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sue opere e specialmente nelle Lettere, la sua vita rappresentata, direi, giorno per giorno. Il Mézières non è quasi sorta di studii che non abbia creduto suo debito di fare per sorprendere i secreti di quella nobile vita, ed oltre i documenti già noti, di cui una ricca collezione è nella Biblioteca del Louvre e nella Biblioteca imperiale di Parigi, ha avuto innanzi la raccolta completa delle Lettere familiari del Petrarca, pubblicazione diligente del benemerito Fracassetti.

Anzi è proprio questa pubblicazione, che ha dimostrata al Mézières l' opportunità di un altro lavoro sul Petrarca, oltre i già noti del De Sade e del Ginguené.

« Nè l'uno, nè l'altro, dice il Mézières, poterono ritrarre intera questa sublime fisonomia. Manca alle loro pitture più di un tratto essenziale che ci rivela oggi un Italiano laborioso, dando alle stampe 167 lettere inedite di uno scrittore al quale egli ha consacrati gli studii dell'intera sua vita. La pubblicazione del sig. Fracassetti giustifica la convenienza di un nuovo studio sul Petrarca ».

Dobbiamo dunque al nostro concittadino doppie grazie, e di avere messi in luce scritti inediti del Petrarca, e di essere stato sprone a quest' accurata biografia del gran Poeta.

Il Mézières ha compreso che nessuno può es

ser giustificato di metter mano ad un argomento vecchio, se non quando vi sieno lacune, ed egli abbia il modo di riempirle. Credendo che la pubblicazione del Fracassetti fornisca nuovi elementi di giudizio e nuovi particolari, atti a compiere o rettificare in qualche parte i lavori antecedenti, si è messo senz'altro a studiare il Petrarca d'après de nouveaux documents.

La speranza del Mézières era di potere con questo recente studio offrire al mondo il vero Petrarca.

« Il vero Petrarca (dic' egli) non è solo scrittore di sonetti e canzoni; ma è la più grande figura del quattordicesimo secolo, il rappresentante delle idee più ardite che vi si sieno discusse, il ristoratore delle lettere e il capo ammirato di una generazione di poeti, di latinisti, di dotti ».

Nel vero Petrarca egli scopre cinque passioni, la religione, l'amore, l'amicizia, il culto delle lettere e il patriottismo, le quali se disputent sa vie et échauffent son style du feu qu'elles allument au fond de son âme.

Il Petrarca del volgo è l'autore del Canzoniere; ma il Petrarca, osserva il Mézières, non è tutto nel Canzoniere. « Quelli che lo giudicano solo dalle sue poesie amorose, conoscono i suoi più bei versi senza conoscere lui. E non lo si conosce che dopo di aver seguìto il suo

pensiero non solo nel primo caldo di gioventù, ma nell'età matura, a traverso di un gran poema, delle egloghe, delle epistole in versi latini, de' trattati filosofici, e specialmente della vasta corrispondenza che egli teneva co' principali personaggi del suo tempo».

E questo ha voluto egli fare per l'appunto ; ha voluto farci conoscere il Petrarca, studiando il suo poema, le sue egloghe, le epistole, i trattati filosofici, le sue lettere, e giovandosi de' lavori altrui e degl' immensi materiali offertigli dalla Biblioteca del Louvre per mostrarci il grand'uomo sotto tutti gli aspetti. Egli ha voluto recomposer dans son ensemble cette imposante physionomie.

Con tale intendimento ha fatto un magnifico libro, dove ha con molta diligenza e con grand'arte raccolto e riassunto tutto ciò che di più interessante è stato scritto sulla vita del Petrarca, rettificando o chiarendo alcuni particolari e alcuni punti di vista: libro che si legge con piacere e può esser consultato con frutto.

Se di questa lode è pago il sig. Mézières, chi si contenta gode: ma non me ne contento io.

Oggi il numero de' libri è così strabocchevolmente cresciuto, che dobbiamo innanzi tutto domandar conto agli autori della scelta dell' argomento, e non ammetter come lavori serii e utili se non quelli che prendono le quistioni come si trovano e le fanno camminare innanzi.

Sul Petrarca n'abbiamo d' infiniti. Nella sola Biblioteca del Louvre, come afferma Mézières, esistono ottocento opere relative al Petrarca, che Carlo X nel 1829 comprò dal professore Marsand di Padova. E questa collezione non le comprende tutte. Si tratta di migliaia di volumi scritti sullo stesso autore, e alcuni da filologi, eruditi, filosofi e poeti. De Sade, Baldelli, Ginguené, Muratori, Aroux, Foscolo, Villemain, Saint-Marc Girardin, Macaulay, non c'è quasi grand' uomo che non abbia detto almeno il suo motto sul Petrarca, non c'è quasi libro di erudizione o di lettere o di filosofia dove in qualche pagina non lo trovi ricordato in tratti più o meno felici. E ciascuno scrive con la pretensione di dir cose nuove, e, come oggi si dice volgarmente, di portar la pietra all'edifizio.

Chi dunque ci sforza di scrivere il millesimo. ed uno volume sul Petrarca? Non altro se non la convinzione, che di questo scrittore non è stata ancor detta l'ultima parola, nè scritto un lavoro terminativo; che parecchie quistioni rimangono ancora avviluppate o insolute e perciò il y a quelque chose à faire.

Ma cosa resta a fare? Qui ci sembra che il Mézières abbia preso un errore. Egli è partito da questa falsa base, che il Petrarca del Canzoniere è il Petrarca del volgo; che il vero Petrarca è molto di più, un erudito, un latinista,

un patriota, un ristoratore degli studii, un grande ingegno ed un gran carattere; e che ciò che resta a fare è ricostruire il Petrarca, reintegrare questa grande figura mutilata dal volgo.

Si comprende adunque la grande importanza che egli ha dovuto dare alle Lettere raccolte dal Fracassetti e a' materiali ritrovati nella Biblioteca imperiale e nella Biblioteca del Louvre. Volendo darci il Petrarca intero e non il mutilato dal volgo, ogni piccolo fatto, ogni documento acquista un valore speciale.

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Ma in questo caso è il volgo che ha ragione, ed è il Mézières che ha torto. Il volgo potrebbe dirgli che rifarmi per la centesima volta una vita del Petrarca? o cosa potete aggiungervi che non sia già noto nella sua sostanza anche a' meno letterati? Dopo De Sade e Baldelli si può fare una vita più elegante del Petrarca, ma non più interessante.

In effetti, si può dire che il volgo, e intendiamo per volgo l'universalità de' lettori alla buona e senza pretensione, conosce perfettamente il Petrarca intero, che vorrebbe regalargli il Mézières. Sa perfettamente che il Petrarca fu un gran , personaggio, di molt' autorità, di molte aderenze, vivuto ora in solitudine, ora accanto a' principi, incoronato a Roma, autore di molte opere latine, e fra queste soprattutto di un gran poema, amico del Boccaccio e dei più grandi uomini di

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