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RELAZIONE

DI

ALBERTO BADOERO

1578.

(Codici Capponi, n.o 82, nel quale va sotto il titolo di Relazione
delle cose di Spagna del 1577 e senza nome d'autore).

AVVERTIMENTO

Abbiamo dal registro delle ambascierie che a Lorenzo Priuli fu nominato successore Alberto Badoero con decreto del 18 decembre 1574, e ch'egli si trovava ancora in Ispagna nel 1578; nel qual anno, addi 7 di febbrajo, gli fu nominato successore G. Fr. Morosini, il quale parla pure di lui nella sua relazione.

Vero è che, enumerando i figli del re, il Badoero tace di don Filippo (che poi solo sopravissuto succedette al padre) nato il 14 aprile 4578; onde la relazione dovendosi considerare scritta avanti quest' epoca, insorgerebbe qualche difficoltà a conciliare coi due mesi che intercorrono fra questa e il 7 febbrajo precedente, l' andata del Morosini e il ritorno di esso Badoero dalla Spagna.

Ma dove si consideri che relazione autentica col nome di Badoero non esiste, né a noi consta ch' egli la leggesse, e che questa che ora pubblichiamo non ha forma di lavoro finito, si potrà ragionevolmente inferire che questo fosse un abbozzo da lui preparato fin di Spagna (come usavano appunto gli ambasciatori), e che mancata l'occasione della lettura, si rimanesse tal quale egli lo aveva incominciato a redigere. Lo che, oltre al conciliare la suddetta difficoltà, spiegherebbe ancora la data del 1577, che questa scrittura conserva nei diversi codici veduti dal sig. Gachard (1) e da noi; data, la quale può del resto valere, more

(1) Veggasi l'Avvertimento alla precedente relazione del Priuli.

RELAZIONI VENETE.

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veneto, fino al 1° marzo del 1578, perché in quel giorno, come è noto, incominciava pei veneziani il nuovo anno.

La presente scrittura adunque, prodotta dal sig. Gachard come anonima e sotto l'anno 1577, appartiene ad Alberto Badoero e deve portare la data del 1578, nel qual anno veramente il Badoero tornò dalla sua legazione, come sopra abbiam detto.

Degli appunti diversi che la compongono, noi non riportiamo che la parte utile, come ha fatto lo stesso sig. Gachard.

I principali avvenimenti accaduti nel tempo di questa legazione, furono i seguenti:

Enrico di Navarra abjura il cattolicismo (febbrajo 1576). I cattolici organizzano la santa lega;

Morte del Requesens governatore dei Paesi Bassi (marzo 76). Il governo è assunto dal consiglio di stato. Ammutinamento delle truppe regie, e sacco da esse dato ad Anversa (4 novembre); lo che determina l'unione dei Belgi e dei Batavi al patto di Gand (8 detto) per discacciare d'accordo gli Spagnuoli da tutto il paese. D. Giovanni d' Austria è mandato da Filippo II,

in questo stesso mese, a quel governo;

Morte dell' imperatore Massimiliano II (12 ottobre 76), al quale succede il figliuolo Rodolfo II;

L' arciduca Mattias, fratello dell' imperatore Rodolfo, passa nelle

Fiandre chiamato dalla parte cattolica degl' insorti per bilanciare l'influenza del protestante principe d'Oranges (settembre 1577);

L'inglese Francesco Drake corre l'oceano per manomettere le navi
e le colonie spagnuole (1577);

Trattato della regina Elisabetta d'Inghilterra coi confederati dei
Paesi Bassi (7 gennajo 1578);

Vittoria di Gembloux, presso Namur, riportata dagli spagnuoli
contro i confederati (34 gennajo 78);

Nasce a Filippo II il figlio Filippo (14 aprile 78), il quale poi gli succedette, terzo del nome suo.

La scrittura comincia col seguente ritratto di Filippo II:

Il re don Filippo d'Austria, figliuolo di Carlo V imperatore, nacque l'anno 1527 di maggio. Ha avuto quattro mogli; una portoghese (1), l'altra inglese (2), l'altra di Francia (3), e quest' ultima tedesca, figliuola di Massimiliano imperatore (4). Si trova quattro figliuoli, due maschi e due femmine. Il principe si chiama Ferdinando, e l'infante don Diego (5); e le due infante, Isabella la maggiore, e l'altra Caterina (6).

È di statura piccola, ma molto ben composta, di pelo biondo che incomincia a imbiancare, di faccia venusta e grata, e di sua natura malinconico. È principe cattolicissimo, amatore delle cose divine, di molta prudenza e giustizia, deviato da ogni sorte di piaceri, e dato tutto alla solitudine, stando otto e dieci mesi dell' anno ritirato sia a Aranguez, sia a

(1) Maria, sposata nel 1543, e morta nel 45 di parto dell' infelice don Carlos.
(2) Maria, regina d'Inghilterra, sposata nel 1554, e morta nel 1558.
(3) Isabella, sposata nel 1559, e morta nel 1568.

(4) Aana, sposata nell'ottobre del 1570, e morta nell'ottobre del 1580. (5) Questi due maschi erano figli d'Anna e premorirono al padre, il maggiore in questo stesso anno 1578, il minore nell'82. Don Filippo, che fu l'erede della corona, nacque il 14 aprile di quest' anno 1578, come abbiam detto nell' avvertimento. Ricordiamo qui che il titolo di principe è dato in Spagna al primogenito, e che gli altri portano quello d'infanti. Ebbe altresi dalla regina Anna una figliuola, Maria, la quale morì in tenerissima età, poco dopo don Diego, nel 1582.

(6) Queste erano figlie d' Isabella. Caterina sposò nel 1585 Carlo Emmanuele I di Savoja, ma venne a morte il 6 novembre del 1597. Isabella, la maggiore, sposò nel 1598 l'arciduca Alberto d' Austria portandogli in dote quello che rimaneva alla Spagna dei Paesi Bassi.

San Lorenzo dell' Escuriale o al Pardo; e quivi si gode la campagna con la regina e i figliuoli, ma con pochissima corte, anzi con i ministri necessarj e non altri. Attende ai negozj senza alcuna intermissione con grandissima sua fatica, perchè vuol sapere e vedere ogni cosa. Si leva di buonissima ora, e negozia e scrive fino a mezzogiorno, nel quale mangia sempre ad una medesima ora, e quasi la medesima qualità e quantità di cibi; e beve due volte, o due volte e mezzo, in un bicchiere di cristallo di mediocre tenuta. Sta il più del tempo sano, ma patisce qualche volta di fiacchezza di stomaco, e poco o niente di podagra. Dopo mangiare vela mezz'ora l'occhio sulla seggiola, dipoi spedisce tutti i memoriali che ha da sottoscrivere, tutte le libranze o mandati, cedole, tratte, e ogni altra cosa che abbia da firmare; dipoi esce, tre o quattro volte la settimana, alla campagna in cocchio a ferire un cervo o coniglio con la balestra. Va tre volte al giorno dalla regina; cioè la mattina avanti che oda messa, il giorno prima che si metta alle faccende, e quando va poi a dormire. Hanno due letti bassi, lontano due palmi l'uno dall' altro ; ma una cortina da basso li copre che pare un solo. Ama tenerissimamente la moglie, e la tiene piuttosto stretta che altrimenti, lasciandola poco o non mai senza lui.

Passò i suoi primi anni in Spagna, dove fu allevato con reputazione e grandezza conveniente alla potenza e qualità del padre, e all'umore della madre, ch'era portoghese. Dal che nacque che la prima volta che S. M. uscì di Spagna, e passò per l'Italia e Germania in Fiandra, lasciò per tutto nome di severo; di che essendo stato avvertito dall' imperator suo padre, si mutò di maniera che, passando poi di Spagna in Inghilterra, mostrò umanità e dolcezza così grande, che in questa parte non è inferiore ad alcun altro principe. È attillatissimo nel vestire, e tanto che non si può vedere cosa più perfetta. La complession sua è delicatissima, però lascia i frutti e il pesce, e attende solo a cibi utili e di buon nutrimento.

L'autore enumera quindi sommariamente gli stati del re, il numero, le attribuzioni e i componenti dei diversi consigli, le entrate e

spese, la casa del re, la corte e le fazioni di quella. Delle quali cose non troviam meritevole d'essere riferito che quanto appresso:

Somma tutta l'entrata che il re trae dai suoi diversi stati a 14,567,000 scudi ogni anno. Di questi sono impegnati 4,110,000 scudi; e 4,866,000, che sono l'entrata fuori di Spagna, si spendono nei medesimi regni. Onde restano liberi al re 5,591,000 scudi.

La corte oggi è ridotta a pochissima gente, non vedendovisi se non quelli della camera e del consiglio; perchè molti privati cavalieri che stavano in corte o per servire al re o per pretendere mercede, vedendo che S. M. sta sempre ritirata nei boschi, e si lascia poco vedere, e anche non è molto larga nelle udienze, anzi molto stretta, e lunga nel dare, non possono durare sotto la spesa, che è senza loro gusto e profitto.

È divisa la corte in due fazioni assai scopertamente. La prima è dell' arcivescovo di Toledo, marchese di Los Velez, Antonio Perez, Matteo Vazquez (1) e Sebastian Santojo; c questa apparisce più favorita e più potente rispetto all' amministrazione dei negozj che ha in mano; non già che vi si vegga potenza o autorità straordinaria. L'altra è del duca d'Alva, priore don Antonio, principe di Melito, marchese d'Aguilar, e Cayas; e ciascuno procura di sbattersi più che può, e sono di tal maniera divisi nel consiglio, che molte volte il re non soddisfatto ordina che la cosa si veda meglio.

Poi venendo a parlare più particolarmente del consiglio di stato, e dei membri che lo compongono, dice:

Il consiglio di stato non ha altro presidente che l'istesso re, il quale però di rado o non mai vi entra. I consiglieri al presente sono: don Giovanni d' Austria (2), il duca di Sessa, il duca d' Alva, il principe di Melito, l'arcivescovo di Toledo, il già vescovo di Cordova, oggi arcivescovo di Sa

(1, De Lesa, secretario intimo del re; mori nel 1590. Di tutti gli altri qui nominati, membri del consiglio di stato, è discorso più inpanzi.

(2) Il quale si trovava però allora al governo delle Fiandre, come l'autore stesso lo dice nella enumerazione degli stati, e dove morì ai 25 di settembre di questo medesimo anno 1578.

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