Raccolta di cento cinquanta sonetti e di altri componimenti poetici di vari autoriE. Moro, 1865 - 414 sayfa |
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Sayfa 81
... gira Ver me si lieto , che mi dice : Or mira , Diletto genitor , quanto son bella . Figlia , io rispondo , d'un gentil sereno Ridon tue forme e questa immago è diva Sì , che ogni tela al paragon vien meno . Ma un ' immago di te vegg ...
... gira Ver me si lieto , che mi dice : Or mira , Diletto genitor , quanto son bella . Figlia , io rispondo , d'un gentil sereno Ridon tue forme e questa immago è diva Sì , che ogni tela al paragon vien meno . Ma un ' immago di te vegg ...
Sayfa 121
... gira Soavemente si , che ognun s'arresta E qual maraviglioso astro la mira ? Vaghe donne gentili in bianca vesta Le pongono ghirlande : in su la lira Lei cantano i poeti e le fan festa : Oh fortunato chi per lei sospira ! Amor , chi è ...
... gira Soavemente si , che ognun s'arresta E qual maraviglioso astro la mira ? Vaghe donne gentili in bianca vesta Le pongono ghirlande : in su la lira Lei cantano i poeti e le fan festa : Oh fortunato chi per lei sospira ! Amor , chi è ...
Sayfa 140
... gira , Da quel torto sentier dove sei vôlta . Che se risguardi le memorie antiche , Vedrai che quei che i tuoi trïonfi ornâro T'han posto il giogo e di catene avvinta . L'empie tue voglie a te stessa nemiche , Con gloria d ' altri , e ...
... gira , Da quel torto sentier dove sei vôlta . Che se risguardi le memorie antiche , Vedrai che quei che i tuoi trïonfi ornâro T'han posto il giogo e di catene avvinta . L'empie tue voglie a te stessa nemiche , Con gloria d ' altri , e ...
Sayfa 204
... gira e le spalanca . Risonò d ' un fragor profondo e rude Dell ' Olimpo la volta , e tre guerrieri Calar fur visti di sembianze crude . Nere sul petto le corazze e neri Nella manca gli scudi , e nereggianti Sul capo tremolavano i ...
... gira e le spalanca . Risonò d ' un fragor profondo e rude Dell ' Olimpo la volta , e tre guerrieri Calar fur visti di sembianze crude . Nere sul petto le corazze e neri Nella manca gli scudi , e nereggianti Sul capo tremolavano i ...
Sayfa 248
... gira Del nemboso Trion l'ultimo cielo . Gli angeli si destár che guardan saldi Le russe porte e le tedesche , e in velo Di sangue , e in negri usberghi avvolti e baldi , Intra ' l foco ruggiro e l'armi e l'ossa De ' cimmerj ( 2 ) ...
... gira Del nemboso Trion l'ultimo cielo . Gli angeli si destár che guardan saldi Le russe porte e le tedesche , e in velo Di sangue , e in negri usberghi avvolti e baldi , Intra ' l foco ruggiro e l'armi e l'ossa De ' cimmerj ( 2 ) ...
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Acheronte affanni alfin allor alma altar Amor Angeli aquilon Aronne Assiria avea Basville beata bella bruna canto celeste Chè chiome ciel ciglio città dolente colla Corcira crin crudel crudo d'amor Dio fidando divino dolce dolor donna Druidi duol Ecco empio Epicuro Erebo eterno favella figli fior fronte fuggir furor gemito genti gentil giorno gloria gran grido guardo inferno Israel l'ali l'alma l'altro l'Eterno l'ira l'onda labbro lacrime Laocoonte Luigi XVI lume Madre Marsiglia mesta mira misero mondo monte mortal morte Mugge nembo nemico notte Nume occhi orrenda padre Parga passo pensier petto piange pianto piè pietà pietoso raggio rondinella sacro sangue santo sdegno securo serba Signor Simonide Sionne SONETTO sospiro Sovra spada spirto sponda sposo stolta suol suon superba terra terror TOMMASO GROSSI trema Trovator Uscian vede veggio Vergine vesta vinti volto
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Sayfa 328 - Nel suoi che dee la tenera Tua spoglia ricoprir, Altre infelici dormono, Che il duol consunse ; orbate Spose dal brando, e vergini Indarno fidanzate ; Madri che i nati videro Trafitti impallidir.
Sayfa 353 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Sayfa 322 - Perché tutti sul pesto cammino Dalle case, dai campi accorrete? Ognun chiede con ansia al vicino, Che gioconda novella recò? Donde ei venga, infelici, il sapete, E sperate che gioia favelli? I fratelli hanno ucciso i fratelli; Questa orrenda novella vi do. Odo intorno festevoli gridi; S'orna il tempio, e risona del canto; Già s'innalzan dai cori omicidi Grazie ed inni che abbomina il ciel.
Sayfa 312 - Perché, baciando i pargoli, La schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi Invidiando mira? Non sa che al regno i miseri Seco il Signor solleva? Che a tutti i figli d'Eva Nel suo dolor pensò...
Sayfa 94 - Or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; Irato sempre e non maligno mai ; La mente e il cor meco in perpetua lite : Per lo più mesto, e talor lieto assai : Or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se...
Sayfa 316 - La procellosa e trepida gioia d'un gran disegno, l'ansia d'un cor che indocile serve, pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch'era follia sperar; tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio: due volte nella polvere, due volte sull'altar. Ei si nomò: due secoli, l'un contro l'altro armato, sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato; ei fé' silenzio, ed arbitro s'assise in mezzo a lor.
Sayfa 210 - Etna, e nell'orribil veste Delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi. Tu del nero aquilon su le funeste Ale per l'aria alteramente vieni, E passeggi sul dorso alle tempeste: Ivi spesso d'orror gli occhi sereni Ti copri, e mille intorno al capo accenso Rugghiano i tuoni, e strisciano i baleni.
Sayfa 95 - Forse di cosa che non v1 è presente, Venite voi di sì lontana gente, Come alla vista voi ne dimostrate? Che non piangete, quando voi passate Per lo suo mezzo la città dolente, Come quelle persone, che neente Par che intendesser la sua gravitate. Se voi restate per volere udire, Certo lo core ne* sospir mi dice, Che lagrimando n
Sayfa 311 - Sparso per ogni lido, Volgi lo sguardo a Solima, Odi quel santo grido: Stanca del vile ossequio, La terra a Lui ritorni: E voi che aprite i giorni Di più felice età, Spose...
Sayfa 318 - Fede ai trionfi avvezza! scrivi ancor questo, allegrati; che più superba altezza al disonor del Golgota giammai non si chinò.