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Oh che diavolo d'impiccio!
TADDEO, LISETTA, SANDRINO, a tre.
Ma che avvenne? che cos'è?

BELISA a Sandrino, accennando Teodoro.
Chi è colui?

TEODORO a Lisetta, accennando Belisa. Chi è colei?

GAFFORIO a Taddeo, accennando Acmet.
Chi è costui?

ACMET a Belisa, accennando Gafforio.
Colui chi e?

GAFFORIO a Lisetta, accennando Acmet.
Chi è colui?

TEODORO a Taddeo, accennando Belisa. Chi è costei ?

ACMET a Sandrino, accennando Teodoro.
Chi è costui?

SANDRINO, TADDEO, LISETTA, attoniti,
a tre.

Si riguardano, stupiscono.
Nè capir posso il perchè.

BELISA a Teodoro.

Sei, o non sei fratello mio?

TEODORO a Belisa.

Taci, taci, io... son io.

GAFFORIO a Belisa.

Non è quegli il turco sire?

BELISA a Gafforio.

Taci, taci, non lo dire.

ACMET a Gafforio.

GIAMBATISTA CASTI.

Non è quegli il re de' Corsi?
GAFFORIO ad Acmet.

Taci, taci, oh che discorsi!

TADDEO ad Acmet.

Dunque Acmet deggio chiamarti ? ACMET a Taddeo.

Taci, taci, o fo strozzarti.

SANDRINO a Lisetta.

Dunque quei de' Corsi è il re?

LISETTA a Sandrino.

Taci, taci, e bada a te.

TEODORO a Sandrino.

Non è quegli il gran sultano?
SANDRINO a Teodoro.
Taci, taci, egli è un arcano.

LISETTA a Taddeo.

Ma costor che diamin hanno?
TADDEO a Lisetta.

Taci, taci, essi lo sanno.

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GIAMBATISTA CASTI.

Colla sagacità, col franco ardire, Coll' indefessa attività del mio

Fecondo immaginar.

BELISA.

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La propria esperienza
M'apprese, suora mia, che in questo mon-
Non v'è impossibil cosa a quei cui nulla
Preme se la sua fama illustra o sporca,
E se muor nel suo letto o sulla forca.

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BELISA.

Or via non disputiam; sopra il terrazzo Suol divertirsi Acmet talvolta a udire I gondolier che avanti alla locanda S'adunano a cantar: farò che insieme Colà vi ritroviate, e ivi potrete A vostr' agio parlar : ma tu cotanto Non t'invaghir di romanzesca e folle Avventura, e d'un titolo ideale

Che ti potrebbe un giorno esser fatale. Che stuol d'infelici Lo scettro ti diede, Il mondo lo crede: Tu stesso lo dici, Nol niego: sarà. Ma bada, fratello, A quello che fai : Che se non avrai Fortuna e cervello, E regno e regnante In men d'un istante Al diavolo andrà. Non son dottoressa, Non son profetessa : Ma il mondo un pochetto Lo so come va.

SCENA III.

TEODORO, GAFFORIO.

TEODORO.

Siegua pur ciò che vuol, son nell'impegno, Ne ritirarsi or lice.

Suol l'esito felice

Giustificar le temerarie imprese.

O manca il colpo, e mi diranno un pazzo ; O felice riesce il mio disegno,

E col nome d'eroe m'acquisto un regno. (Suona il campanello.)

Eccomi, o sire.

GAFFORIO.

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