Raccolta di cento cinquanta sonetti e di altri componimenti poetici di vari autoriE. Moro, 1865 - 414 sayfa |
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Sayfa 18
... destossi e dolcemente intorno Girò le luci sfavillanti e belle . Indi su cocchio di zaffiri adorno Cinta di lampi scese oltra le stelle A far più chiaro il sempiterno giorno . CASAREGI . SONETTO XII . Il ratto di Proserpina . Die un 18.
... destossi e dolcemente intorno Girò le luci sfavillanti e belle . Indi su cocchio di zaffiri adorno Cinta di lampi scese oltra le stelle A far più chiaro il sempiterno giorno . CASAREGI . SONETTO XII . Il ratto di Proserpina . Die un 18.
Sayfa xix
... giorno Vano desío ti si destò nel cuore : Pioggia chiedesti , e a questi colli intorno Tosto piombo di nembi alto furore , E allor ti vidi alzar superbo il corno , Ma torbido perdesti il tuo candore . Or che l ' onde non tue lasciasti ...
... giorno Vano desío ti si destò nel cuore : Pioggia chiedesti , e a questi colli intorno Tosto piombo di nembi alto furore , E allor ti vidi alzar superbo il corno , Ma torbido perdesti il tuo candore . Or che l ' onde non tue lasciasti ...
Sayfa xxxviii
... giorno Già mel dicesti che temer dovrei Qui nei campi d ' Emazia il tuo ritorno . Non m ' erge nel vederti orror la chioma Se a me del mio morir nunzia tu sei ; Pavento sol se porti stragi a Roma . FOSSATI . SONETTO XXXIX . Annibale ...
... giorno Già mel dicesti che temer dovrei Qui nei campi d ' Emazia il tuo ritorno . Non m ' erge nel vederti orror la chioma Se a me del mio morir nunzia tu sei ; Pavento sol se porti stragi a Roma . FOSSATI . SONETTO XXXIX . Annibale ...
Sayfa 106
... porti e ovunque porti il giorno . Forte ella fu nell ' immortal vittoria ; Ma fu più forte allor che fe ritorno , Standosi tutta umile in tanta gloria . SONETTO CI . La sua vita . Sperar , temere ZAPPI . 106 SONETTO C. ...
... porti e ovunque porti il giorno . Forte ella fu nell ' immortal vittoria ; Ma fu più forte allor che fe ritorno , Standosi tutta umile in tanta gloria . SONETTO CI . La sua vita . Sperar , temere ZAPPI . 106 SONETTO C. ...
Sayfa 110
... giorno fuori Del suo dolce boschetto almo natío , Ed or su per un colle , or lungo un rio , Di lontano e da ville e da pastori Gir secura pascendo erbette e fiori Ovunque più la porta il suo desío ; Nè teme di saetta o d'altro inganno ...
... giorno fuori Del suo dolce boschetto almo natío , Ed or su per un colle , or lungo un rio , Di lontano e da ville e da pastori Gir secura pascendo erbette e fiori Ovunque più la porta il suo desío ; Nè teme di saetta o d'altro inganno ...
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Acheronte affanni alfin allor alma altar Amor Angeli aquilon Aronne Assiria avea Basville beata bella bruna canto celeste Chè chiome ciel ciglio città dolente colla Corcira crin crudel crudo d'amor Dio fidando divino dolce dolor donna Druidi duol Ecco empio Epicuro Erebo eterno favella figli fior fronte fuggir furor gemito genti gentil giorno gloria gran grido guardo inferno Israel l'ali l'alma l'altro l'Eterno l'ira l'onda labbro lacrime Laocoonte Luigi XVI lume Madre Marsiglia mesta mira misero mondo monte mortal morte Mugge nembo nemico notte Nume occhi orrenda padre Parga passo pensier petto piange pianto piè pietà pietoso raggio rondinella sacro sangue santo sdegno securo serba Signor Simonide Sionne SONETTO sospiro Sovra spada spirto sponda sposo stolta suol suon superba terra terror TOMMASO GROSSI trema Trovator Uscian vede veggio Vergine vesta vinti volto
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Sayfa 328 - Nel suoi che dee la tenera Tua spoglia ricoprir, Altre infelici dormono, Che il duol consunse ; orbate Spose dal brando, e vergini Indarno fidanzate ; Madri che i nati videro Trafitti impallidir.
Sayfa 353 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Sayfa 322 - Perché tutti sul pesto cammino Dalle case, dai campi accorrete? Ognun chiede con ansia al vicino, Che gioconda novella recò? Donde ei venga, infelici, il sapete, E sperate che gioia favelli? I fratelli hanno ucciso i fratelli; Questa orrenda novella vi do. Odo intorno festevoli gridi; S'orna il tempio, e risona del canto; Già s'innalzan dai cori omicidi Grazie ed inni che abbomina il ciel.
Sayfa 312 - Perché, baciando i pargoli, La schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi Invidiando mira? Non sa che al regno i miseri Seco il Signor solleva? Che a tutti i figli d'Eva Nel suo dolor pensò...
Sayfa 94 - Or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; Irato sempre e non maligno mai ; La mente e il cor meco in perpetua lite : Per lo più mesto, e talor lieto assai : Or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se...
Sayfa 316 - La procellosa e trepida gioia d'un gran disegno, l'ansia d'un cor che indocile serve, pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch'era follia sperar; tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio: due volte nella polvere, due volte sull'altar. Ei si nomò: due secoli, l'un contro l'altro armato, sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato; ei fé' silenzio, ed arbitro s'assise in mezzo a lor.
Sayfa 210 - Etna, e nell'orribil veste Delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi. Tu del nero aquilon su le funeste Ale per l'aria alteramente vieni, E passeggi sul dorso alle tempeste: Ivi spesso d'orror gli occhi sereni Ti copri, e mille intorno al capo accenso Rugghiano i tuoni, e strisciano i baleni.
Sayfa 95 - Forse di cosa che non v1 è presente, Venite voi di sì lontana gente, Come alla vista voi ne dimostrate? Che non piangete, quando voi passate Per lo suo mezzo la città dolente, Come quelle persone, che neente Par che intendesser la sua gravitate. Se voi restate per volere udire, Certo lo core ne* sospir mi dice, Che lagrimando n
Sayfa 311 - Sparso per ogni lido, Volgi lo sguardo a Solima, Odi quel santo grido: Stanca del vile ossequio, La terra a Lui ritorni: E voi che aprite i giorni Di più felice età, Spose...
Sayfa 318 - Fede ai trionfi avvezza! scrivi ancor questo, allegrati; che più superba altezza al disonor del Golgota giammai non si chinò.