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asconde le sue bellezze, per isvelargli la sua bontà; come la balia non mostra più al bambino slattato la poppa, per dargli la pappa, o la ciccia. La bellezza di questa donna, Conv. Tr. III. Cap. 15. è la sua Morale e la bontà, o felicità, Tr. IV. Cap. 22., la Contemplazione.

Altrove chiamolla Dante (1) scherana micidiale e latra: e tant'e tanto la dice bella donna (2); Così è tuttavia bella e crudele,

D'amor selvaggia, e di pietà nemica:

e confessa, che s'ella fosse pietosa (cioè, s'ella rintuzzasse (3) le sue dimostrazioni, e mitigasse (4) la severità della sua Morale, commossa dalle lagrime di coloro, che vorrebbonla pur indulgente al lor poco cervello, o alle loro passioni),

Pietà faria men bello il suo bel volto (5); perchè sarebbe una pietà distruggitrice della verità, e dell'onesto. Per questa tal crudeltà, la quale non toglie, anzi perfeziona l'avvenenza della Filosofia, allora che il nostro Dante, dopo due anni d'afflizione per la morte di Beatrice, negli occhi scontratosi di questa donna maravigliosa, in leggendo Boezio e Tullio, fu da essa trafitto, ed egli morì all' insania dell' amor feminile, e all' ignoranza delle più nobili discipline, potè dir di buon cuore (6):

(1) Nella Canz. Così nel mio parlar. st. 1.

(2) Nel Son. Ben dico certo.

(3) Come que' Teologi, che trattarono della Grazia, togliendo da quella il mistero, ch' esclama in essa S. Paolo: O altitudo, etc.

(4) Come i Probabilisti, che introdussero nella Morale tante proposizioni, dannate poi da' Pontefici.

(5) Nella Canz. Amor, da che convien. st. 5.

(6) Nel fine della Canz. E' m' incresce di me.

: perdono

La morte mia a quella bella cosa,

(1) Che me n'ha colpa, e non fu mai pietosa.

Ed ecco aperto il Sonetto, e con simile artificio tutte

1

ancor l'altre Rime amorose di Dante.

CAPO XXXIX.

Del terzo amore di Dante per Beatrice glorificata.

Troncato, o estinto dopo due anni di lutto, e fiera battaglia di contrarj pensieri, il primo amor del Poeta per la bella Fiorentina Beatrice; interrotto ancora, non però cessato, col fine imposto alle Rime il secondo per la pietosa sua consolatrice la Filosofia, ripullulò in lui come novella oliva dal tronco, o rinacque, come la Fenice dalle sue ceneri, ma tutto puro e santo, l'antico amore per la primiera sua donna; e al tempo stesso gli si rinfiammò nell' animo il fuoco, di cui già era acceso, della Sapienza; onde formossi questo nuovo mirabile amore, ch' io dico il terzo, il qual ebbe per oggetto l'antica Beatrice, ma gloriosamente vestita e adorna dell' abito e della bellezza della Filosofia. Erano già dieci anni (secondo (2) la cronologia della divina Commedia ) che

(1) In senso contrario si legge ne' Testi da me veduti : Che men ha colpa.

(2) Dal 1290. in cui Beatrice morì, al 1300, quand' ella apparve al Poeta nel Paradiso terrestre, siccome egli finge nel suo Poema: secondo poi la verità della storia ne parleremo altrove

Dante non aveva in se patito l'effetto della presenza di Beatrice, ch'era (1) di tremar tutto, se per avventura ei si trovasse in luogo, anche senz' avvedersene, dov'ella fosse; quand'egli essendo in compagnia di Virgilio e di Stazio là su la cima del monte altissimo del Purgatorio, eb be la grazia di rivederla e allora gli avvenne il caso, ch'ei racconta così, Pg. XXX. 34.

E lo spirito mio, che già cotanto

Tempo era stato, ch'alla sua presenza (2)
Non era di stupor, tremando, affranto,
Senza degli occhi aver più conoscenza,
Per occulta virtù, che da lei mosse,
D'antico amor sentì la gran potenza.
Tosto che nella vista mi percosse

L'alta virtù, che già m'avea trafitto
Prima ch'io fuor di puerizia fosse,
Volsimi alla sinistra col (3) rispitto,

(1) Del cognato suo racconta Francesca: Inf. V. 136.
La bocca mi baciò tutto tremante:

ch' effetto fu d'un qualche timore, o di troppo desio; come avviene a fanciulli, che nel prender un uccellino al visco, o alla rete, tremano, sicchè alle volte sfugge lor dalle mani. Noi però diremo che Dante fece la Vita Nuova, ch'è piena di questi miracoli, non da istorico, ma da poeta: o che quando effettivamente la scrisse, essendo allora divenuto amante della Filosofia, egli volle espressa in Beatrice la forza della verità, la quale ancor celata e nascosta produce nell' animo dello studioso commozione sensibile pel solo desio ch'esso ha di scoprirla.

(2) Quest' è una delle buone lezioni proposte al publico, vent'anni sono, e da me poi riscontrate ne' migliori Codici Fiorentini.

(3) Siccome despitto, o dispitto (Inf. X. 36.) viene, a mio parer, da despicio, e sospetto già da suspicio, e aspetto da aspicio; così respitto, o rispitto vien da respicio. Le glose, che ci fan qui i PP. Venturi e Lom

Col quale il fantolin corre alla mamma,
Quando ha paura, o quando egli è afflitto,
Per dicere a Virgilio, Men che dramma

Di sangue m'è rimasa, che non (1) tremi:
(2) Conosco i segni dell'antica fiamma.

Ma poco appresso ch'ei l'ebbe riconosciuta per la sua donna (v. 67.);

Tutto che'l vel, che le scendea di testa,

Cerchiato della (3) fronde di Minerva
Non la lasciasse parer manifesta,

anche sotto quel velo pareagli ella, Pg. XXXI. 84.
più sè stessa antica

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Vincer che l'altre qui, quand'ella c'era.

E quindi s'arguisca, quanto in beltà fosse ricresciuta costei, da che fatta era celeste; ch' essendo bellissima in terra, e però soverchiando di gran lunga tutte le belle donne terrene, tanto, e più ancora soverchiava la nuova sua bellezza l'antica. Or questa, sebbene dagli Espositori non avvertita, è la prima bellezza di Beatrice beata: la qual

bardi, sono vane, o superflue; poichè col rispitto significa semplicemente con quel rivolgimento di sguardo. In altro senso usò questa voce il Boocaccio (9. 5. n. 1.) come notarono i Deputati del 73. pag. 85.

(1) Questo tremore, su cui taluno fa troppe smorfie, il credo dal Poeta introdotto per accennare, che la donna apparitagli era quella stessa Beatrice, che avevalo fatto tremar tante volte, vivente quì su la terra, com' egli finge nella sua Vita Nuova.

(2) Solo a mostrar l'antichità del Codice di S. Croce, in quello si legge: Cognosco i segni dell'antica flamma.

Anche nel Bocc. G. 1. n. 1. in fine cognoscere: G. 10. n. 1. pur cognoscere: G. 9. n. 1. proemio. cognoscerete: G. 4. n. 2. per le plaghe di Dio.

(3) Così era nel Cod. di S. Croce, fatto poi dalla .

bellezza apparve a Dante ancor più chiara e più dolce, quando bagnato da Matelda nel fiume Lete, fu fatto (1) degno d'esser alla danza offerto delle virtù Cardinali, ed elle il menarono dinanzi agli smeraldi, cioè agli occhi rilucenti della sua donna.

Quando poi finalmente le Teologali virtù gli acuiron la vista a mirar nel giocondo lume, ch'è dentro a quegli occhi; e che (2) oraron per lui, ed ella benignamente gli si mostrò disvelata; allora fu ch'egli vide la (3) seconda bellezza, ch'ella pria celava. E che è questa? La bellezza Teologica: vale a dire, tutto ciò che può vedersi della verità per lume della fede colle dimostrazioni, e persuasioni Teologiche, per cui Beatrice è detta da Virgilio (4), opera di fede. E quella prima che è? La bellezza Naturale, che dal lume della ragione riluce nelle

(1) Perchè dice l' Autor nel Conv. Tr. III. Cap. ult. non può esser savio, chi non è buono: e la moralità è bellezza della Filosofia. (2) L'orazione fu questa: Pg. XXXI. 136.

Per grazia fa noi grazia, che disvele

A lui la bocca tua, sì che discerna
La seconda bellezza, che tu cele.

Dove il P. Lombardi, che a distinguer la doppia bellezza di Beatrice non aveva forse l'occhio in allora bastantemente disposto, glosando su la seconda per anco celata, scrisse nel suo Comento: Bisogna però intendere, che (Beatrice) non la celasse del tutto; imperocchè, quantunque velata, vedevala Dante più bella che quand' era viva. Quasi che la differenza di queste bellezze fosse dal meno al più, non da spezie a spezie; poichè l' una era come di carne, l'altra di spirito; l'una terrena, l'altra celeste; l'una di scienze umane, l' altra di scienza divina.

(3) Questa fu dagli Espositori confusa con quella, ch' io dico esser la prima, sicchè di due ne fecer quasi una sola.

(4) Pg. XVIII. 48.

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