerirsi in qualunque maniera nelle cose spirituali della nazione greco-melchita, e quindi di usurparsi quella giurisdizione ed autorità che sopra di essa compete al Patriarca greco-melchita antiocheno ed a suoi Vescovi; ma ancora di insinuare alli Greci il passaggio al rito maronita, e di ammetter quelli che volessero spontaneamente abbracciarlo, quando non ne abbiano precedentemente ottenuto la speciale licenza dal Sommo Pontefice Romano.

Ma siccome quelli Greci e que' Soriani,

Transitus iam

factus e graeco

tur, sed vetatur

i quali per lo passato abbandonando il pro- rifu ad maroniprio rito sono passati tra Maroniti, hanno tam confirmaciò fatto sull'autorità dei decreti delle so- in futurum. vraccennate Congregazioni, delle quali quella di Propaganda, nel MDCCXIII. e nei due anni susseguenti, non ostanti le replicate premurose istanze di Eutimio Arcivescovo greco di Tiro e Sidone, che fosse proibito alli monaci maroniti di ricevere i Greci, e di farli passare al rito maronita, lo esortò a desistere da tali premure, sul riflesso che i decreti di essa proibitivi del passaggio da un rito all'altro hanno luogo solamente tra li Greci e li Latini, e non tra orientali ed orientali, tra quali non v'era proibizione alcuna: e quella del Sant' Offizio nel MDCCXL. dichiarò che quei Soriani, i quali già da molt'anni erano passati al rito maronita, non dovessero essere obligati a ripigliare il proprio rito, ma piuttosto doveansi lasciare nel rito da essi abbracciato; quindi è che la Santità. Sua, previa la circoscrizione del decreto del delegato apostolico fatto contro il tenore della decretale, cioè che tutti quei Greci i quali sono passati al rito maronita, debbano ritornare al proprio antico rito, e di altro simil ordine in coerenza di quello del delegato, pubblicato dal Patriarca dei Maroniti, e forse anche da' suoi Vescovi; dichiara che tali Greci e Soriani non siano tenuti di lasciare il rito maronita, ma pos

S. Sedis

eiusque depen

nacis basilianis.

sano restare in esso quando lo vogliano; proibisce però che in avvenire verun Greco possa passare al rito maronita senza averne precedentemente ottenuto la permissione del Romano Pontefice.

Confirmantur Riguardo poi al monastero eretto nel cedentia decre- villaggio di Zuc Micail nel Kesroano, per ta quoad monasterium græ- quelle zitelle della nazione e rito grecoco-melchitar. melchita, le quali eleggano di servire al dentiam a mo- Signore in perpetua castità, sebbene colle risoluzioni e provvedimenti espressi nella decretale doveasi sperare che si fossero tolte le discordie, e che, sottomettendosi tutti intieramente alle decisioni di questa Santa Sede, non venisse più lungamente impedito un benefizio, il quale la nazione. ha procurato alle proprie figliuole colla spesa di molto danaro; ciò non ostante si è inteso con sensibile dispiacere, che siano più che mai cresciute le discordie, e che, non ostante l'incombenza data al delegato di fare eseguire i decreti sopra di ciò emanati, questi non abbiano ancora prodotto l'effetto che dovevano: anzi con un decreto provisionale del medesimo delegato se ne sia sospesa l'esecuzione, avendo egli posto il monastero sotto la direzione di un sacerdote secolare, ed in assenza di questo sotto quella del solo Patriarca, e con ciò sospesa ogni ingerenza de' monaci e la giurisdizione dell'Ordinario. Quindi è che Sua Santità, volendo por fine a questa controversia, la quale già da molt'anni tiene in discordia e divisione la nazione greco-melchita, ed impedisce che altre simili divote zitelle non entrino nel monastero, previa la circoscrizione del decreto provisionale del Vescovo di Babilonia, rinnova gli ordini su questo punto espressi nella decretale: e perciò nuovamente dichiara che il suddetto monastero è proprio della nazione greco-melchita, talmente che non sia lecito nè al Patriarca nè alli Vescovi di ammettervi zitelle di altra nazione e rito; ordina e vuole che il governo si spirituale che temporale di esso spetti alli monaci basiliani della Congregazione di S. Giovanni in Soairo, con l'immediata subordinazione all' Arcivescovo di Berito, ordinario del luogo, e mediata al Patriarca greco antiocheno, quando e questi e quello sieno cattolici ed in deficienza di Patriarca e di Ordinario cattolico, il monastero sia immediatamente soggetto all'abate generale, come a delegato della Santa Sede.

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dus ab abbate

rali.

naci per confessore ordinario, ed altro per sarius deputanistraordinario di esse, previa l'approvazio- basiliano genene del suddetto Arcivescovo, il quale possa altresì destinare altro confessore straordinario, quando lo richiegga il bisogno delle monache, desumendolo da missionarii latini, si secolari che regolari, di qualunque Ordine ed Istituto.

E siccome in questo Monastero non deve osservarsi altra regola che la genuina di S. Basilio, quale è stata trasmessa alli monaci, e da essi abbracciata, così le monache di questo dovranno riceverla ed osservarla, e quindi astenersi dall'uso della carne nel senso della medesima regola: concedendosi al suddetto abbate generale la facoltà di permetterne l'uso a qualcheduna in caso d'infermità, e nella maniera che sarà espressa nelle costituzioni da formarsi.

In eodem serna regula pri

vanda basilia

mitiva.

efformandae ad

nem transmit

tantur post

ceptationem.

Queste poi permettendosi che possano Constitutiones desumersi da quelle di S. Francesco di Sa- s. Congregatioles, eccettuatone però tuttociò che possa essere contrario al rito, alla disciplina e puellarum acconsuetudini della Chiesa greca, ed al costume della nazione e del paese, dovranno compilarsi dall'abbate generale de' monaci soariti, il quale le presenterà all'Arcivescovo ordinario. Questi dopo averle diligentemente esaminate ed approvate, le esibirà alle zitelle, dando ad esse un congruo tempo per riconoscerle, e quando convengano di accettarle, si sottoscrivano di proprio carattere dalle medesime: e poscia dall'Arcivescovo dovranno trasmettersi alla Congregazione di Propaganda Fide, acciò le esamini, e trovandole degne di approvazione, le presenti al Romano Pontefice per ottenerne la confermazione.

Puellae melchitae extra de

tantur.

Inoltre non essendo giusto che quelle zitelle le quali si trovano fuori del mona- gentes monastero, per aver voluto osservare le conven- sterium iterum recipiantur, et zioni da esse fatte nel MDCCXXXVI. nella ad vota admitcittà di Aleppo coi monaci soariti, restino più lungamente prive del diritto che loro compete sopra del monastero, per la di cui costruzione si esse che i loro congiunti hanno contribuito gran parte del denaro occorso per la fabbrica, e non possano soddisfare il pio desiderio che nutrono, di consagrare a Dio la loro verginità co' voti solenni; perciò Sua Beatitudine ordina e vuole che esse sieno subito ammesse nel monastero, e quando persistano nel santo proponimento di monacarsi, queste e tutte le altre che vorranno professare, siano ammesse ancora alla professione solenne.

Dimittantur
Donasterio

la et novas

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I voti solenni poi si ora, che in avvenire | tiri et obtinere, ac ab omnibus ad quos
dovranno farsi nelle mani dell'abate ge-
nerale pro tempore de' monaci della Con-
gregazione di San Giovanni in Soairo.

Che se alcune delle zitelle, le quali si que nolint re- trovano attualmente nel monastero, non Constitutiones vorranno professare, dovranno ciò non ostante conformarsi intieramente al modo di vivere delle altre, osservare le regole e le costituzioni del monastero, essere subordinate alla immediata giurisdizione dell'Ordinario, ed alla direzione si spirituale che temporale de' monaci soariti, e finalmente sottomettersi a quanto si prescrive nella decretale dei XXIV. decemb. MDCCXLIII. e nella presente Istruzione. In caso contrario dovranno essere subito dimesse, acciò non siano all'altre di disturbo e sebbene avessero contribuito qualche danaro per la fabbrica del monastero, ciò non ostante non avranno alcun diritto di ripeterlo, avendone esse fatto una pia limosina, e perciò irrepetibile.

A monacis Siccome poi questo monastero viene comtsilianis supPentum, in iis putato tra quelli che appartengono alla tation de Congregazione de' Monaci di San Giovanni

quae monaste

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in Soairo, ad essa unito ed incorporato,
perciò qualora per il sostentamento delle
monache, e di quelle vergini che elegge-
ranno di stare in esso, e vi saranno am-
messe, e per i loro alimenti ed altre cose
simili, non sieno sufficienti le elemosine
le quali saranno date dalla pietà de' fedeli,
e ciò che potrà ricavarsi dal lavoro delle
loro mani, con tanta lode praticato sem-
pre ne' monasteri della Chiesa orientale;
l'abbate generale de' suddetti monaci sarà
tenuto di somministrare si li alimenti, co-
me tutto quello che possa esser necessario
per il mantenimento del monastero, e ciò
con i proventi di tutta la Congregazione.
Dato in Roma dal Palazzo della mede-
sima Sagra Congregazione li xv. febbraio
MDCCXLVI. V. Card. PETRA Prefetto
NICCOLÒ LERCARI Segretario.

Loco + sigilli

Reassumitur Praeinsertam itaque Instructionem, quo Constitut..quae lausulis con- firmius subsistat et servetur exactius, auctoritate apostolica tenore praesentium de novo approbamus et confirmamus, illique inviolabilis apostolicae firmitatis robur adiicimus. Decernentes easdem praesentes literas et in eis contenta quaecumque semper firma, valida et efficacia existere et fore, suosque plenarios et integros effectus sor

spectat et pro tempore quandocumque spe-
ctabit, inviolabiliter observari; sicque in
praemissis per quoscumque iudices ordina-
rios et delegatos, etiam causarum palatii
apostolici auditores ac Sanctae Romanae
Ecclesiae Cardinales, sublata eis et eorum
cuilibet quavis aliter iudicandi et interpre-
tandi facultate et auctoritate, iudicari et
definiri debere, ac irritum et inane si se-
cus super his a quoquam quavis auctori-
tate scienter vel ignoranter contigerit at-
tentari.

Non obstantibus constitutionibus et or-
dinationibus apostolicis necnon patriarcha-
tus et nationis, etiam iuramento, confir-
matione apostolica vel quavis firmitate alia
roboratis statutis et consuetudinibus, privi-
legiis quoque, indultis et literis apostolicis
in contrarium praemissorum quomodolibet.
concessis, confirmatis et innovatis ; quibus
omnibus et singulis illorum tenores prae-
sentibus pro plene et sufficienter expressis,
ac de verbo ad verbum insertis habentes,
illis alias in suo robore permansuris, ad
praemissorum effectum hac vice dumtaxat
specialiter et expresse derogamus, caeteris-
que contrariis quibuscumque.

Clausulae derogatoriae.

ptis.

Volumus autem ut earumdem praesen- Fides adhitium transumptis, seu exemplis, etiam im- benda transumpressis, manu alicuius notarii publici subscriptis et sigillo personae in ecclesiastical dignitate constitutae munitis, eadem prorsus fides in iudicio et extra adhibeatur, quae adhiberetur ipsis praesentibus, si forent exhibitae vel ostensae.

Datum Romae, apud S. Mariam Maiorem, sub annulo Piscatoris, die xvIII. martii MDCCXLVI., pontific. nostri anno vi.

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(1) Ex Tabulario Typographiae Reverendae Camerae Apostolicae.

Iur. Pont. de Prop. Fide Partis I. Vol. III.

36

rioribus in Martinicae, Guadalupae, Sanctorum Christophori, Dominici et Vincentii, ac Caiennae cum locis adiacentibus dominio carissimi in Christo filii nostri Ludovici Francorum regis christianissimi subiectis, nec non Marigalensis respective insulis deputati, iniuncta sibi munera ad christifidelium illarum partium utilitatem, adiuvante Domino, facilius exequi valeant, ex commisso nobis coelitus sacrosancti apostolatus officio providere volentes, de venerabilium fratrum nostrorum S. R. E. Cardinalium in tota republica christiana generalium inquisitorum adversus haereticam pravitatem auctoritate apostolica deputatorum consilio, presbyteris regularibus missionariis praefatis cum Nigritis, neophytis earumdem insularum, tum indigenis tum advenis, in quocumque vel quibusvis consanguinitatis vel affinitatis gradibus a iure divino non prohibitis, primo tantum excepto, ac in eodem primo etiam rectae lineae affinitatis ex copula illicita resultantis, ut matrimonium inter se contrahere, seu in eo etiam scienter contracto remanere valeant, in occultis tamen, ac in foro conscientiae tantum, ac urgentibus iustis causis, auctoritate nostra apostolica gratis. Necnon absol- dispensandi, et eos, qui in primo affinitavendi a censu- tis gradu huiusmodi matrimonium etiam tes, et prolem scienter contraxerint, ab excessibus et exlegitimandi.

ris contrahen

Clausulae.

communicationibus, aliisque censuris, et poenis ecclesiasticis ea de causa incursis, et foro conscientiae tantum, gratis pariter absolvendi, ac prolem inde susceptam et suscipiendam legitimam decernendi facultatem, ad viginti annos duraturam, donec interim in illis partibus aliquis Episcopus constituatur, dicta auctoritate, tenore praesentium, concedimus et indulgemus.

Non obstantibus apostolicis, ac in universalibus, provincialibusque, et synodalibus conciliis editis generalibus vel specialibus constitutionibus et ordinationibus; ceterisque contrariis quibuscumque. Volumus autem, ut earumdem praesentium literarum transumptis, seu exemplis, etiam impressis, manu alicuius notarii publici, vel secretarii dictae Societatis Iesu subscriptis, et sigillo Praepositi Generalis eiusdem Societatis lesu, vel alterius personae in ecclesiastica dignitate constitutae munitis, eadem prorsus fides in iudicio et extra illud adhibeatur, quae praesentibus ipsis adhiberetur, si forent exhibitae vel ostensae.

(1) Ex Tabulario Cong. de Prop. Fide.

Datum Romae, apud S. Mariam Maiorem, sub annulo Piscatoris, die iv. maii MDCCXLVI., pontif. nostri anno vi.

LXXVII.

Arnulfum Bossù Congregationis Missicnis Vicarium Apostolicum Algerien, eligit (1).

Dilecto filio Arnolfo Bossù presbytero saeculari Congreg. Missionis, BENEDICTUS PP. XIV. Dilecte fili,

salutem et apostolicam benedictionem.

Pro commissa nobis divinitus pastoralis officii cura spiritualibus catholicorum in Africa sub Turcarum ditione degentium necessitatibus quantum nobis ex alto conceditur consulere, teque, qui, ut accepimus, presbyter saecularis Congregationis Missionis existis, ac de tua fide, doctrina, prudentia, pietate, charitate et catholicae religionis zelo plurimum in Domino confisi, specialibus favoribus et gratis prosequi volentes, et a quibusvis excommunicationis, suspensionis et interdicti, aliisque ecclesiasticis sententiis, censuris et poenis a iure vel ab homine quavis occasione vel causa latis, si quibus quomodolibet innodatus existis, ad effectum praesentium tantum consequendum, harum serie absolventes et absolutum fore censentes, de venerabilium fratrum nostrorum S. R. E. Cardinalium negotiis Propagandae Fidei praepositorum consilio, te in Vicarium Apostolicum Algerien loco defuncti Caroli Mariae Gabrielis Poirier du Burgh eiusdem Congregationis Missionis presbyteri, cum extensione ad civitatem Tuneti, cum facultatibus solitis et consuetis, auctoritate apostolica tenore praesentium constituimus et deputamus; attento vero itineris intervallo, quo tu Algerii residens longe distans a Tuneto, ut opportune christifidelium in praefata civitate Tunetana, seu ad eam appellantium, spiritualibus indigentiis prospiciatur, tu statim ac receperis praesentes nostras literas, per tuas patentes literas in tuum Pro-Vicarium generalem pro Missione Tunetana dilectum filium Carolum

Felicem ab Affori modernum praefectum fratrum Minorum S. Francisci capuccinorum nuncupatorum eiusdem Missionis Tuneti, et in posterum dictas patentes literas in personam cuiuscumque pro tempore successoris in praedicta praefectura ab eadem Congregatione Cardinalium de more eligendi reiterare debeas, in quibus quidem patentibus literis dicto praefecto Pro-Vicario concedatur facultas omnia et singula, quae etiam specialem potestatem requirunt, exercendi absque ulla tui restrictione seu limitatione, ita ut idem praefectus Pro-Vicarius exercere valeat quamcumque iurisdictionem ordinariam in dicta Missione Tuneti tam supra laicos, quam supra ecclesiasticos et regulares cuiuscumque Ordinis ibidem degentes, seu advenientes, tam liberos, quam captivos, servata tamen tibi appellatione in devolutivo tantum a decretis et provisionibus, quas a dicto praefecto Pro-Vicario fieri contigerit; in casibus autem, in quibus tu procedas pro aliqua gratia, vel indulto, favore alicuius personae. in Missione Tunetana existentis, quascumque provisiones praefecto Pro-Vicario praedicto dirigere debeas cum clausula, veris existentibus narratis, et dummodo idem praefectus Pro-Vicarius non habeat causam in contrarium pro executione patefaciendam tibi, cui ipse praefectus Pro-Vicarius ut tuus minister quoscumque actus officiosos et reverentiales exhibere omnino teneatur, salva tamen semper in praemissis auctoritate Congregationis eorumdem Cardinalium. Mandantes propterea in virtute s. obedientiae in omnibus et singulis christifidelibus earumdem civitatum, caeterisque ad quos spectat, et spectabit in futurum, ut te ad demandatum tibi per praesentes Vicariatus huiusmodi officium, illiusque liberum exercitium, iuxta earumdem tenorem praesentium recipiant et admittant. Teque recognoscant, et tibi in omnibus, quae ad idem officium pertinent, respective pareant, faveant et assistant, tuaque salubria monita, et mandata humiliter suscipiant, et efficaciter adimplere procurent, alioquin sententiam, sive poenam, quam rite tuleris seu statueris in rebelles, ratam habebimus et faciemus auctore Domino usque ad satisfactionem condignam inviolabiliter observari. Non obstantibus apostolicis, ac in venerabilibus provinciali

(1) Reliqua vide in Bull. h. Pont. et in Bull. de Prop. Fide vol. III., p. 204.

busque et synodalibus Conciliis editis generalibus vel specialibus constitutionibus, et ordinationibus, nec non quibusvis etiam. iuramento, confirmatione apostolica, vel quavis firmitate alia roboratis statutis et consuetudinibus, privilegiis quoque, indultis et literis apostolicis in contrarium praemissorum quomodolibet concessis, confirmatis et innovatis. Quibus omnibus et singulis illorum tenores praesentibus pro plene et sufficienter expressis, ac de verbo ad verbum insertis habentes, illis alias in suo robore permansuris, ad praemissorum effectum hac vice dumtaxat specialiter et expresse derogamus, caeterisque contrariis quibuscumque.

Datum Romae, apud S. Mariam Maiorem, sub annulo Piscatoris, die x1. iunii MDCCXLVI., pontificatus nostri anno vi.

LXXVIII.

Solemni decreto in albo Sanctorum recenseri statuit et ab omnibus coli Fidelem a Sigmaringa Ordinis Min. Cappuccinorum praefectum missionis apostolicae in Rhaetia et S. Cong. de P. F. Proto-Martyrem.

BENEDICTUS EPISCOPUS

servus servorum Dei,

ad perpetuam rei memoriam.

Vinea electa, quam plantavit dextera Domini etc. (1).

Datum Romae, apud S. Petrum, anno Incarnationis Dominicae MDCCXLVI., III. kal. iulii, pontificatus nostri anno vi.

LXXIX.

Suas literas ap. Suprema omnium contra confessarios exquirentes a poenitentibus complicis nomen confirmat; poenas in delinquentes statuit cum praefinitione ordinis procedendi in huiusmodi causis (2).

(2) Vide infra Ad eradicandum.

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