Raccolta di cento cinquanta sonetti e di altri componimenti poetici di vari autoriE. Moro, 1865 - 414 sayfa |
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Sayfa 15
... fior sgridi e rampogne Di tardo , e vil la violetta umílé , E deposto di nevi il crin servile Par che le nuove frondi il bosco agogne . Già tese Filomena ai figli il nido , Esce al tepido sole Ape dorata , Bacia il ruscel dal gel ...
... fior sgridi e rampogne Di tardo , e vil la violetta umílé , E deposto di nevi il crin servile Par che le nuove frondi il bosco agogne . Già tese Filomena ai figli il nido , Esce al tepido sole Ape dorata , Bacia il ruscel dal gel ...
Sayfa xxi
... fior novello : Ma uno spino crudel , ch ' eragli accanto , Punse più d'una volta or questo , or quello . Onde sdegnato alfin che ardisse tanto , In lui vibrò la scure un pastorello , E lo tronco ma quel bel fiore intanto Rimase anch'ei ...
... fior novello : Ma uno spino crudel , ch ' eragli accanto , Punse più d'una volta or questo , or quello . Onde sdegnato alfin che ardisse tanto , In lui vibrò la scure un pastorello , E lo tronco ma quel bel fiore intanto Rimase anch'ei ...
Sayfa xxxii
... fior , l'erbe , l'arene e i venti , Tutti parlan di Dio ; per tutto vedi Del grand ' esser di Lui segni eloquenti : Credilo , stolto , a lor , se a te nol credi . COTTA . SONETTO XXXIII , In lode di Beatrice . Tanto gentile 38.
... fior , l'erbe , l'arene e i venti , Tutti parlan di Dio ; per tutto vedi Del grand ' esser di Lui segni eloquenti : Credilo , stolto , a lor , se a te nol credi . COTTA . SONETTO XXXIII , In lode di Beatrice . Tanto gentile 38.
Sayfa 82
... venne , Seco tutti portò quei benefici ; e assorti Ma se un di cangeransi a lui le sorti , Scriver vedrollo degli Dei nemici Non su l'arena , ma sul marmo i torti . MURATORI . SONETTO LXXVII . La distruzione dei fiori .. Poveri fior 36 82.
... venne , Seco tutti portò quei benefici ; e assorti Ma se un di cangeransi a lui le sorti , Scriver vedrollo degli Dei nemici Non su l'arena , ma sul marmo i torti . MURATORI . SONETTO LXXVII . La distruzione dei fiori .. Poveri fior 36 82.
Sayfa 83
Enrico Moro. SONETTO LXXVII . La distruzione dei fiori .. Poveri fior ! destra crudel vi toglie , V espone al fuoco , e in un cristal vi chiude . Chi può veder le violette ignude Disfarsi in onde , e incenerir le foglie ? Al Giglio , all ...
Enrico Moro. SONETTO LXXVII . La distruzione dei fiori .. Poveri fior ! destra crudel vi toglie , V espone al fuoco , e in un cristal vi chiude . Chi può veder le violette ignude Disfarsi in onde , e incenerir le foglie ? Al Giglio , all ...
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Acheronte affanni alfin allor alma altar Amor Angeli aquilon Aronne Assiria avea Basville beata bella bruna canto celeste Chè chiome ciel ciglio città dolente colla Corcira crin crudel crudo d'amor Dio fidando divino dolce dolor donna Druidi duol Ecco empio Epicuro Erebo eterno favella figli fior fronte fuggir furor gemito genti gentil giorno gloria gran grido guardo inferno Israel l'ali l'alma l'altro l'Eterno l'ira l'onda labbro lacrime Laocoonte Luigi XVI lume Madre Marsiglia mesta mira misero mondo monte mortal morte Mugge nembo nemico notte Nume occhi orrenda padre Parga passo pensier petto piange pianto piè pietà pietoso raggio rondinella sacro sangue santo sdegno securo serba Signor Simonide Sionne SONETTO sospiro Sovra spada spirto sponda sposo stolta suol suon superba terra terror TOMMASO GROSSI trema Trovator Uscian vede veggio Vergine vesta vinti volto
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Sayfa 328 - Nel suoi che dee la tenera Tua spoglia ricoprir, Altre infelici dormono, Che il duol consunse ; orbate Spose dal brando, e vergini Indarno fidanzate ; Madri che i nati videro Trafitti impallidir.
Sayfa 353 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Sayfa 322 - Perché tutti sul pesto cammino Dalle case, dai campi accorrete? Ognun chiede con ansia al vicino, Che gioconda novella recò? Donde ei venga, infelici, il sapete, E sperate che gioia favelli? I fratelli hanno ucciso i fratelli; Questa orrenda novella vi do. Odo intorno festevoli gridi; S'orna il tempio, e risona del canto; Già s'innalzan dai cori omicidi Grazie ed inni che abbomina il ciel.
Sayfa 312 - Perché, baciando i pargoli, La schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi Invidiando mira? Non sa che al regno i miseri Seco il Signor solleva? Che a tutti i figli d'Eva Nel suo dolor pensò...
Sayfa 94 - Or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; Irato sempre e non maligno mai ; La mente e il cor meco in perpetua lite : Per lo più mesto, e talor lieto assai : Or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se...
Sayfa 316 - La procellosa e trepida gioia d'un gran disegno, l'ansia d'un cor che indocile serve, pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch'era follia sperar; tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio: due volte nella polvere, due volte sull'altar. Ei si nomò: due secoli, l'un contro l'altro armato, sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato; ei fé' silenzio, ed arbitro s'assise in mezzo a lor.
Sayfa 210 - Etna, e nell'orribil veste Delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi. Tu del nero aquilon su le funeste Ale per l'aria alteramente vieni, E passeggi sul dorso alle tempeste: Ivi spesso d'orror gli occhi sereni Ti copri, e mille intorno al capo accenso Rugghiano i tuoni, e strisciano i baleni.
Sayfa 95 - Forse di cosa che non v1 è presente, Venite voi di sì lontana gente, Come alla vista voi ne dimostrate? Che non piangete, quando voi passate Per lo suo mezzo la città dolente, Come quelle persone, che neente Par che intendesser la sua gravitate. Se voi restate per volere udire, Certo lo core ne* sospir mi dice, Che lagrimando n
Sayfa 311 - Sparso per ogni lido, Volgi lo sguardo a Solima, Odi quel santo grido: Stanca del vile ossequio, La terra a Lui ritorni: E voi che aprite i giorni Di più felice età, Spose...
Sayfa 318 - Fede ai trionfi avvezza! scrivi ancor questo, allegrati; che più superba altezza al disonor del Golgota giammai non si chinò.