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sul Dante, ediz. cit. pag. 21. « Benchè lo spirito si levi dal vapore del sangue, o dall'aria, secondo Galeno, o dal nutrimento, secondo Alberto, non dobbiamo però credere che sia corpo semplice, ma composto de' quattro elementi, benchè sia caldo a predominio, cioè che sia più caldo che altro. Onde Galeno disse, che se alcuno mettesse un dito sul ventricolo sinistro del cuore, egli nol vi potrebbe tenere per la gran caldezza, non ostante che Avicenna lo chiami ora umido, ora freddo, e talvolta temperato ».

L'anima, secondo Dante, è quella che forma e lavora il proprio corpo, dove più e dove meno sottilmente: quant'è all'uomo, più sottilmente nella faccia che altrove, e più nella bocca e negli occhi, che in altra parte della faccia. CONVITO 3. 8. E da sapere che in qualunque parte l'anima più adopera del suo ufficio, che a quella più fissamente intende ad adornare, e più sottilmente quivi adopera. Onde vedemo che nella faccia dell' uomo, là dove fa più del suo ufficio che in alcuna parte di fuori, tanto sottilmente intende, che per sottigliarsi quivi, tanto quanto nella sua materia puote, nullo viso ad altro è simile; perchè l'ultima potenzia della materia, la quale è in tutti quasi dissimile, quivi si riduce in atto: e perocchè nella faccia, massimamente in due luoghi adopera l'anima (perocchè in quelli due luoghi quasi tutte e tre le nature dell'animo hanno giurisdizione, cioè negli occhi e nella bocca), quelli massimamente adorna, e quivi pone lo intento tutto a far bello, se puote.

Gli spiriti corporei suddetti generati o dal sangue, ovvero dall' aere, ovvero dal nutrimento sono operazione dell'anima. Cotali spiriti sono quasi strumenti che l'anima fabbrica a sè medesima nel suo misterioso lavoro.

Ma si chiamano spiriti anche i moti stessi dell' anima; e in questo senso essi non sono sostanze nè corporee nè incorporee, ma sono veramente accidenti in sostanza. Anzi l'anima stessa è detta spirito; in quanto ella spira. BRUNETTO LATINI, 1. 15. « Per ciò ch'ella (l'anima) spira, ella è chiamata spirito ». E in largo senso si dice che l'anima spira, quand'ella pensa, quand'ella sente, quand' ella vuole, quand'ella ama ovvero odia, quand'ella desidera, e simili. Di qui spirito per sentimento. COMMEDIA, Inf. 13. 36. Non hai tu spirto di pietade alcuno? E spirito per senso. CONVITO, 2. 10. Se la cera avesse spirito da temere, più temerebbe di venire al raggio del sole che non farebbe la pietra.

E spirito per pensiero. CONVITO, 3. 7. Il suo parlare (della Filosofia) genera nella mente di chi l'ode un pensiero d'amore, il quale io chiamo spirito celestiale. E spirito per ispirazione. COMMEDIA, Parad. 12. 67. E perchè fosse (san Domenico,) qual era in costrutto, Quinci si mosse spirito a nomarlo Del possessivo di cui era tutto. Ivi, 12. 141. Il Calabrese abate Gioachino Di spirito profetico dotato.

Però nell'ispirazione l'anima non è agente, ma paziente. E come si dice, spirito di pietà, così si dice spirito d'amore, di vergogna o di altra passione. V. N. §. XI. Quando ella fosse alquanto propinqua al salutare, uno spirito d'amore distruggendo tutti gli altri spiriti sensitivi, pingea fuori i deboletti spiriti del viso, e dicea loro: « andate ad onorare la donna vostra; » ed egli si rimanea nel loco loro.

Lo spirito di vergogna fu detto rosso spiritello. CAVALCANTI GUIDO, sonet. 28, Ediz. Cacciap. « Il rosso spiritel che apparve al volto ».

V'ha altresì lo spirito noioso. Ivi, sonet. 22. « Lo spirito noioso che ti caccia ».

La dottrina degli spiriti e spiritelli si può dire che sia quasi tutta compendiata nel seguente sonetto di esso CAVALCANTI:

Per gli occhi fere un spirito sottile

Che fa in la mente spirito destare,
Dal qual si move spirito d'amare,
Ch'ogni altro spiritel si fa gentile.
Sentir non può di lui spirito vile,

Di cotanta virtù spirito appare;
Quest'è lo spiritel che fa tremare,
Lo spiritel che fa la donna umìle.
E poi in questo spirito si move
Un altro dolce spirito soave
Che segue un spiritello di mercede.
Lo quale spiritel spiriti piove;

C'ha di ciascuno spirito la chiave
Per forza d'uno spirito che 'l vede.

Lo spirito sottile che fere per gli occhi, è corporale, avvegna che sottile; lo spirito che si desta nella mente è incorporeo, cioè un pensiero; lo spirito d'amare è un affetto che nasce da quel pensiero; gli spiriti che si fanno gentili, sono gli spiriti sensitivi; lo spirito vile è l'anima vile; lo spirito di grande virtù il quale fa tremare, è lo spirito d'umiltà della donna, cioè della ragione. Lo spirito che segue lo spiritello di mercede, cioè di merito, è la grazia. Gli spiritelli che piovono dalla grazia sono i molti virtuosi suoi effetti. In fine, lo spirito per cui tutto ciò avviene, è Dio, spirito degli spiriti; Dio, cui esso spirito della grazia vede, cioè conosce, essendo una medesima sostanza con lui. Spirito, in generale, è quasi un effluvio, o fiato, o alito, o esalazione, ovvero emanazione, ovvero spiramento, che dir vogliamo.

Il sospiro è spirito. COMMEDIA, Purg. 30. 97. Lo gel che m'era intorno al cor ristretto Spirito ed acqua

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La voce e la parola stessa può dirsi spirito. CoмMEDIA, Purg. 21. 88. Tanto fu dolce mio vocale spirto. Ivi, Parad. 24. 32. Poscia, fermato il fuoco benedetto, Alla mia donna dirizzò lo spiro, Che favellò così com' io l'ho detto.

E v' ha perfino lo spirito peregrino. V. N. §. XLII. Lo peregrino spirito la mira. Dove il Poeta spiega: E chiamolo allora (il mio pensiero) peregrino, acciocchè (perchè) spiritualmente va lassù, e sì come peregrino, lo quale è fuori della sua patria.

Gli occhi belli mandano spiriti d'amore, quasi fossero saette d'amore, ossia quasi come in loro s'annidasse il dio Amore, e indi traesse i suoi strali. V. N. §. XIX. Degli occhi suoi come ch'ella si muova, Escono spirti d'amore infiammati, Che feron gli occhi a qual che allor gli guati, E passan sì che 'l cor ciascun ritrova.

Anche l'invidia ha suoi spiriti, ovvero frecce. BACONE DA VERULAMIO, Serm. fidel. 9. « Nell'invidia avviene certa irradiazione, e certo gettamento; ovvero quasi jet

tatura.

L'anima è tutta in tutto il corpo, ed è tutta in ogni parte del corpo: ma non altrimenti che Dio nell'universo, (Commedia, Parad. 1. 2.) ella risplende In una parte più e meno altrove. UGO DA S. VITTORE, dell'anima, 2. 12. « L'anima è intera in ogni più piccola particella del corpo, nè è minore nelle parti minori, nè maggiore nelle maggiori; ma dove più intensamente e dove più rimessamente, è tutta nel tutto, e tutta in cada una parte. Perocchè, siccome Dio è dovunque intero in tutto il mondo, e in ciascuna sua creatura, così l'anima è ovunque tutta in tutto il corpo suo, quasi in suo particolare universo: però con più d'intensione nel cuore e nel

cervello; a quella guisa che Dio si dice principalmente essere in cielo.

L'anima non à parvenza nè corpo. Poichè se fosse visibile sarebbe corpo. E se fosse corpo sarebbe divisibile e avrebbe parti, nè a un tempo potrebbe essere in un sol luogo. Chè niun corpo può o toccare per intero o esser tocco. L'anima veramente in ciascun suo moto e azione assiste tutta, e tutta vede e delle cose viste ricorda; e tutta ascolta e de' suoni si risovviene; e, tutta sendo, e odora e degli odori si rammenta; intera, medianti lingua e palato, percepisce e distingue i sapori, e intera, sì le dure come le cose molli tocca; tutta in uno approva e biasima e, per certo, le cose fredde o le calde sol colla punta delle dita tutta distingue; tutta è guardo, tutta udito, tutta si ricorda, tutta è memoria; allorchè intera vuole, intera è volontà; se si fa a considerare, è tutta pensamento; tutta in sull'amare, è tutta amore. Imperocchè da un canto può meditare, da l'altro amare. Ha l'anima passioni per cui si educa alle virtù. Poichè a essa è dolore de' peccati, tema de' castighi, voglia delle impromesse, gioia dai premî, le quai cose son certa scuola alle virtù. A essa son qualità per le quali si arma e disponsi contro i vizî. Giacchè dalla Prudenza sa che far debba. Per resister alle cose prospere ha la Temperanza. Fortezza è a lei contro le avverse. Ha la Giustizia onde saper ciò che dee restituire a ciascuno, e la Prudenza a conoscere di quanto è capace. Fortezza è fare ciò che tu possa. Temperanza non presumer fare ciò che non puoi. Giustizia non voler oltre il poter tuo. Prudenza sta in scegliere; Temperanza in usare. Fortezza in tollerare. Giustizia in ispartire. Prudenza in non far cosa di che ci si deva pentire e nulla fuor il giusto tentare. Di Temperanza è niente se non l'illicito temere, e ciascuna cosa operiamo o meditiamo esser conforme ragione. Di Fortezza è le avidità mondane non sol contenere ma obliar affatto. Di Giustizia ogni meditazione dell'anima indirizzare unicamente a Dio e, come se niente altro esistesse, contemplar Lo con il solo acume della mente: ha l'anima virtù solenni per cui si ordina, ossiano Fede, Speranza, Battesimo, Unzione, Confermazione e le restanti; per le quali a Dio si consacra. Ha in oltre virtù onde profitta e a Dio si marita, come l'umiltà, la purità, la

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