Il principio della moraleLaterza, 1921 - 233 sayfa |
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abbiamo acciocché adunque affezioni razionali alcuna all'uomo anco animale appunto Arcesilao Aristippo Aristotele assoluto azioni esterne Carneade ché cipio classe cognizione diretta colla concepire concetto conoscere considerare consiste conviene corporeo Cousin dell'essere dell'obbligazione dell'uomo determinare dice dignitá dire disinteresse divina dottrina elemento enti entitá Epicuro Epitteto esprimere essenza esso Eutifr Eutifrone facoltà felicitá filosofia morale forma formale formola forza Giansenio giudizio ideale idee intel intellettivo intelligenza Kant l'essenza l'essere l'obbligazione l'uomo legislatore Leibniz libertá lume della ragione male materia medesimo mente natura necessario nega noumenico obbligante obbligazione operare osservazione panteismo parliamo percepisce perfezione morale perocché piacere Platone possono potenza principio della morale principio morale proposizioni propria pure ragion d'esempio rale rapporti reale realtà Rosmini rosminiana scienza scuola sensisti senso sentimenti Simm sistemi morali Socrate soggetto spirito stima pratica stima speculativa Stoici trova umana universale uomini v'ha vede veritá vero virtú volontà Zenone di Elea zione
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Sayfa 190 - ... arrecata nel suo modo di essere da una causa operante su di esso dal di fuori. Il soggetto che conosce, si realizza nella sua conoscenza. L'esser mio nell'atto che conosco non è altro che il mio stesso conoscere. E viceversa, il mio conoscere non è un conoscere che si possa astrarre da me, poichè esso non è altro che l'atto mio, cioè quell'atto in cui io, in quanto conosco, sono tutto quel che sono. La mia presenza nel mio conoscere (che è ciò che si dice « aver coscienza del proprio...
Sayfa 210 - Ma quando il soggetto non solo intuisce, ma fa altresì l'atto d'assentire, con quest'atto egli unisce sé agli oggetti, che pur sono senza di lui, e vi si sottomette come alla verità: accetta personalmente gli oggetti come veri, e come tali anche amabili, e norma a cui conformare se stesso.
Sayfa 192 - ... ad rem gerendam necessaria est, cuius tanta vis est, ut ne illi quidem, qui maleficio et scelere pascuntur. possint sine ulla particula iustitiae vivere.
Sayfa 189 - ... insieme di tutte le azioni che si presentano al nostro spirito come suscettibili di una valutazione che le approvi o le disapprovi, può essere valutato soltanto se si considera come dovuto assolutamente all'attività dello spirito: come quello che è quale lo spirito lo ha voluto.
Sayfa 210 - ... vetri, e gli fosse dato facoltà di prendersi quella parte de' tesori che a lui meglio paresse, si farebbe prima a contemplare tante ricchezze procurando di discernere le vere dalle false, e poi s'approprierebbe quelle che gli sembrassero vere gioie: così accade delle cognizioni e delle opinioni, che altro è l'atto di intuirle semplicemente e altro l'atto di esaminarne il valore, ossia di pesare le ragioni de' giudizi possibili, ed altro ancora è l'atto del prendersele e farle proprie e personali,...
Sayfa 26 - ... nostra intelligenza, ci fornisce poi le regole particolari secondo le quali noi dobbiamo giudicarli e stimarli. Che se noi consideriamo tutte queste regole nel loro rapporto che hanno colla nostra volontà produttrice della stima pratica, elle si cangiano in altrettante leggi morali.
Sayfa 19 - ... infinitamente la parte e sublima. Conciossiaché in virtù di questo congiungimento strettissimo, ch'ella può fare di sé col bene assoluto, diventa una cosa con lui: e qui però riposa l'estrema eccellenza del creato.
Sayfa 50 - ... parte veruna. Pertanto questo istinto propriamente altro non è che un sentimento morale, che dall'animo nasce, e che viene da se stesso, senza che l'uomo vi faccia riflesso...
Sayfa 24 - ... del supremo fine ed è allora quando a questo migliore dell'uomo, a questa ultima altezza, si volge l'amor degli uomini, che questo amore è perfettamente buono, perfettamente morale: poiché allora si ama l'essere, e lo si ama nel suo ordine, e si ama l'ordine dell'essere compiutamente, conciossiaché l'ordine dell'essere non è compiuto se non ascendendo al principio dell'ordine stesso, ascendendo a quell'essere, nel quale e pel quale sono e stanno tutti gli esseri.
Sayfa 13 - Rosmini conchiudere che appunto quella che si dice forza pratica, l'umana libertà, è « questa terribile forza di dir falso al vero, di dir male al bene, di cassare agli occhi propri quella entità che gli sta dinanzi e che non può distruggere, di crearsi un idolo mostruoso e vano...