Le rime di Francesco Petrarca

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G. Barbèra, 1891 - 511 sayfa

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Sayfa 67 - Qual ninfa in fonti, in selve mai qual dea chiome d'oro sì fino a l'aura sciolse? quando un cor tante in sé vertuti accolse? benché la somma è di mia morte rea. Per divina bellezza indarno mira, chi gli occhi de costei già mai non vide, come soavemente ella gli gira; non sa come Amor sana e come ancide chi non sa come dolce ella sospira e come dolce parla e dolce ride.
Sayfa 44 - ... che l'esca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di subito arsi? Non era l'andar suo cosa mortale, ma d'angelica forma; e le parole sonavan altro, che pur voce umana. Uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch' i' vidi: e se non fosse or tale, piaga per allentar d'arco non sana.
Sayfa 50 - Qui tutta umile e qui la vidi altera; Or aspra or piana, or dispietata or pia; Or vestirsi onestate or leggiadria ; Or mansueta or disdegnosa e fera. Qui cantò dolcemente, e qui s' assise; Qui si rivolse, e qui rattenne il passo; Qui co' begli occhi mi trafisse il core; Qui disse una parola, e qui sorrise; Qui cangiò '1 viso.
Sayfa 24 - 1 ciel rapido inchina Verso occidente e che '1 dì nostro vola A gente che di là forse l'aspetta, Veggendosi in lontan paese sola La stanca vecchiarella pellegrina Raddoppia i passi e più e più s'affretta; E poi così soletta, Al fin di sua giornata Talora è consolata D'alcun breve riposo, ov' ella oblia La noia e '1 mal de la passata via.
Sayfa 114 - ... n belle donne oneste atti soavi sono un deserto, e fere aspre e selvagge. 98 Quel rosignuol, che sì soave piagne Quel rosignuol, che sì soave piagne forse suoi figli, o sua cara consorte, di dolcezza empie il cielo e le campagne con tante note sì pietose e scorte, e tutta notte par che m'accompagne, e mi rammente la mia dura sorte: ch'altri che me non ho di ch' i' mi lagne, ché 'n dee non credev'io regnasse Morte. O che lieve é inganar chi s'assecura! Que' duo bei lumi assai più che '1...
Sayfa 11 - Con lei foss' io da che si parte il Sole, E non ci vedess' altri che le stelle ; Sol una notte ; e mai non fosse l...
Sayfa 187 - Per l'altru' impoverir se' ricca e grande; Poi che di mal oprar tanto ti giova : Nido di tradimenti, in cui si cova Quanto mal per lo mondo oggi si spande; Di vin serva, di letti e di vivande, In cui lussuria fa l'ultima prova. Per le camere tue fanciulle e vecchi Vanno trescando, e Belzebub in mezzo, Co' mantici e col foco e con gli specchi.
Sayfa 54 - CHIARE, fresche e dolci acque, Ove le belle membra Pose colei che sola a me par donna; Gentil ramo, ove piacque (Con sospir mi rimembra) A lei di fare al bel fianco colonna; Erba e fior, che la gonna Leggiadra ricoverse Co l'angelico seno; Aer sacro sereno, Ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse; Date udienza insieme A le dolenti mie parole estreme.
Sayfa 59 - 1 pianto e lamento? s'a mal mio grado, il lamentar che vale ? O viva morte, o dilettoso male, come puoi tanto in me, s'io noi consento? E s'io '1 consento, a gran torto mi doglio. Fra si contrari venti in frale barca mi trovo in alto mar senza governo: si lieve di saver, d'error si carca, ch'i' medesmo non so quel ch'io mi voglio, e tremo a mezza state, ardendo il verno.
Sayfa 156 - Virtù morta è , bellezza e cortesia (Le belle donne intorno al casto letto ( Triste diceano); omai di noi che fia? Chi vedrà mai in donna atto perfetto? Chi udirà il parlar di saper pieno E '1 canto pien d'angelico diletto?

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