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CONVITO

DI DANTE
ALIGHIERI

ICCOME dice il Filofofo nel principio
della prima Filofofia, tutti gli uomi-
ni naturalmente difiderano di fapere.
anfees. M.
La ragione di che puote effere fie, che
ciafcuna cofa, da provvidenzia di pro-shunkie &
pia natura impinta, è inclinabile alla

fua perfezione; onde, acciocchè la fcienza è ultima
perfezione della noftra anima, nella quale ftà la no-
ftra ultima felicità, tutti naturalmente al fuo defi-
derio fiamo fuggetti. Veramente da questa nobilif-
fima perfezione molti fono privati per diverfe ca-
gioni, che dentro dall' uomo, e di fuori da effo,
lui rimuovono dall' abito di fcienzia. Dentro dall'

I Nel principio della prima Filofofia. al. nel principio della fua metafifica Filo

A

uomo

fofia. * Metafifica, forfe
gloffema.

I

uomo poffono effere due difetti: è impedito l'uno dalla parte del corpo: l'altro dalla parte dell'anima. Dalla parte del corpo è, quando le parti fono indebitamente difpofte, ficchè nulla ricevere può; ficcome fono fordi, e muti, e loro fimili. Dalla parte dell'anima, è, quando la malizia vince in effa ficchè fi fa feguitatrice di viziofe dilettazioni, nelle quali riceve tanto inganno, che per quelle ogni cofa tiene a vile. Di fuori dall'uomo poffono effere fimilemente due cagioni intefe, l'una delle quali è induttrice di neceffità, l'altra di pigrizia. La prima è la cura familiare, e civile, la quale convenevolmente a fe tiene degli uomini il maggior numero, ficchè in ozio di fpeculazione effere non poffono. L'altra è il difetto del luogo, ove la perfona è nata, e nudrita; che talora farà da ogni ftudio non folamente privato, ma da gente ftudiofa lontano. Le due di quefte cagioni, cioè la prima dalla parte di fuori, non fono da vituperare, ma da fcufare, e di perdono degne; le due altre, avvegnachè l'una più, fono degne di biafimo, e d'abominazione. Manifeftamente adunque può vedere, chi bene confidera, che pochi rimangono quelli, che all'abito, da tutti 3 confiderato, poffano pervenire; e innumerabili quafi fono gl' impediti, che di quefto cibo da tutti fempre vivono affamati. O beati que' pochi, che feggono a quella menfa, ove il pane degli Angeli fi mangia! e miferi quelli, che colle pecore hanno comune cibo! Ma perocchè ciafcuno a ciafcuno uomo è naturalmente amico: e cia

1 Due difetti: è impedito l' 2.vince in effa.al.viene in effa. uno. al. due difetti o im- 3 confiderato, i. avuto in vi

pedimenti: l'uno.

fta. 1. defiderato...

é ciascuno amico fi duole del difetto di co! egli ama; coloro, che a così alta menfa fono cibati, non fanza mifericordia fono in ver di quelli, che in beftiale paftura veggiono, erba, e ghiande gire mangiando. E, acciocchè mifericordia è madre di beneficio; fempre liberalmente coloro, che fanno, porgono della loro buona ricchezza alli veri poveri; e fono quafi fonte vivo, della cui acqua fi rifrigera la natural fete, che di foprac nominata. E io adunque, che non feggo alla beata menfa, ma fuggito dalla paftura del vulgo, a piedi di coloro, che feggono, ricolgo di quello, che da loro cade: e conofco la mifera vita di quelli, che dietro m'ho lafciati; per la dolcezza, che io fento in quello, che appoco appoco ricolgo, mifericor devolmente moffo, non me dimenticando, per li miferi alcuna cofa hoe rifervata, la quale agli occhi loro già è più tempo ho dimoftrata, e in ciò gli ho fatti maggiormente vogliofi. Perchè, ora volendo loro apparecchiare, intendo fare un generale Convito, di ciò, ch' i' ho loro mostrato: e di quello pane, ch'è meftiere a così fatta vivanda fanza lo quale da loro non potrebbe effere mangiata e a quefto Convito, di quello pane degno, cotal vivanda qual' io intendo indarno effere miniftrata. E però ad effo non voglio, s'affetti alcuno male de' fuoi organi difpofto; perocchè nè denti, nè lingua ae, nè palato, nè alcuno affettatore di vizj; perocchè lo ftomaco fuo è pieno d'omori venenofi contrarj, ficchè mia vivanda non terrebbe. Ma vegnaci qualunque è familiare, o civile, nella umana fame rimafo: e ad una menfa cogli altri fiA 2

mili

in

mili impediti s'affetti: e alli loro piedi fi pongano tutti quelli, che per pigrizia fi fono ftati, che non fono degni di più alto federe: e quegli, e queftr prendano la mia vivanda col pane, che la farò loro, e guftare, e patire. La vivanda di questo Convito farà di quattordici maniere ordinata, cioè quattordici Canzoni, sì d'Amore, come di Virtù materiate; le quali, fanza lo prefente pane, aveano d'alcuna fcurità ombra, ficchè a molti lor bellezza, più che lor bontà, era in grado; ma quefto pane, cioè la prefente difpofizione, farà la luce, la quale ogni colore di loro fentenzia farà parvente. E fe nella prefente opera, la quale è Convito nominata, e vo', che fia, più virilmente fi trattaffe, che nella Vita Nuova; non intendo però a quella parte alcuna derogare, ma maggiormente giovare per quefta quella; veggendo, ficcome ragio-. nevolmente, quella fervida, e paffionata, quefta temperata, e virile effere conviene. Che altro fi conviene, e dire, e operare a una etade, che ad altra, perchè certi coftumi fono idonei, e laudabili a una etade, che fono fconci, e biafimevoli ad altra, ficcome di fotto nel quarto trattato di quefto libro farà propia ragione moftrata. E io in quella dinanzi all'entrata di mia gioventute parlai, e in quefta di poi quella già trapaffata. E concioffiecofachè la vera intenzione mia foffe altra, che quella, che di fuori moftrano le Canzoni predette, per allegorica fpofizione quelle intendo moftrare: appreffo la litterale ftoria ragionata; ficchè l'una ragione, e l'altra darà fapore a coloro, che a quefta cena fono convitati; li quali priego

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