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CANZONIERE.

PARTE PRIMA.

ALTRE RIME SPETTANTI ALLA VITA NUOVA.

SONETTO I.

GUIDO, vorrei che tu e Lapo ed io
Fossimo presi per incantamento,

E messi in un vascel, ch'ad ogni vento
Per mare andasse a voler vostro e mio;
Sicchè fortuna od altro tempo rio
Non ci potesse dare impedimento,
Anzi, vivendo sempre in un talento,
Di stare insieme crescesse il disio.

E monna Vanna e monna Bice poi, Con quella ch'è sul numero del trenta, Con noi ponesse il buono incantatore:

E quivi ragionar sempre d'amore; E ciascuna di lor fosse contenta, Siccome io credo che sariamo noi.

SONETTO II.

Di donne io vidi una gentile schiera
Quest' Ognissanti prossimo passato ;
Ed una ne venia quasi primiera,
Seco menando Amor dal destro lato.

Dagli occhi suoi gittava una lumiera,
La qual pareva un spirito infiammato:
Ed i'ebbi tanto ardir, che in la sua cera
Guardando, vidi un Angiol figurato.

A chi era degno poi dava salute
Con gli occhi suoi quella benigna e piana,
Empiendo il core a ciascun di virtute.

Credo che in ciel nascesse esta soprana, E venne in terra per nostra salute: Dunque beata chi l'è prossimana.

SONETTO III.

Onde venite voi così pensose? Ditemel, s'a voi piace, in cortesia: Ch'i' ho dottanza che la donna mia Non vi faccia tornar cosi dogliose.

Deh! gentil donne, non siate sdegnose,
Nè di ristare alquanto in questa via,
E dire al doloroso, che disia
Udir della sua donna alcune cose;

Avvegnachè gravoso m'è l'udire :
Si m'ha in tutto Amor da me scacciato,
Ch'ogni suo atto mi trae a finire.

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