Sayfadaki görseller
PDF
ePub

tero, ingegno e valore, ogni altra che fosse in Italia eccedeva; e le tante bellezze dell' anima armonizzavano così quelle dell' angelica persona copiosissimi e lucentissimi i capelli, maestrevolmente cumulati e ravvolti sul bel саро, o in aurea pioggia su i candidissimi omeri mollemente sparsi, dolce giuoco e trastullo dell'aura innamorata; chiara, serena, e aperta la fronte, Ove scritto pareva il contento e la tranquilla pace del cuore; piena di rose e di perle la bocca, di quell' ineffabile riso sfavillante, onde muove amore le ardentissime faville del gentile spirito animate; neri gli occhi, allegri, innamorati, divini, dove tutto accolto si mirava il paradiso.

[ocr errors]

Nacque questa maravigliosa donna circa l'anno 1490 a Fabricio Colonna, gran contestabile del regno di Napoli, per Anna di Montefeltro, figlia di Federigo duca d'Urbino; e Marino, feudo della nobilissima famiglia di lei, udì prima i suoi vagiti; nè aveva ancora a pena lasciata la mammella, che venne destinata in isposa a Ferdinando Davalos, marchese di Pescara, d'una età con lei; e com' ebbe il decimo settimo anno varcato, compiessi il reciproco voto col sacro nodo nuziale, più dolce, e più bello, e più giocondo del quale più non si vide, tanta era la concordia, sì perfetta l'armonia degli animi loro spiranti amore e maraviglia, e dolce invidia in chiunque vedevagli, o di loro udiva. Così riposata, così tranquilla fu la vita di lei, mentre che, involatole da troppo acerba e cruda

morte l'adorato e valoroso consorte, vide mutarsi quel bel sereno e la letizia in doloroso pianto e amarissime tenebre; nel quale stato di subita e dolorosa vedovanza, sperando trovare alcuna temperanza al dolore nei poetici studj, rifiutando i tanti altri nobili partiti offertile dai più illustri signori d'Italia, non meno innamorati delle virtù che delle bellezze di lei, ricoverò in dolce solitudine, dove niuna altra compagna avendo se non le Muse, compose quelle sacre rime, delle quali vide farsi in sua vita quattro edizioni, ritornate poscia più volte alla luce, e ancora con dotti comenti di Rinaldo Corsi, siccome mi scaltrisce il Tiraboschi il quale ne fa sapere che fra gli altri vanti che danno a quella illustre poetessa, uno si è quello d' aver mostrato all' Italia come piegasi la volgare poesia agli argomenti sacri, dove insino a quella, siccome per ignoto e profondo pelago, avevano gli altri le ardite vele della navicella del loro ingegno male avventurosamente spiegate.

Discorrendo per tutto nel mondo la chiarissima fama dell' ingegno e gran sapere di Michelagnolo, e sì ancora delle sue grandi virtù, l'accolse per sì fatta maniera nell'anima quell'eroina, che innamoratasi di lui, cioè di quelle virtù che predicava di lui a una voce la gente, non solo udiva con diletto chi di lui ragionava, ma varie lettere gli scrisse di dolcissimo e castissimo affetto ripiene, quali erano i pensieri i quali di quel petto, torre d'alta sapienza, surgevano; e più volte per ve

derlo e starsi seco, mossasi da Viterbo e da altri luoghi lontani, insino a Roma si condusse in persona. O fortunata, la quale di sì nobile e alto amore ti sapesti accendere, e invaghire in colui il quale solo, siccome fece co' suoi canti eterni, poteva te menare, par pari con Beatrice e con Laura, e con lo stile e col pennello alla seconda vita!

Forse ad amendue noi dar lunga vita

Posso, o vuoi ne' colori, o vuoi ne' sassi,
Rassembrando di noi l'affetto e 'l volto;",
Sicchè mill' anni dopo la partita

Quanto tu bella fosti ed io t' amassi

Si veggia, e come a amarti io non fui stolto.

Quanto di questo amore fosse lieto e altero il Buonarroti, non è da dimandare; e perchè, come dice quel profondo scrutatore degli umani movimenti,

[blocks in formation]

Acceso di virtù sempr' altro accese,

Purchè la fiamma sua paresse fuore,

sentì egli altresì destarsi nella mente non minore, anzi maggior fuoco delle bellezze e virtù di lei, la quale offersegli Amore non come mortale cosa, ma divina, dicendo egli stesso:

che

Non vider gli occhi miei cosa mortale,

Quando refulse in me la prima face

De' tuoi sereni;

per minore bellezza non si poteva quel magnanimo accendere, sì come per lui medesimo fassi al mondo manifesto:

Ma non potca se non somma bellezza

[blocks in formation]

Acceso il Buonarroti in così bello e nobil fuoco, perciocchè, come dice il maestro nostro, lo multiplicato incendio pur vuole di fuori mostrarsi, che stare nascoso è impossibile affatto, seguitando l'esempio di Dante e del Petrarca, posesi a ragionare dell'amor suo in rima, inteso a lodare e magnificare colei, le cui virtù e bellezze gli furon seme alle faville del suo poetico ardore, voglio dire di colei per cui fessi poeta, e poeta immortale, com' egli stesso dichiara alla donna del suo intendimento, dicendo:

E non credeva di cantare in rima,

E di ritrarmi da ogni altra schiera ;

nei quali detti, siccome nei sottoposti, chiaro disvela a chi l'ode, che anche per questa parte egli travide ch'era per farsi di fama eterno :

Vidi umil nel tuo volto ogni mia altezza,
Rara ti scelsi, e me tolsi dal volgo,

E fia con l' opre eterno anco il mio amore.

Nè solamente la poetica sua gloria da quella gentile riconobbe, ma pur l'ingegno, pur quella possanza animatrice, per la quale egli potè e seppe nel sasso stesso e nelle tele da lui pennelleggiate imporre quegli aspetti, quel sentire, e quel visibile parlare, onde vengono in tenzone l'un senso coll' altro in chi ben mira, e s'aggira e s'affretta l'anima dubitosa per tutti

gli affetti che muove, o ti lusinghi con quegli atti suadenti amore e pietà, o voglia farti nascer dentro del non ver vera rancura. E sia di

bitabile pruova

questo vero indula confessione stessa del Poeta:

Per fido esempio alla mia vocazione,

Nascendo, mi fu data la bellezza

Che di due arti m' è lucerna e specchio.

Nè recar deono maraviglia a chi intende questi miracoli d'amore; perciocchè, non ch' egli da insensato animale riduca allo esser uomo, siccome per l' esempio di Cimone apertissimo si dimostra, ma ne insegna Platone, che chiunque d'uno solo de' suoi potentissimi raggi sia tocco, diventa subito poeta. Tale si fu il Petrarca:

A parte a parte entro i begli occhi leggo
Quant' io parlo d' amore e quant' io scrivo.

Tale il Bembo :

Amor, da te conosco quel ch' io sono;

Tu prima mi levasti

Da terra, e 'n ciel m' alzasti,

Ed al mio dir donasti un dolce suono.

E Dante, a dimostrare amore principio e seme d'ogni virtù, e generalmente d'ogni effetto buono

Da te convien che ciascun ben si muova,

Per lo qual si travaglia il mondo tutto;
Senza te è distrutto

Quanto avem in potenza di ben fare,

Come pittura in tenebrosa parte,

« ÖncekiDevam »