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ALLA MIA LETTRICE

Fanciulla Gentile,

Nel vergarti le seguenti pagine, mi giovo molto della Vita Nuova di Dante; altro giovamento me lo porgono le pagine vergate da Balbo e Tommaséo sulla stessa materia; e qualche barlume mi si presta anche dai commenti e chiose d'altri scrittori.

Devi sapere che dalla moltitudine degli scrittori e commentatori di Dante, risultano molti, e ben diversi pareri sulla esistenza, ed ancor più sulla consistenza dell' amore di lui per Beatrice Portinari, e vi fu persino chi tentò negare l'esistenza di questa Beatrice tutta

via nessuno negò le grandi inspirazioni, la luce immensa di che ella (realtà o ideale) fu prodiga al di lui sommo ingegno.

Io credo alla esistenza di Beatrice Portinari

perchè la storia ne la attesta, credo per mia elezione alla esistenza dell'amore di Dante per lei: in quanto al mio credere sulla consistenza di tale amore non t'importi saperne; la tua erudizione ed il Gran Poema dantesco ti faran su ciò a suo tempo la debita luce. Io penso che tu sei sul procinto d'amare, e di questo solamente mi curo.

L'amore è sublime, e di sublimi cose egli è fecondo. Parlare alla donna d'amore è dovere essenziale. A questo fine, Leopardi chiede alla donna ragione dell'età nostra, laddove scrive:

Ad atti egregi è sprone

Amor, chi ben l'estima....

Mi fo perciò un precetto dell'amore di Dante, e in semplice modo te lo presento, come il maestro elementare avrebbe fatto mostrandoti facile lezione di Storia Sacra, alla quale di tutti è

debito credere. Ma in pari tempo ti volgo caldissima preghiera acciò del mio precetto maggior tesoro tu faccia che della lezione della Sacra Storia: imperciocchè la vita fanciullesca rimane, direi, assorbita dalla vita d'amore; su questa modellasi la vita più venerabile, ed è perciò che in queste due età operare dobbiamo per mero impulso di esemplari virtù: in una vita di puro è santo amore, è tutta la santità della missione che alla creatura incombono la terra ed il cielo.

Fanciulla Gentile, tien care queste pagine; la grandezza d'animo del Poeta divino sia di specchio perenne ai sentimenti dell'animo tuo: dell'amore di lui formati una religione allorquando il tuo cuore sceglierà altro cuore a compagno; a tale religione sii sempre fedele, devota, e vedrai così parerti men duro l' infortunio, e la felicità più bella.

L'AUTORE.

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Nel decimoterzo secolo usavasi in Toscana solennizzare l'arrivo della primavera tra le famiglie, al primo giorno del mese di maggio (1), e s'invitavano a tale solennizzazione i parenti, gli amici, ed anche persone del vicinato. Mentre la famiglia di Dante viveva in Firenze abitando nelle sue case, vicino a San Martino del vescovo, viveva ed abitava poco lungi, nei pressi di Santa Margherita, Folco Portinari, colla moglie Cilia Caponsacchi, ed una loro bambina.

Folco Portinari ci viene indicato quale ricco cittadino fiorentino, uomo dai migliori costumi del suo tempo, e che la miseria altrui soccor

(1) Questa usanza fu poi trasportata al di della Ascensione, e si va tuttora a festeggiare fuori delle porte: i fiorentini generalmente alle Cascine.

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