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Clauditur. hic. Petrus. tumulatus.

corpore. tetrus Ast. anima. clara. coelesti. fulget. in. ara

(1) Nam. pius. et.justus juvenis fuit atque. venustus
Ac. in. jure. quoque . simul. inde. peritus. utroque
Extitit. expertus. multorum. scripta. repertus
Ut. librum. Patris. punctis (2). aperiret. in. atris
Cum. genitus. fuerit. Dantis. super. astra. volantis
Carmine. materno. decurso (3). prorsus. averno
Monteque purgatas. Animas. revelante (4). beatas
Quo. fame. dive. gaudet (5). Florentia. Cive

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Dopo questi versi appariscono i vestigj di altri tre cancellati collo scalpello, come sopra si è detto, ond'è scemato tutto il pregio di questo bel monumento. Il Bur

(1) Qui si parla d'uno morto in età giovanile; non di Pietro morto d'anni settanta e più. Si loda la sua gioventù, dicendosi pio e giusto giovane e bello, non così la virilità, e la vecchiezza. Forse l'autore del ritmo l'ha preso per un figlio di Pietro, che fu pur giurista morto assai giovane Di lui vedi il Capitolo precedente.

(2) Dicesi qui aver lui dilucidata la Commedia ne' luoghi più oscuri. Il vero è, che i passi più difficili o'l Comentatore li salta, o dice ingenuamente di non esser atto a passarli, o vi casca dentro, tenendosi ritto in pochissimi e all'incontro si spazia e scorre tante le volte per l'aperto di storie, di favole, di autorità, e di sentenze o inutili, o facili a sapersi da ogni uomo da bene.

:

(3) Decurso prorsus averno, Monteque. ablativo assoluto.

(4) Revelante cioè a Carmine materno, con cui è ablativo assoluto. (5) Da ciò io sospetto questo Epitafio composto nel secolo XV., poichè nel tempo della morte di Piero, o di Jacopo suo figlio, non si compiaceva troppo Fiorenza di Dante suo cittadino. Bocc. Vit. di Dante.

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chelato ne'suoi Epitafi non sa nè men esso la ragion di tal cancellazione, ma è certo che ci si desideravano due secoli e mezzo fa. Il Sig. Canonico Avogaro dice di questo Epitafio ch'è certo..... del Sec. XIV. e dalla forma e tratteggio delle lettere verso la metà di esso intagliato: ed avverte indicare che prima del 1361. fosse egli ( Pietro )

morto.

Per me certo mi stupisco che non siansi fin ora li Signori Trevisani avveduti di una impostura così patente. Poche parole abbisognano per dimostrarla. Pietro, il figlio di Dante, non morì già a Treviso, nè in età giovanile, come dice l'Epitafio, poichè nell'anno 1364 in cui morì (Pietro), fu sepolto a S. Michel in Campagna presso le sue tre figlie Allageria, Gemma, e Lucia, come abbiamo dal Necrologio di detta chiesa dato dal Biancolini. Per lo che non può dirsi al certo che fosse giovane e bello, mentre morì in età di settanta e più anni.

CAPO XXXII.

Carme del Boccaccio in lode di Dante.

Usciti del gineprajo di Pietro passiamo al boschetto, o al prato di Mess. Francesco Petrarca', intra gli scritti del quale io aveva trovata una gioja, quando nel legger la Storia Letteraria (1) del ch. Cavalier Tiraboschi ho compreso d'esser stato prevenuto dagli studj dell'

(1) Tom. V. Par. II. Lib. III. pag. 506.

Ab. de Sade (1) nella scoperta. Questa è un'epistola contenente un tesoretto d'erudizione in ordine alla vita, alla fama, e al merito del nostro Dante; in ordine ancora ad esso Petrarca, per le notizie importanti e curiose, ch' egli ci dà di se stesso, de' suoi consigli, de' suoi affetti, e di certe coserelle assai atte al disinganno d'alcuni scrittori moderni, che non ardiranno da quinci innanzi persistere in negar quello ch' egli confessò di sua bocca, o scrisse colla sua penna. Perchè però trattando in essa il Petrarca del nostro Poeta, nol nomina mai, anzi s'astiene a bella posta dal nominarlo, e quindi dubita il soprallodato Sig. Tiraboschi, s'egli parli veramente di Dante. A metter in chiaro la verità m' è riuscito per buona sorte di trovar anche il Carme, o sia i versi del Boccaccio, che diedero impulso all'autore di scriver l'epistola, di cui parliamo; alla vista de' quali sarà disgombrata ogni nebbia di dubbio, e spezzata ogni durezza d'ostinazione. Riprodurrò adunque gli accennati versi latini, e poi li darò a comune intelligenza volgari: e questa sarà la materia del presente Capitolo. Nel seguente poi descriverò tutta intera l'Epistola, ancorchè lunga, avendola già purgata, per quanto m'è stato possibile, come si vedrà nelle note, dagli errori, che deturpavanla. In appresso darolla volgarizzata, e con quelle annotazioni, che a mio giudizio parranno opportune, illustrata.

(1) Mem. pour la vie de Petr. Tom. III. pag. 507., e segg. Ultimamente l'ho dato io alla pag. 81. de' Viccndevoli Amori di Mess. Francesco Petrarca, e di Donna Laura, 1804. Ediz. II.

Lodovico Beccatelli Arcivescovo di Ragusi nella Vita del Petrarca scrive così: Gli mandò (il Boccaccio) anco a donare la Commedia di Dante scritta bene, coi sottoscritti versi latini:

ILLUSTRI VIRO D. FRANCISCO PETRARCE LAUREATO.

Italiæ jam certus honos, cui tempora lauro

Romulei cinxere duces, hoc suscipe gratum
Dantis opus vulgo (1); quo numquam doctius ullis
Ante reor simili compactum carmine sæclis.

5 Nec tibi sit durum versus vidisse poetæ

10

Exsulis, ex patrio tantum sermone sonoros, Frondibus ac nullis redimiti crimine iniquæ Fortune. Hoc etenim exsilium potuisse futuris Quid metrum vulgare queat monstrare modernum Caussa fuit vati; non quod persæpe frementes Invidia dixere truces, quod nescius olim Egerit hoc auctor. novisti forsan et ipse, Traxerit ut juvenem Phœbus per celsa nivosi Cyrrheos, mediosque sinus, tacitosque recessus 15 Naturæ, cælique vias, terræque, marisque, Aonios fontes, Parnassi culmen, et antra Julia, (2) Parisios dudum, extremosque Britannos. Hinc illi egregium sacro moderamine virtus

(1) Tra le cose, che al Poeta nostro appartengono, questo carme fu stampato con carità: ma pur qui corse fallo d'interpunzione, vedendosi anche nella Cominiana, Dantis opus, vulgo quo etc.

(2) Nelle Stampe, Pariscos.

Theologi, Vatisque dedit, simul atque Sophiæ 20 Agnomen, factusque est magnæ gloria gentis Altera Florigenum. meritis tamen improba lauris Mors properata nimis vetuit vincire capillos. Insuper et coram si nudas ire Camanas

Forte putas primo intuitu; si claustra Plutonis 25 Mente quidem reseres, amnem, montemque superbum, Atque Jovis solium sacris vestirier umbris, Sublimes sensus cernes, et vertice Nisce

Plectra movere Dei Musas, ac ordine miro Cuncta trahi, dicesque libens, Erit alter (1) ab illo, 30 Quem laudas, meritoque colis per sæcula Dantes, Quem genuit grandis vatum Florentia mater, Et veneratur ovans, nomen celebrisque per urbes Ingentes fert grande suum, duce nomine nati. Hunc oro, mi care nimis, spesque unica nostrum, 35 Ingenio quamquam valeas, cælosque penetres, Nec Latium solum fama, sed sidera pulses, Concivem, doctumque satis, pariterque poetam Suscipe, junge tuis, lauda, cole, perlege: nam si Feceris hoc, magnis et te decorabis, et illum

40 Laudibus, o nostræ eximium decus urbis, et orbis.

(1) Sc. Virgilio. avendo da lui preso Dante lo bello stile che gli

fece onore.

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