Sayfadaki görseller
PDF
ePub

impedita la

conservato

na,

e per

to fu però

[ocr errors][merged small]

ga da un tal

d'oro pel ris

sposegli vi serbalo piutto stin della gue file. Pronunzia

ferro, e pagar gli altri duci d

trovato morto 1 te di Marsico, ginolfo partecip le milizie disba

vi a stento pren nia orbe di com in misera testimo Dopo il qual do assicurava i de tosto ritorno al opporsi ad ogni a del nerbo dell' es già era egli in c seppe da un diser partenza del regio gier di Lauria ave corso del fratello. sibile, dall' assalto

da Parma, uom leale e saggio, e pel suo alpor la sua qualità di legato apostolico sentenza, sostenne di esser questa una

[ocr errors]

e rammentò il consiglio che Ruggier aver dato al Duca prima di partir per Naparecchi altri men di lui prudenti, ed i Franattutto furon di parere opposto, nè si astenlor baldanza solita di borbottare che non mescolarsi i cherci delle cose di guerra, e che dell' invidia quell' ammonizione dell' Ammi

mezzo alla qual disparità di avvisi prese RoTemperamento di non rigettare la proposta, attarla col castellano stesso, che fu invitato a di segretamente recarsi a Catania; ed ancorsa avesse declinato un tal invito, per non orre nelle nemiche mani, ed inviato invece Suo nipote, anche più di lui astuto e dissipur alle parole di costui ciccamente si credette, osta infine venne accettata. E gloriosa e sicuenevasi la impresa, che ognun de' duci delesercito offerendosi a condurla, disse Ro dirimer le gare, che essendo questa di consomma, cgli medesimo l' avrebbe regulata.

di fermato per la partenza Gualtieri connna, il conte di Valdimonte, Goffredo di Mimo di Brussone, Giovanni di loinville OliBeliuzouo, Roberto di Carnario, Giovanni

Gualtieri di Noè, e Tommaso di Procion numero di cavalli e fanti trovaronsi al rsino, ove alloggiava il Duca, affin d'inca

[graphic]
[graphic]

impedita la morte di un nemico sì chiaro, e di avergli conservato un ostaggio prezioso tanto per la sua conna, e per la salvezza stessa della Sicilia. Men fortune to fu però Pietro di Salvacoxa, il qual colto nella faga da un tal Giletto, ed avendogli offerto mille once d'oro pel riscatto di sua vita (3), fieramente coluir sposegli vi vuol gran tempo a contar tanto danars serbalo piuttosto agli eredi tuoi, e subisci ora il destin della guerra, postochè passato sei nelle nemide file. Pronunziate le quali parole gli traforò la gola ferro, e pagar gli fece la pena della sua perfidia. Degli altri duci del Principe, il marescial di Broglio fa trovato morto nel campo, e Ruggieri di s. te di Marsico, ed i conti Bartolommeo, e ginolfo parteciparono la sua prigionia. In somma delle milizie disbarcate a Trapani niuno salvossi, e le nivi a stento prender potettero il largo, e tornar a Cata nia orbe di combattenti, e dello stesso loro ammiraglio, in misera testimonianza dell' avvenuta sconfitta.

Severino con.

Sergio di Si

Dopo il qual prospero evento, che in certo medo assicurava i destini della Sicilia, divisò il Re di far tosto ritorno al suo campo di Castrogiovanni, per opporsi ad ogni altra mossa del duca di Calabria, del nerbo dell' esercito angioino in valle di Noto. E già era egli in cammino verso quella volta; quando seppe da un disertore che conosciutasi in Catania la partenza del regio esercito per valle di Mazzara, Rog gier di Lauria avea indotto Roberto a volare in soc corso del fratello a fin di salvarlo, se ancor fosse pos sibile, dall' assalto di tutte le nemiche forze; che R^

erto tardi avvedutosi del male fatto, e del giusto acorgimento dell' Ammiraglio, avea precipitosamente Osso verso quella valle; ma che a mezza strada sapui la sconfitta, e la prigionia del Principe, era imantinente tornato in dietro, e mesto ed avvilito era a poco da ientrato in Catania. Seppe anche il Re indi n messo del Galzeran che Ruggier di Lauria su di n agile legno era segretamente partito per Napoli a dínandar rinforzi di milizie, non potendosi colle sole rinaste continuar l'impresa con isperanza di buon successo; e che nel partire avea scongiurato il Duca di linitarsi a tenere ben custodite le conquiste fatte, e di nulla tentar prima del suo arrivo, ben prevedendo l'accorto Calabrese quanto pericolo correva la francese ordinaria inconsideratezza in faccia alla scaltrezza sicula, e catalana. Ritornato dunque il Re nel suo campo, iva avvisando i modi da guerreggiare con egual vantaggio l'umiliato nemico, quando glie ne porse la sorte una più bella occasione, e nuovamente a lui arrise nel fatto di Gagliano, che giustificò pienamente il bellico senno di Ruggier di Lauria, e la conoscenza altissima che avea degli uomini

bile ammiraglio.

e delle cose quell'impareggia.

Su di una scoscesa rupe in valle di Demona, gia, ce il castello di Gagliano, antico feudo della casa di Procida, il qual per la grande sua importanza erasi dal Re affidato ad un catalano, familiare e devoto suo chiamato Montanerio de Sosa; e vi si trovava a quel tempo in custodia un cavalier francese di nome Carlo Moreletto, ch' era un dei testè presi in valle Maz

**

ན སེ

zara col principe Filippo. Or venuto in mente al de Sosa, uom oltre ogni credere scaltro, di tentare un gran fatto a vantaggio di Federigo, e della Sicilia, cominciò a trattar con più dolci modi il Moreletto; ed un giorno in cui era solo con lui, componendo alla più raffinata ingenuità il suo volto, dissegli: permettetemi, o cavalier, ch' io vi disveli finalmente il segreto del mio animo. Da gran tempo io anelo a rientrar nella communione di santa Chiesa, e ad abbandonare una causa empia ed iniqua; e se un tanto beneficio voi vi degnerete ottenermi, questa rocca, non espugnabil giammai da umana forza, sarà ben presto in balia del re Carlo, purchè al castellano di essa egli ottenga la papal benedizione, ed accordi eziandio la sua pro· tezione magnanima. E maravigliato il Francese a tal parlare guatava il Catalano, a fine di scorgere se foss' ei sincero, o se avesse in mente un qualche inganno. Ma così commosso il vide, così ingenui glien parvero i sensi, che senza più esitare a colui rispose: or si che voi visita il Signore, e vi apre le porte del la sua grazia. Se vere sono le promesse vostre, siate piucchè certo della papal benedizione, e della munificenza, e protezione regale. Fate ch' io di tutto informi in Catania l'eccelso Duca, ed i vostri voti, ne impegno la mia fede, pienamente, ed al di la di ogni vostra credenza, saran soddisfatti. Nè tardò quel cavaliere, di accordo col castellano, a spedir di ciò segreto avviso a Roberto; il qual, chiamati tosto a parlamento i grandi di sua parte, domandò il lor parere in si rilevante faccenda. Su di che il cardinal

« ÖncekiDevam »