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essa mi parea che se ne gisse verso il cielo. Ond' io sostenea sì grande angoscia, che lo mio deboletto sonno non potè sostenere, anzi si ruppe, e fui disvegliato.

Ed immantinente cominciai a pensare; e trovai che l'ora nella quale m' era questa visione apparita, era stata la quarta della notte: sì che appare manifestamente, ch'ella fu la prima ora delle nove ultime ore della notte. E pensando io a ciò che m'era apparito, proposi di farlo sentire a molti, i quali erano famosi trovatori in quel tempo. E con ciò fosse cosa ch'io avessi già veduto per me medesimo l'arte del dire parole per rima, proposi di fare un sonetto, nel quale io salutassi tutti i fedeli d'Amore, e pregandoli che giudicassero la mia visione, scrissi loro ciò ch'io avea nel mio sonno veduto; e cominciai allora questo sonetto:

A ciascun' alma presa e gentil core,
Nel cui cospetto viene il dir presente,
A ciò che mi riscrivan suo parvente,
Salute in lor signor, cioè Amore!

Già eran quasi ch'atterzate l' ore,
Del tempo che ogni stella n'è lucente,
Quando m' apparve Amor subitamente,
Cui essenza membrar mi dà orrore.

Allegro mi sembrava Amor, tenendo
Mio core in mano, e nelle braccia avea
Madonna, involta in un drappo, dormendo.

Poi la svegliava, e d'esto core ardendo
Lei paventosa umilmente pascea:

Appresso gir ne lo vedea piangendo.

Questo sonetto si divide in due parti: nella prima parte saluto, e domando risponsione; nella seconda significo a che si dee rispondere. La seconda parte comincia quivi: «Già eran...»

A questo sonetto fu risposto da molti e di diverse sentenze, tra li quali fu risponditore quegli, cui io chiamo

diese Herrin in seine Arme und entschwebte mit ihr, wie es mir vorkam, gen Himmel. Darüber ergriff mich eine solche Angst, daß mein leiser Schlaf nicht länger standhielt und ich erwachte.

Und sogleich begann ich dem nachzudenken und fand, daß die Stunde, als mir jenes Gesicht erschienen war, die vierte der Nacht: also, wie deutlich zu sehen, die erste der neun letzten Nachtstunden gewesen war. Und indem ich über die Erscheinung nachsann, nahm ich mir vor, es viele wissen zu lassen, die berühmte Reimkünstler jener Zeit waren. Und da ich nun damals schon aus eignem Antrieb die Kunst, gereimte Verse zu dichten, erprobt hatte, so beschloß ich, ein Sonett zu machen, darin ich alle Getreuen der Liebe begrüßte; und indem ich sie bat, daß sie über mein Traumgesicht urteilen möchten, schrieb ich ihnen, was ich in meinem Schlummer gesehen hatte, und begann dann folgendes Sonett:

All edeln Herzen und verliebten Seelen,
Vor deren Augen kommt, was ich hier dichte,
Daß jeder seine Meinung mir berichte,

In Amor, ihrem Herrn, Gruß und Empfehlen!

Schon mochte nicht mehr viel vom Drittel fehlen
Der Zeit, wo jeder Stern uns strahlt im Lichte,
Da kam mir Amor plötzlich zu Gesichte;

Dran denkend, kann ich noch den Schreck nicht hehlen.
Gar fröhlich schien mir Amor; in der Hand
Mein Herz er hielt und, schlafend, in dem Arme
Die Herrin mein, gehüllt in ein Gewand.

Dann weckt er sie, das Herz, das glutentbrannt,
Aß sie in Demut und in bangem Harme,
Worauf ich sah, wie weinend er entschwand.

Dieses Sonett teilt sich in zwei Teile: denn im ersten Teil entbiete ich meinen Gruß und erbitte Antwort, im zweiten gebe ich an, worauf geantwortet werden solle. Der zweite Teil beginnt bei: „Schon mochte.....“

Auf dieses Sonett wurde vielfach und in verschiedenem Sinne geantwortet, unter denen jener die richtige Antwort

primo de' miei amici; e disse allora un sonetto, lo quale comincia: «Vedesti al mio parere ogni valore.» E questo fu quasi il principio dell' amistà tra lui e me, quand' egli seppe ch'io era quegli che gli avea ciò mandato. Lo verace giudicio del detto sogno non fu veduto allora per alcuno, ma ora è manifesto alli più semplici.

Da questa visione innanzi cominciò il mio spirito natu

rale ad essere impedito nella sua operazione, perocchè l'anima era tutta data nel pensare di questa gentilissima. Ond' io divenni in picciolo tempo poi di sì frale e debole condizione, che a molti amici pesava della mia vista: e molti pieni d'invidia si procacciavano di sapere di me quello ch'io voleva del tutto celare ad altrui. Ed io accorgendomi del malvagio domandare che mi faceano, per la volontà d' Amore, il quale mi comandava secondo il consiglio della ragione, rispondea loro, che Amore era quegli che così m' avea governato. Dicea d' Amore, perocchè io portava nel viso tante delle sue insegne, che questo non si potea ricoprire. E quando mi domandavano: «Per cui t'ha così distrutto questo Amore?» ed io sorridendo li guardava, e nulla dicea loro.

Un

In giorno avvenne che questa gentilissima sedea in parte ove s'udiano parole della Regina della gloria, ed io era in luogo dal quale vedea la mia beatitudine. E nel mezzo di lei e di me, per la retta linea, sedea una gentile donna di molto piacevole aspetto, la quale mi mirava spesse volte, maravigliandosi del mio sguardare, che parea che sopra lei terminasse; onde molti s'accorsero del suo mirare. Ed in tanto vi fu posto mente, che, partendomi da questo luogo,

gab, den ich den ersten meiner Freunde nenne; und er schrieb damals ein Sonett, das beginnt: „Du sahst nach meiner Ansicht jeden Wert." Und dies legte gewissermaßen den Grund unserer Freundschaft, als er erfuhr, daß ich es gewesen sei, der ihm das gesandt hatte. Die wahre Deutung des obigen Traumes erkannte damals niemand, aber jetzt ist der Sinn auch dem Einfältigsten offenbar.

Seit diesem Traumgesicht fing mein natürlicher Geist an, in

seiner Wirksamkeit behindert zu werden, weil sich die Seele gänzlich in die Gedanken an die Allerholdseligste verlor. Davon wurde ich in kurzer Zeit so schwach und hinfällig, daß viele Freunde bekümmert waren über mein Aussehen: und viele Neider bemühten sich angelegentlich, von mir das zu erfahren, was ich doch gerade andern ängstlich verbergen wollte. Und auf Eingebung der Liebe, die mich nach dem Rate der Vernunft leitete, erwiderte ich auf ihre arglistigen Fragen, daß mich die Liebe dahin gebracht habe. Ich sagte: die Liebe, weil mir ja viele ihrer Merkmale so deutlich im Gesicht geschrieben standen, daß ich sie doch nicht gut verbergen konnte. Und wenn sie mich fragten: „Wem gilt die Liebe, die dich so verzehrt?" sah ich sie lächelnd an und sagte ihnen nichts.

Ein

Zines Tages geschah es, daß jene Allerholdseligste in einem Raume saß, wo Lieder zum Preise der Himmelskönigin zu hören waren, und ich befand mich an einer Stelle, von der aus ich meine himmlische Wonne sah. Und zwischen ihr und mir, in der Mitte der geraden Linie, saß eine edle Frau von sehr anmutigem Gesicht, die mich oft ansah und sich über mein Schauen, das ihr zu gelten schien, so verwunderte, daß viele ihre auf mich gerichteten Blicke bemerkten. Und so sehr achtete man darauf, daß ich beim Verlassen dieses Raumes

mi sentii dire appresso: «Vedi come cotale donna distrugge la persona di costui!» E nominandola, intesi che diceano di colei, che in mezzo era stata nella linea retta che movea dalla gentilissima Beatrice, e terminava negli occhi miei.

Allora mi confortai molto, assicurandomi che il mio segreto non era comunicato, lo giorno, altrui per mia vista. Ed immantinente pensai di fare di questa gentile donna schermo della veritade; e tanto ne mostrai in poco di tempo, che il mio segreto fu creduto sapere dalle più persone che di me ragionavano. Con questa donna mi celai alquanti mesi ed anni; e per più fare credente altrui, feci per lei certe cosette per rima, le quali non è mio intendimento di scrivere qui, se non in quanto facessero a trattare di quella gentilissima Beatrice. E però le lascerò tutte, salvo che alcuna cosa ne scriverò, che pare che sia loda di lei.

Dico

ico che in questo tempo, che questa donna era schermo di tanto amore, quanto dalla mia parte, mi venne una volontà di voler ricordare il nome di quella gentilissima, ed accompagnarlo di molti nomi di donne, e specialmente del nome di questa gentildonna. E presi i nomi di sessanta le più belle della cittade, ove la mia donna fu posta dall'altissimo Sire, e composi una epistola sotto forma di serventese, la quale io non scriverò. E non n'avrei fatto menzione, se non per dire quello che, componendola, maravigliosamente addivenne, cioè che in alcuno altro numero non sofferse il nome della mia donna stare, se non in sul nove, tra' nomi di queste donne.

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