Nobil Catania un tempo e ne squarciaro SULLA TOMBA DI NICCOLÒ MACCHIAVELLI SONETTO. SPIRTO Sovrano che in facondi, eterni Fogli e al gran lume de' latini eventi, Dolce nel patrio amor l'alme governi E tutte infiammi a libertà le menti : Qual pari a te, se la civil discerni Arte di far beate umane genti: O del cor di tiranno apri gli interni Moti e gli empii di regno avvolgimenti ! Pur grave tosco e reo la tua parola Stillar si disse, e mal d'utili apristi Colpe e d'illustri scelleranze scuola ; Non sapéi tu ch'ivi a scaltrir la pronta Alma, ogni tempo, foran corsi i tristi, Poi sopra te n'avrian gittata l'onta? TERESA NAVAGERO, moglie del Contarini. MATILDE, confidente della medesima. Stato che non parlano. La scena nell'atto primo è nella sala del consiglio; nel secondo nel palazzo Contarini; nel terzo nel giardino contiguo; nel quarto e quinto nella stanza degli inquisitori. ATTO PRIMO. SCENA PRIMA. IL DOGE, CONTARINI, LOREDANO, BADOERO e SENATORI. DOGE. SENATORI, patrizi, invan cercai Udite il cittadino: egli soltanto BADOERO. Palesa, Prence, lo stato delle cose. DOGE. Udite. Coi liburni ladron parte le spoglie, Che son d'italo sangue ancor fumanti, L'avara crudeltà di Catalogna: Ahi, di veneto duce il capo inciso Fu gioja e scherno di crudel convito, E sulla mensa di delitto piena Innorridi l'Italia, altri sorrise! Serve Filippo in trono, e parte alcuna Non ha di re; ma il Castiglian superbo, Questo eroe del servaggio, espugnar gode Ogni libera gente, e dar catene Allo stesso pensiero. Italia giace Dall'armi, e più da' suoi costumi oppressa. Nulla ritien degli avi, e tutto apprese Dai suoi nuovi tiranni; uso divenne Quello che un di fu vizio, e Italia vile Non ha di suo neppure i vizii : il fasto Senza ricchezze, la viltà nascosa Con magnifici nomi, e in turpe gara Titoli e servitù. Del quarto Arrigo La sacra vita un empio ferro estinse; E quell'odio esultò, che non perdona, Quando l'eroe nel lacrimato avello Portò i fati d'Europa, e le speranze. La Repubblica nostra allor Bedmaro Abolire sperò: ma in sua difesa Veglio il senno dei Dieci, e fu delusa L'orrida trama. È noto a voi che questa Roma dell' Ocean, colle sue fiamme L'onde soggette dell' adriaca Teti Illuminar doveva. O patria mia, O dell'Italia inviolato asilo, Sulle tue solitudini sarebbe |