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The letter that the bishop of Arras wrote to cardinal Pole upon that audience.

Al card. Polo.

Illmo, e revmo. sigr. mio ossmo.

TROVOMI con due lettere di V. S. illustrissima nella prima delle quali elle si rallegra della felice arrivata del principe N. S. adesso rè d' Inghilterra in quel regno, e del consumato matrimonio, la lettera del medesimo per S. majestà Cesarea ho data io medesimo, alla quale e piacciuto sommamente l'officio tanto amorevolmente da V. S. illustrissima: dipoi arrivò assai presto il suo auditore portator di questa, venuto da Roma, dal quale ho inteso quanto V. S. reverendissima li haveva commesso di riferirmi sopra le lettere credentiali, che egli mi ha portato, di che tutto ho fatto relatione a S. majestà Cesarea, la quale mi ha comandata risponderle quello che esso suo auditore le potrà riferire, non giudicando S. majestà conveniente, che V. S. reverendissima pigli il camino d' Inghilterra fin tanto, che consultato il tutto con quelli serenissimi re, come fa con un corriero expresso partito hoggi, s' intenda da loro il stato presente delle cose di la e quello che conforme a questo quel regno potria al presente comportare, accio che inteso il tutto S. majestà possa meglio risolversi alla risposta che ella haverà a dare a V. S. reverendissima su quella che di sua parte ha proposto il detto suo auditore: non dubitando punto che come sua maesstà e V. S. illustrissima hanno il zelo, che esse et ambidoi i rè hanno alle cose delle religione, che terranno per certo, che non lascieranno preterir punto di quello che convenghi al rimedio d' esse nel punto regno: caminandovi contal moderatione, che in luogo di farvi del bene, non si troncasse per sempre il camino al remedio. E senza più a V. S. illustrissima bacio humilmente la mano. Dall' exercito Cesarea appresso Buchain li iii d' Agosto 1554.

Di V. S. reverendissima

humil sere il Vescovo d' Arras.

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Cardinal Pole's answer to the bishop of Arras his letter.
A mons'. d' Arras.

Molto illre. revdo, sigr.

DALLA lettera di V. S. e dalla relatione del mio auditore ho inteso quanto e piaciuto a sua maestà farmi per hora sapere della mente sua, intorno il negocio della mia legatione in Inghilterra, riservandosi a darmene maggior risolutione, quando haverà inteso da quelli serenissimi prencipi il presente stato delle cose di la, perilche haveva spedito subbito un corriero; io mio sono molto rallegrato, vedendo che in mezo di tanti, et si urgenti negocii della guerra S. majestà habbia havuto tanta cura, e sollicitudine di questa causa di Dio, la quale quando sia ben conclusa, non dubito le porterà seco ogni buon successoin tutto il resto; starò a spettando quello che piacerà a S. majestà di farmi sapere, poiche haverà havuto risposta d'Inghilterra, ne altramente pensai prima mi convenisse fare. Et in questo mezo pregarò la bontà d' Iddio, che cossi faccia ben intendere a tutto il corpo di quel regno questo tempo, nel quale sua divina maestà lo visita con la gratia sua, come son certo intendino benissimo i capi loro, acciò che non si habbita a dir contra di essi, milvus cognovit tempus suum, populus autem hic non cognovit tempus visitationis suæ, ma havendo Iddio data gratia e quei catholici principi, a i quali tocca far' intendere et essequir' a gli altri, quello che in questa causa con l' honor di S. majestà sarà di salute, et universal beneficio di tutti, spero che le maestà loro non siano per mancare di far' in ciò quello, ch' ogn' uno aspetta dalla pietà loro, essende massimamente eccitati, et aiutati, et in ciò dall' authorità e prudentia di sua majestà Cesarea: havendo inteso che a V. S. saria stato di satisfattione veder copia del breve della facultà concessami da N. Sr. circa la dispositione di i beni ecclesiastici, io glie la mando con questa, pregandola sia contenta farmi intendere dalla ricevuta, e molto la ringratio dell' amorevolezza sua verso di me, e della cortesia usata al detto mio auditore. Dal monasterio di Diligàm. alli 5 d' Agosto 1554. Reginaldo card. Polo.

V.

PART

III.

Number 27.

Cardinal Pole's letter to king Philip.

Al re d'Inghilterra.

Serme rex.

CUM maximè antea lætatus essem, cognito ex fama ipsa, et litteris meorum optatissimo majestis tuæ in Angliam adventu, et fælicissimis nuptiis, quæ cum serenissima regina nostra summo omnium gaudio et gratulatione celebratæ sunt: tamen hanc meam lætitiam magnoperè cumularunt serenitatis tuæ litteræ a domino comite de Horne, cum is in castris apud majestatem Cæsaream remansisset, heri missæ ad me per nobilem virum D. de Sto Martino majestis tuæ domesticam, eumdem cui ego has ad illam perferendas dedi. Etenim expressam in illis imaginem vidi ejus humanitatis ac benignitatis, qua majestatem tuam præter reliquas eximias virtutes excellere omnes prædicant, quæ quidem virtus ab animi verè regii altitudine proficiscitur. Itaq; ego majestati tuæ ob hoc benevolentiæ signum mihi impertitum maximas ut debeo gratias, ac tametsi per alia litteras uberius hoc ipso officio functus sum, tamen iterum illi de hoc fælici matrimonio divina providentia, ut planè persuasum habeo, ad istius regni quietem conciliato, gratulor. Idq; eo magis quod confido brevi futurum, ut ad coram sibi pontificis maximi nomine gratulandum, quemadmodum in mandatis habeo, majestatis tuæ pietas aditum mihi patefaciat cum summo totius ecclesiæ gaudio, et istius regni salute. Reliquum est ut majestati tuæ omnia obsequa, quæ illi vel pro legationis munere publice præstare possum, vel jam ut meo principi ac domino privatim debeo, deferam, atque pollicear. Quæ quidem in rebus omnibus, quæ ad ejus amplitudinem, laudem, honoremque pertinebunt studiosissimè semper præstabo. Deus Opt. Max. majestatem tuam una cum serenissima reverendissima regina custodiat, ac diutissimè fæ licem conservat. Montio. Diligà prope Bruxellas vir idus Augusti 1554.

Reginaldo card. Polus.

Number 28.

A letter of cardinal Pole's to the pope, giving an account of a conference that he had with Charles the Vth, concerning the church lands.

Beatissime pater,

E MOLTO tempo che non havendo cosa d'importanza, non ho scritto a V. santita per non molestarle: facendole col mezo del mio agente intendere tutto quello che occurreva; e benche hora jo non habbia da dirle quanto desiderarei, nondimeno mi e parso conveniente scriverle, e darle conto del raggiamento prima havuta con monsieur d' Arrass et poi di quel che ho negotiato con sua majestà. Mons. d'Arras alli ex che fu il giorno istesso che sua majestà torno, essendomi venuto a visitare, trovandosi all hora meco monsieur il nuncio, mi disse, che sua majestà havea veduta la lettera che io mandai ultimamente per l' auditor mio, e che ella era benissimo disposta verso questo negotio della religione in Inghilterra come si conveniva, e si poteva credere per la sua pietat, et anche per l' interesse, che ne sequeria de quel regno et de questi paiesi per la congiuntione che e tra loro. Si che quanto a questa parte di disponer sua majestà non accader far altro. Ma che era ben necessario, che io venissi a particolari, et atrattar de gli impedimenti, e della via di rimoverli: sopra che sua maesta mi udiva molto volentieri, jo risposi che veramente non era da dubitare del buono e pronto animo di sua maesta, e che io ni era stato sempre persuasissimo. Na che quanto pertineva all officio mio per esser io stato mandato da V. santita per far intender l'ottima sua mente verso la salute di quello regno, e la prontezza di porgere tutti quei remedii che dall' autorita sua potesser venire; a me non toccava sar altro, che procurar d'haver l'adito: e che ad esse principi, quali sono ful fatto, et hanno il governo in mano, le apparteneva, far intendere gli impedimenti, che fussero in contrario: e tornando pur esso monsieur d'Arras che bisognava che io descendessi alli particulari, io replicai che in questa causa non conveniva in modo alcuno che si procedesse come si era fatto inquella della pace; nella quale ciascuna delle

BOOK
V.

PART parti stava sopra di se non volendosi scoprire, ma solo cerIII. cando di scoprirne, l' altra, per rispetto de gli interesse particulari; percio che questa e una causa commune e nella quale V. santita e sua maesta Cesarea, et quei principi hanno il medesimo fine, et noi ancora come ministri. Confermo cio esser vero quanto al tratar della pace, con dire in effetto in tratar del negocio della pace io mi armo tutto. Ma pur tuttavia tornava a dire, che io dovessi pensare e raggionar in particolare, con sua maesta di quest impedimenti. E monsieur il nuncio al hora voltatosi a me desse, che in effetto era bisogno venire a questi particolari: e cosi al sine restammo che ogniuno ci pensasse sopra.

commune.

Alli xi poi nell andar da S. majesta, monsieur d'Arras torna a replicarmi il medesimo; nell audientia di S. maesta, nella quale si trovo presente monsieur il nuncio, e monsieur d'Arras, poiche mi fui ralegrato con sua maesta, che havendo liberato questi suoi paesi della molestie della guerre, doppo tanti travagli, e d'animo e di corpo fusse tornato piu gagliarda e meglio disposita che quando si parti; in che si videva che il signior Iddio haveva preservata et preservava, a maggior cose in honor di S. divina maesta a beneficio Sua maesta confermo sentersi assai bene, e disse dele indispositione che haveva havuta in Arras e altre cose in simil proposito: entrai poi a dire della lettera, che jo haveva scritta a S. maesta della resposta che monsieur d'Arras mi haveva fatta, che era stata di rimetersi al breve. Retorno di sua maesta qui, e dissi che se havessi a tratter questo negocio con altro principe, della pieta del quale non fussi tanto persuaso, quanto io sono certo di quella di sua maesta, dimostrata da lei con tanti segni, e nella vita sua privata, e nell attioni publiche, cercarei de essortarlo per tante vie quante si potria ad abbracciar, e favorir questa cosi santa causa. Ma che non essendo bisogno fare questo con S. maesta, e tanto piu per esser in questa causa con honore d'Iddio, congionto anco il beneficio di S. maesta et del serenissimo re suo figlivolo, solo aspettava da lei ogni ajuto per remover gli impedimenti, che fussero in questo negocio: i quali per quanto io poteva considerere sono di duo sorti :

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