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Perchè quel potere che ha un principe, per gli stati che Dio a lui concede, si fa grandemente maggiore per le amicizie, confederazioni e dipendenze d'altri potentati, e per la sanità e fortezza del corpo e virtù dell' animo; io, dopo che avrò prima parlato degli stati del re cattolico, dai quali dipende la cognizione delle proprie sue forze, ragionerò nel secondo luogo di quelle cause che ho potuto intendere, per le quali egli possa o molto o poco promettersi o dubitare di ciascun principe, e sopra tutto come egli si dimostri e debba esser disposto verso la Serenità Vostra sicchè in fine mi resterà di dire della persona sua, così quanto aspetta aïla condizione del corpo, come alle disposizioni e abiti dell' animo, e del modo ch'egli tiene nei maneggi suoi, aggiungendo quelle cose che dipendono dalla sua persona, la casa, la moglie, il figliuolo, la sorella e il fratello.

Rispetto alla prima parte, comincerò a trattar degli stati che il re possiede oltr'alpi verso tramontana ne' confini della Francia e della Germania, e poi di questi d'Italia che si estendono verso levante quanto dura la Sicilia, e in fine dirò della Spagna cogli altri stati a lei congiunti, isole e lochi così verso mezzogiorno come verso ponente, colle maraviglie delle Indie e del mondo nuovo: ma dei primi più ristrettamente assai per poter un poco più allargarmi nel parlar della Spagna, dove ho passata la maggior parte della legazion mia, e dove da molti anni in qua non è stato ambasciatore ordinario (1).

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Tutti adunque i paesi posseduti dal re nelle parti di tramontana passano sotto un principal titolo di ducato di Borgogna, il qual pervenne in Filippo avo del re, e figlio di Massimiliano imperatore, per Maria sua madre, unica figlia ed erede di Carlo (il temerario), ultimo duca di quella linea discendente dal real sangue di Francia.

Ma quel proprio ducato di Borgogna, che era il principale, e che conteneva sotto di sè tutti gli altri paesi, dopo che il duca Carlo restò, nel 1477, morto nella battaglia fatta tra lui e Svizzeri a Nansi di Lorena, fu occupato e sempre poi confermato colle armi del re di Francia; onde il presente re non tiene di quello altro che il titolo e un contado che soleva esser con quello unito, il qual si chiama ancora la contea di Borgogna; ma ben possiede gli altri paesi che possedeva già il duca di Borgogna, i quali sono molti sotto diversi titoli di ducati, contadi e signoric.

La contea di Borgogna ha per suo confine da una parte il paese de' Svizzeri, da un' altra la Lorena, e nel resto la Francia. Contiene due terre principali; Dola, dove ha la sede il governatore, e Besanzone assai famosa per le quattro fiere notabili che vi si fanno ogni anno; e benchè questa s'intenda esser città d'imperio, si governa da sè stessa si che non s'impaccia in cosa alcuna cogli altri stati, dai quali si trova per buon spazio separata. Mantiene (la contea) una grandissima libertà, perciocchè il principe avendole rispetto per esser circondata da principi forastieri, non solamente si guarda d'interromper alcun suo privilegio, ma si astiene di richiedere e astringere i popoli a pagar cosa alcuna, se non quanto per la conservazion loro sia necessario, che però è pochissimo; perciochè gli Svizzeri, per interesse loro e per la vicinità anzi confine di quello stato, hanno preso a difenderlo fin dal tempo di Massimiliano imperatore, col quale fecero la lega che tuttavia dura; onde in tante guerre che sono state tra Francesco e l'imperatore e il re cattolico, questo paese è restato, per la protezione de' Svizzeri più che per proprie forze, sicuro d'ogni travaglio, astenendosi sempre Francesi d'offenderlo per non romper cogli Svizzeri. Da questo viene che le

entrate del principe sono poche, benchè per l'abbondanza del paese e comodità de' popoli potriano essere molto maggiori; ma il re, volentieri spendendo nelle cose necessarie e in pensioni quel poco che ne ha di entrata, si contenta che, se non gli è d'utilità, non gli sia di spesa.

Gli altri stati, i quali tutti si sogliono chiamare i Paesi Bassi, o i paesi della Fiandra, sono: Lussemburgo, Limburgo, Gheldria, Brabanzia, Fiandra, Malines, Artois, Hainaut, Namur, Olanda con Utrecht, Zelanda, Frisia e Overyssel.

Confinano da levante e parte di mezzogiorno con molti potentati di Germania, e nel resto di mezzogiorno e ponente col paese di Francia, tenendo verso tramontana l'oceano. Ma perchè dalla parte che riguarda i principati di Germania hanno il Reno e la Mosa, che in qualche modo li assicura, e perchè da molto tempo in qua non hanno avuto guerra con principe Germano, se non quella del duca di Cleves, che poco durò, pochissime fortezze da quel canto si vedono. Ma dalla parte di Francia, dove non vi è monte nè fiume nè altra qualità di sito che li assicuri, e dove sono state le continue guerre, la necessità ha loro mostrato di fortificarsi; in modo che da questa si numerano forse 22 fortezze, ma tutte quasi, all' infuori di quelle che sono state rifatte o alquanto racconcie dalla fortificazione antica, assai deboli ed imperfette.

Per la guardia poi dei luoghi di frontiera intertengono circa 4000 fanti, tutti, dopo che finalmente cacciarono gli Spagnuoli (1), dei propri paesi, e 600 uomini d'arme, medesimamente del paese, che fanno 3000 cavalli, de'quali 2400 sono da combattere, perchè a ciascun uomo d'arme si aggiungono tre arcieri armati in arme bianche, e un paggio, che fa il quinto cavallo, che solo resta ozioso. Potriano questi paesi fare in tempo di bisogno fin 40,000 fanti e un assai grosso numero di cavalli ; ma se bene i fanti son reputati di conveniente virtù e i cavalli molto buoni, stimò nientedimeno il re e l'imperator suo padre maggior vantaggio valersi nella guerra più di Germani che di loro. Armata al presente non

{| Ciò accadde un anno appena dopo tornato Filippo II in Ispagna.

tengono, ma hanno gran comodità quando occorresse di farla ; perchè si fa conto che de' propri paesi si ritrovano avere più di 700 navi, che chiamano orche, non si usando in quei mari galee, come poco atte a resistere ai grandissimi flutti e travagli che vi regnano. Hanno le orche il fondo piano, secondo che anticamente ancor si usava, accomodato al bisogno degli spessi stagni, dove le navi fatte alla nostra maniera spesso si rompono.

Quanto più a loro ha mancato la natura in conceder terreno fertile ed abbondante (perciocchè al bisogno loro si può chiamar in molte parti scarso e sterile), tanto più ha supplito la fortuna e la industria; onde è cosa maravigliosa veder come per la comodità del mare, per il qual facilmente si passa a molte provincie, e per la navigazione de' fiumi che in gran copia si ritrovano, sia in tutte le parti quel paese provvisto copiosamente non solo di biade e di vino (le due cose più necessarie alla vita umana), ma ancor di tutte l'altre che possono servir a delicatezza, e quanta copia appresso d'ogni sorte di mercanzia vi sia condotta. Perciocchè per avventura non producono o contengono cosa alcuna buona o stimata pertinente all'uso nostro Inghilterra, Francia, Spagna, Italia, Germania e tutti gli altri paesi verso oriente, che quivi in grandissima abbondanza non si ritrovi. Nè essi all'incontro sono scarsi o ingrati a rimeritar il beneficio che ricevono; perciocchè largamente somministrano a tutte queste regioni tappezzerie, tele, panni di lana, sargie ed altre cose per il bisogno loro; essendo quegli uomini tanto industriosi, che difficilmente si troveria una terra di qualche stima, che per alcuna propria industria e arte non fosse accomodata e ricca. E tutte le mercanzie, così quelle che di fuori vengono, come quelle de' paesi lor propri, capitando in Anversa, dove è il concorso de' mercanti di tutte le nazioni, si è fatta quella città sopra tutte le altre celebre e famosa, e mercato comune a quasi tutta Europa; onde per l'importanza dei traffichi e per l'ammontare de' cambi, che continuamente vi si fanno, non ha da invidiare a città del mondo.

Per tal industria han potuto questi paesi sopportare la spesa di tante guerre così importanti e così continuate; onde,

quando fu conclusa la pace del 59, si fece conto che dal 51 fin allora aveano contribuito diciassette milioni e mezzo di ducati; e pur allora avevano determinato, se la guerra andava più innanzi, di pagar de' propri danari ottanta insegne di fanteria e novemila cavalli, che coll' armata che tenevano avriano importato più di 300,000 ducati al mese. Ora, se ben si ritrovano in pace, non restano però di contribuir in diversi modi circa 1,600,000 ducati all' anno. Perchè prima vi è: L'entrata ordinaria del re, ma tutta impegnata per circa Duc. 400,000 Seguono gli interessi, che pagano i paesi e terre, di sei milioni di ducati di debito contratto per pagar le gravezze passate in ragion di 83 per cento, per i quali si sono posti nuovi dazj, ed accresciuti i vecchi per circa . . Pagano appresso tutte le spese che al presente bisognano, le quali, fra le genti d'arme, fanteria, provvisioni della governatrice, governatori de' paesi, consigli, officiali ed altri, fabbriche di fortezze, munizioni, corrieri, ed altre spese ordinarie ed estraordinarie, si dicono importare circa .

» 500,000

» 700,000

Il re appresso si ritrova in questi paesi debitore a particolari di circa tre milioni di ducati; ai quali non avendo finora provvisto di assegnazione alcuna, sarà necessario finalmente che i paesi provvedano; i quali dopo la partita del re, per rimediar che i danari da loro sborsati non si dispensino più in altro che nelle spese necessarie per il governo e conservazione loro, non hanno voluto consentire che vadano, come innanzi solevano, in mano de' ministri del re, ma essi medesimi li amministrano; onde al presente, così per maneggiar essi il danaro, come per non aver altre armi che le proprie, restano molto liberi e padroni di loro medesimi: quello che non avviene a alcun altro stato dal re cattolico fuori di Spagna posseduto.

L'animo e la fedeltà si dei signori come dei popoli verso il principe è stata per lo passato generalmente sempre singolare; ma al presente i signori si dolgono di non trovar nel re quella domestichezza e famigliarità colla quale solevano esser trattati dai loro principi, e ultimamente dall'imperatore suo padre; il quale, come nato e nutrito in quel paese, conosceva molto bene il modo di procedere con loro, simile a quello

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