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Che cosa è Canzone.
Cap. VIII.

Ra preparate le legne, e le funi, è tempo da leperchè

fcuna opera dee precedere a la operazione, la quale è come fegno avanti il trarre de la fagitta, overo del dardo; però prima, e principalmente veggiamo qual fia quefto fafcio, che volemo legare. Questo fafcio adunque fe bene ci ricordiamo tutte le cofe trattate ) è la Canzone; e però veggiamo, che cofa fia Canzone, e che cofa intendemo quando dicemo Canzone. La Canzone adunque, fecondo la vera fignificazione del fuo è effa azione, overo pafsione del cantare; sì come la lezione è la pafsione, overo azione del leggere; ma dichiariamo quello che fi è detto, cioè, fe questa si chiama Canzone, in quanto ella fia azione, o in quanto pafsione del cantare. Circa la qual cofa è da confiderare, che la Canzone fi può prendere in dui modi, l'uno de li quali modi è fecondo che ella è fabbricata dal fuo autore; e così è azione; e fecondo quefto modo Virgi lio nel primo de l'Eneida dice,

nome,

Io canto l'arme, e l'uomo.

L'altro modo è, fecondo il quale ella dapoi che è fabbricata fi proferifce, o da lo autore, o da chi che fia, o con fuono, o fenza, e così è pafsione; e perchè allora da altri è fatta, et ora in altri fa, e così allora azione, et ora pafsione effere fi vede. Ma conciò fia che effa è prima fatta, e poi faccia; però più rofto, anzi al tutto par, che fi debbia nominare da quello, che ella è fatta, e da quello che ella è azione di alcuno, che da quello, che ella faccia in altri. Et il fegno di questo è, che

Oftendit, quod pluribus modis variatur eloquentia Vulgaris; fed praecipuum est per Cantilenas five Cantiones.

PR

Raeparatis fuftibus, torquibufque ad fafcem,nunc fafciandi tempus incumbit ; fed quia cujuslibet operis cognitio praecedere debet operationem, velut fignum ante admiffionem fagittae, vel jaculi, primo & principaliter quid fit ifte fafcis, quem fafciare intendimus, videamus. Fafcis igitur ifte, fi bene comminifcimur omnia praelibata, Cantio eft. Quapropter quid fit Cantio, videamus, & quid intelligimus, cum dicimus Cantionem. Eft enim Cantio fecundum verum nominis fignificatum ipfe canendi actus, vel paffio, ficut lectio, paffio, vel actus legendi. Sed divaricemus, quod dictum eft, utrum videlicet haec fit Cantio, prout eft actus, vel prout passio. Circa hoc confiderandum eft, quod Cantio dupliciter accipi poteft; uno modo fecundum quod fabricatur ab auctore fuo, & fic est actio, & fecundum iftum modum Virgilius primo Eneidos dicit,

Arma virumque cano.

Alio modo fecundum quod fabricatur, profertur, vel ab auctore, vel ab alio quicunque fit, five cum modulatione proferatur, five non, & fic eft paffio. Nam tunc agitur, modo vero agere videtur in alium, & fic tunc alicujus actio, modo quoque paffio alicujus videtur, & quia prius agitur ipfa quam agat, magis ideo prorfus denominari videtur ab eo, quod agitur, & est actio alicujus, quam ab eo quod agit in alios: fignum

Tom. II.

M

au

è che noi non dicemo mai quefta Canzone è di Pietro, perchè effo la proferifca, ma perchè efo l'abbia fatta. Oltre di questo è da vedere, fe fi dice Canzone la fabbricazione de le parole armonizate, overo effa modulazione, o canto; a che dicemo, che mai il canto non fi chiama Canzone, nia o fuono, o tono, o nota, o me lodia. E niuno trombetta, o organifta, o citaredo chiama il canto fuo Canzone, fe non in quanto fia accompagnato a qualche Canzone; ma quelli che compongono parole armonizate, chiamano le opere fue Canzoni. Et ancora che tali parole fiano fcritte in carte, e fenza niuno che le proferifca, fi chiamano Canzoni, e però non pare, che la Canzone fia altro, che una compiuta azione di colui che detta parole armonizate, et atte al canto. Là onde così le Canzoni, che ora trattiamo, come le Ballate, e Sonetti, e tutte le parole a qualunque modo armonizate, o volgarmente, o regulatamente dicemo effere Canzoni, ma perciò che folamente trattiamo le cofe Volgari, però lafciando le regolate da par te, dicemo, che de i Poemi Volgari uno ce n'è fupremo, il quale per fopra eccellenzia chiamiamo Canzone; è che la Canzone fia una cofa fuprema nel terzo capitolo di quefto libro è provato, ma conciò fia che quefto, che è diffinito paja generale a molti, però rifumendo detto vocabulo generale, che già è diffinito, distinguiamo per certe differenzie quello, che folamente cerchiamo. Dicemo adunque che la Canzone, la quale noi cerchiamo, in quanto che per fopra eccellenzia è detta Canzone > è una congiugazione tragica di ftanzie equali fenza rifponforio, che tendeno ad una fentenzia, come noi dimoftriamo, quando dicemmo,

Donne che avete intelletto d'Amore.

E così manifefto che cofa fia Canzone, e fecondo che generalmente fi prende, e fecondo che per fopra

eccel

autem bujus eft, quod nunquam dicimus, Haec eft Cantio Petri, eo quod ipfam proferat, fed eo quod fabricaverit illam. Praeterea differendum eft, utrum Cantio dicatur fabricatio verborum armonizatorum, vel ipfa modulatio: ad quod dicimus, quod nunquam modulatio dicitur Cantio, fed fonus, vel tonus, vel nota, vel melos; nullus enim tubicen, vel organista, vel citharoedus melodiam fuam Cantionem vocat, nifi in quantum nupta eft alicui cantioni; fed armonizantes verba, opera fua Cantiones vocant, & etiam talia verba in chartulis abfque probatore jacentia Cantiones vocamus, & ideo Cantio nil aliud effe videtur, quam aEtio completa dictantis verba modulationis armonizata.

Propter tam Cantiones, quas nunc tractamus, quam

Ballatas, & Sonitus, & omnia cujufcunque modi verba fint armonizata vulgariter, & regulariter, Cantiones effe dicemus. Sed quia fola Vulgaria ventilamus, regulata linquentes, dicimus Vulgarium Poëmatum unum effe fupremum, quod per fuperexcellentiam Cantionem vocamus; quod autem fupremum quid fit Cantio, in tertio hujus libri capitulo eft probatum. Et quoniam quod diffinitum eft pluribus, generale videtur, refumentes diffinitum jam generale vocabulum,per quef dam differentias folum, quod petimus, diftinguamus; dicimus ergo quod Cantio, prout nos quaerimus, quantum per fuperexcellentiam dicimus eft aequalium ftantiarum fine refponforio ad unam fententiam tragica conjugatio, ut nos oftendimus, cum dicimus,

Donne, che avete intelletto d'Amore.

Et fic patet quid Cantio fit, & prout accipitur generaliter, & prout per fuperexcellentiam vocamus eam ; fa

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eccellenzia la chiamiamo. Et affai ancora pare manifefto che cofa noi intendemo, quando dicemo Can zone; e confequentemente qual fia quel fafcio che vogliamo legare. Noi poi dicemo, che ella è una tragica congiugazione; perciò che quando tal congiugazione fi fa comicamente, allora la chiamiamo per diminuzione Cantilena, de la quale nel quarto libro di quefto avemo in animo di trattare.

Che cosa è Stanzia ne la Canzone.
Cap. IX.

Sfendo la Canzone una congiugazione di Stanzie, e non fapendofi che cofa fia Stanzia, fegue di neceffità, che non fi fappia ancora che cofa fia Canzone; perciò che da la cognizione de le cofe, che diffinifcono, refulta ancora la cognizione de la cofa diffi nita, e però confequentemente è da trattare de la Stanzia, acciò che inveftighiamo, che cofa effa fi fia, quello che per effa volemo intendere. Ora circa quefto è da fapere, che tale vocabolo è stato per rispetto de l'arte fola ritrovato; cioè perchè quello fi dica Stanzia, nel quale tutta l'arte de la Canzone è contenuta, e quefta è la ftanza capace, overo il recettacolo di tutta l'arte, perciò che si come la Canzone è il grembo di tutta la fentenzia, così la Stanzia riceve in grembo tutta l'arte; nè è lecito di arrogere alcuna cofa di arte a le Stanzie fequenti; ma folamente fi vefteno de l'arte de la prima, il perchè è manifefto, che effa Stanzia de la qual parliamo ) farà un termine, overo una compagine di tutte quelle cofe, che la Canzo ne riceve da l'arte; le quali dichiarite, il defcrivere che cerchiamo, farà manifefto. Tutta l'arte adunque de la Canzone pare, che circa tre cofe confifta, de le quali la prima è circa la divifione del canto l'altra circa la abitudine de le parti, la terza circa il numero

Efendo uita di

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