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AVVERTIMENTO

A Vincenzo Gradenigo succedette nella legazione di Spagna Girolamo Lippomano, nominato con decreto del 14 novembre 1585; la relazione del quale è la sola, fra le ordinarie di Filippo II, che ci sia affatto sconosciuta.

Al Lippomano fu eletto successore, sotto il 18 giugno 1588, Tommaso Contarini, il quale stette quattro anni in ufficio, e lesse la sua relazione nell' aprile del 1593, come egli stesso viene a dire là dove parla del principe ereditario don Filippo.

Questa relazione, che è una di quelle esaminate dal signor Gachard, è scritta con maggior studio della forma di quello che fosse solito di cosiffatti documenti; ed è da avvertire che i diversi codici della medesima a noi conosciuti, ed anche, per quanto ci pare, quelli consultati dal sig. Gachard, differenziano grandemente dal testo originale che qui pubblichiamo, del quale sono piuttosto un transunto che una copia fedele.

Tommaso Contarini aveva già rappresentato la repubblica nel 1587 in Toscana in occasione dell' assunzione al trono del granduca Ferdinando I; e dopo il suo ritorno di Spagna fu mandato residente alla corte dell' imperatore Rodolfo. Delle quali due ambascierie daremo le relazioni nei due seguenti volumi.

DEI PRINCIPALI AVVENIMENTI ACCADUTI DAL RITORNO DEL GRADEnigo

A QUELLO DEL CONTARINI.

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Muore in Francia il duca d'Anjou (10 giugno 1584). Per questo fatto Enrico di Navarra, primo principe del sangue, diventa l'erede presuntivo della corona. I ligarj ed i Guisa, che, per causa di religione, vorrebbero escluderlo dal trono, si danno in protezione alla Spagna col trattato di Joinville (34 decembre 84);

Il principe d'Oranges è assassinato a Delft da Baldassarre Gérard (10 luglio 84). Il conte Maurizio, suo secondogenito, essendo tuttavia il primogenito detenuto in Ispagna, è considerato come suo successore dai confederati. - Alessandro Farnese, seguitando i suoi prosperi successi, pone l'assedio ad Anversa (agosto 84);

Muore Gregorio XIII (10 aprile 1585), cui succede Felice Peretti cardinale di Montalto sotto nome di Sisto V (24 aprile 85);

Reddizione di Anversa ad Alessandro Farnese (17 agosto 85), il quale frattanto aveva recuperato Gand, Bruselles, Malines, Nimega e altre piazze ;

Sisto V scomunica Enrico di Navarra e lo dichiara incapace a succedere nel trono di Francia (40 settembre 85);

Morte di Ottavio Farnese duca di Parma (48 settembre 1586, al quale
succede il figlio Alessandro tuttavia combattente nelle Fiandre;
Guerra dei tre Enrici in Francia, Valois, Navarra e Guisa (1586);
Morte di Stefano Bathori re di Polonia e di Transilvania (1586);
Decapitazione di Maria Stuarda (8 febbrajo 1587);

Morte di Guglielmo duca di Mantova (13 agosto 1587), cui succede l'unico suo figliuolo Vincenzo;

Morte di Francesco I granduca di Toscana (19 ottobre 87), cui succede il fratello Ferdinando, cardinale;

Battaglia di Coutras, vinta dal re di Navarra contro Enrico III (19 ottobre 87);

Il conte di Leicester, mandato già dalla regina d'Inghilterra in aiuto delle Provincie Unite, torna, senza aver nulla operato, in Inghilterra (decembre 87), e Maurizio d' Oranges assume la direzione della guerra;

Sigismondo III, figlio di Giovanni III re di Svezia, è eletto re di Polonia (1587);

Manifesto del duca di Guisa egualmente ostile a Enrico III e al re di Navarra (febbrajo 1588). Giornata delle barricate (12 maggio) che obbliga Enrico III a uscire di Parigi ;

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Disastro dell' invencible armada spedita da Filippo II, sotto il comando del duca di Medina Sidonia, contro l'Inghilterra ( agosto 1588); Carlo Emmanuele di Savoja, profittando delle civili discordie della Francia, s'impadronisce del marchesato di Saluzzo (settembre 88); Il duca di Guisa e il cardinale suo fratello son fatti assassinare da Enrico III a Blois (23 decembre 88);

Morte di Caterina de' Medici in età di 70 anni (5 gennajo 1589);

Il duca di Mayenne, fratello dei defunti Guisa, è nominato dai ligarj luogotenente del regno (febbrajo 89);

Enrico III fa causa comune col re di Navarra (26 aprile 89), e i loro eserciti si uniscono sotto Parigi ;

Enrico III è assassinato a Saint-Cloud da Giacomo Clement (34 luglio 89). Enrico di Navarra diventa Enrico IV di Francia. I ligarj gli oppongono il cardinal di Borbone sotto nome di Carlo X.

Vittoria di Enrico IV a Ivry contro il duca di Mayenne (14 marzo 1590). Assedio di Parigi ;

Morte del cardinale di Borbone (9 maggio 90);

Filippo II propone ai ligarj francesi di prendere per regina la sua figlia Isabella, e manda il Farnese a liberar Parigi ( agosto 90). Nella sua assenza, Maurizio d' Oranges rialza la fortuna degl' insorti nei Paesi Bassi. Il Farnese torna tosto ad opporglisi ;

Morte di Sisto V (27 agosto 90). Urbano VII (45-27 settembre). Gregorio XIV (5 decembre);

Carlo Emmanuele, sotto pretesto di fronteggiar gli Ugonotti, si distende. nel mezzogiorno della Francia. Sua entrata solenne in Aix capitale della Provenza (48 novembre 90);

Bolla di scomunica di Gregorio XIV contro Enrico IV (marzo 1594 ); Carlo Emmanuele é respinto dal maresciallo di Lesdiguiéres verso le proprie frontiere (settembre 1594);

L'Aragona perde le sue franchigie nella lotta intrapresa per difesa di Antonio Perez contro Filippo II (4594 );

I Turchi invadono di nuovo l'Ungheria, e ricominciano una guerra, che dura quindici anni (1591);

Morte di Gregorio XIV (15 ottobre 94). Innocenzo XI (29 ottobre a 29 decembre);

Ippolito Aldobrandini assunto papa sotto nome di Clemente VIII (30 gennajo 1592);

Alessandro Farnese torna in Francia (gennajo 1592) per liberare Rouen dall' assedio postovi da Enrico IV, malgrado che il principe Maurizio facesse gran progressi nelle Fiandre. Vittorioso, ma ferito e malato, torna in Fiandra (giugno). Ben presto gli è di nuovo comandato da Filippo II di ricondursi in Francia in aiuto della lega. A ciò si disponeva, suo malgrado, il Farnese, quando, consunto dal male, viene a morte in Arras nell' età di 47 anni (3 decembre 1592)

L'ordine della presente relazione è il seguente. Copiosa descrizione della Spagna e brevissima dei regni ad essa appartenenti; entrate e spese, forze di terra e di mare e comandanti delle medesime; relazioni di Filippo II coi diversi potentati; governo dello stato; persone del re, del principe don Filippo suo figliuolo, della infanta Isabella, dell' imperatrice Maria, e dell' arciduca cardinale Alberto d' Austria.

Noi pretermettiamo la parte descrittiva, siccome quella che nulla aggiunge a quanto abbiamo dai precedenti ambasciatori, all'infuori del seguente passo che si riferisce alle recenti vicissitudini del regno d' Aragona, caduto pur allora da' suoi antichi privilegj per la ribellione suscitatavi nel 1591 da Antonio Perez.

Antonio Perez, per nazione aragonese, per patria di Saragoza, quanto un tempo amato e incredibilmente caro al re, altrettanto, per occulti rispetti, caduto in disgrazia e odiato da lui (1), fatto prigione in Madrid e con esquisiti ed atrocissimi modi tormentato per cavarne quello che più bramava Sua Maestà di sapere, con la vivezza del suo ingegno seppe ritrovare ed eseguire il modo di fuggire (2); e subito trasferitosi in Saragoza sua patria, ivi per le aderenze sue e parentadi, per la poca inclinazione de' popoli verso il re, per l'artificio delle sue sagaci invenzioni, e per la forza di una efficace eloquenza, in breve si fece molto numero di fautori, e accrebbe quello degli amici. Il re vedendosi, quando meno se lo pensava, uscito costui dalle mani, e sapendo che la libertà e i privilegj di Saragoza non gli permettevano di valersi della sua suprema autorità, ricorse a quel mezzo che era più efficace degli altri, cioè all' inquisizione; e col fargli

(1) Veggasi nella precedente relazione del Morosini la nola a pag. 327.
(2) Ciò fu nel 1590.

RELAZIONI VENETE.

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opporre molte colpe di errori nella fede, e di eresie, lo fece dimandare dal santo uffizio, sperando di ottenere per questa via quello che per altra non gli saria stato nè facile nè, possibile. Fatto Antonio prigione della inquisizione, il moto nella città fu estraordinario, dolendosi ognuno che quello, che con le ordinarie maniere impetrare non si poteva, si tentasse con le indirette di condurre a fine, onde niuno per lo avvenire potersi più stimare sicuro, essere confusi i loro privilegi, annullate le leggi, distrutta la libertà, e sotto specie di religione tentarsi d'introdurre un' assoluta monarchia. Questi concetti esagerati dai fautori di Antonio ebbero possanza di riscaldare ed eccitare gli animi del popolo a levarlo dalla inquisizione, come tumultuariamente fecero; e da un'azione inconsiderata all' altra inducendosi, con l'autorità di esso Antonio e de'suoi parziali, passarono a ragunar genti, provveder armi, far elezioni di capi per sostentar quello che operato avevano, e per sottrarsi anco dalla obbedienza di Sua Maestà. La quale intesi questi movimenti, e stimando che il non ovviare a'principj potesse partorire un dissidio intestino ne' suoi regni, e accendervi quel foco col quale vedeva miseramente ardere i paesi vicini, deliberò con le armi di castigarli, e con ogni studio estinguere le faville di quel nascente incendio. Però elesse a questa impresa don Alonso di Vargas, preponendolo a don Ernando di Toledo, del quale a pieno non si reputava sicuro (1), e gli diede carico di assoldare sei mila fanti e mille cavalli, spargendo voce ch' egli fosse per passare nella Navarra per infestar il regno di Francia da quella parte. E in questo tempo, mentre don Alonso si poneva all' ordine, mostrò voler intendere il successo di Saragoza, le ragioni della città, la pretensione de' magistrati, ora con le informazioni temporeggiando, ora con la speranza addormentando ed allettando. E si crede al sicuro che si sarebbono acquetati quei movimenti se si fossero risoluti quei popoli dar nelle mani di S. M. Antonio Perez con alcuni pochi capi della ribellione, come ne erano da lei istantemente ricercati.

(1 Per le ragioni che vedremo più innanzi.

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