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LIBRO SECONDO.

BALLATE E SONETTI.

Voi

BALLATA PRIMA.

I.

Voi che sapete ragionar d' Amore,
Udite la Ballata mia pietosa,

Che parla d' una donna disdegnosa,

La qual m'ha tolto il cor per suo valore.

2.

Tanto disdegna qualunque la mira,
Che fa chinare gli occhi per paura;
Chè d'intorno da' suoi sempre si gira
D'ogni crudelitate una pintura.
Ma dentro portan la dolce figura,
Che all' anima gentil fa dir «mercede»,
Si virtuosa, che quando si vede,
Trae li sospiri altrui fuora del core.

3.

Par ch'ella dica: «Io non sarò umile

Verso d'alcun che negli occhi mi guardi;
Ch'io ci porto entro quel Signor gentile,
Che m'ha fatto sentir degli suoi dardi.»
E certo io credo che così gli guardi,
Per vederli per se, quando le piace.
A quella guisa donna retta face,
Quando si mira per volere onore.

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Vernehmet meine klagende Ballade,

Sie spricht von einer Herrin ohne Gnade,
Die mir das Herz entwandt durch ihren Wert.

2.

So spröde ist sie dem, der sie betrachtet,

Daß ihm die Augen senkt ein furchtsam Grauen,
Weil ihre eignen immer sind umnachtet
Dom Dunkel ihrer Grausamkeit zu schauen.
Doch drinnen weckt ein süßes Bild Vertrauen,
Das edle Seelen heißt um Gnade" flehen,
So wundersam, daß, wenn man es gesehen,
Kein Herz wohl eines Seufzers sich erwehrt.

3.

Sie scheint zu sagen: „Freundlich will ich nimmer
Mich zeigen dem, dem je mein Auge lachte;
Denn jenen edeln Herrn bewahrt sein Schimmer,
Der sich mit seinem Pfeil mir fühlbar machte."
Gewiß, ich glaube, daß sie sie bewachte,
Nur um sie nach Belieben selbst zu schauen.
So machen es die tugendsamen Frauen,
Daß man sie durch das Anschaun also ehrt.

4.

Io non spero che mai per sua pietate
Degnasse di guardare un poco altrui,
Così è fera donna in sua beltate
Questa, che sente Amor negli occhi sui.
Ma quanto vuol nasconda e guardi lui,
Ch'io non veggia talor tanta salute,
Perocchè i miei desiri avran virtute
Contra il disdegno che mi dà Amore.

Per

BALLATA SECONDA.

una ghirlandetta, Ch'io vidi, mi farà Sospirar ogni fiore.

I.

2.

Vidi a voi, donna, portar ghirlandetta,

A par di fior gentile,

E sovra lei vidi volare in fretta

Un angiolel d' Amore tutto umile;
E 'n suo cantar sottile

Dicea: «Chi mi vedrà

Lauderà il mio Signore !»

3.

S'io sarò là dove un fioretto sia,

Allor fia ch' io sospire;

Dirò: «La bella gentil donna mia

Porta in testa i fioretti del mio Sire!

Ma per crescer desire
La mia donna verrà
Coronata da Amore.»

4.

Ich hoffe nicht, daß Mitleid sie gewöhne,
Andre zu würdigen eines Blicks nur flüchtig,
So streng ist diese Frau in ihrer Schöne,
Die Amor fühlt in ihren Augen züchtig.

Doch mag sie ihn auch bergen noch so tüchtig,
Daß ich solch Heil nicht sehen kann zu Zeiten,
So wird mein Wunsch doch siegreich niederstreiten
Die Strenge noch, die Amor mir beschert.

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Ich sah euch, Herrin, wie ihr trugt ein Kränzchen, Selbst hold nach Blumenart,

Und drüber hab ich in geschwindem Tänzchen

Ein Liebesenglein sittsamlich gewahrt,

Das sang ein Liedchen zart:

Wer mich betrachtet hier,

Singt meinem Herrn zum Ruhme!"

3.

Wenn ich nun irgendwo ein Blümchen schau,

So muß ich seufzend bangen

Und sagen: „Meiner edeln schönen Frau

Am Haupte meines Meisters Blümchen prangen!

Zu fördern mein Verlangen

Krönt meine Herrin hier

Des Amors Hand zum Ruhme."

Dantes poetische Werke. IV.

16

4.

Di fior le parolette mie novelle
Han fatto una Ballata;

Da lor per leggiadria s' hanno tolt' elle
Una veste ch' altrui non fu mai data.
Però siete pregata:

Quand' uom la canterà,

Che le facciate onore!

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Io fui del cielo, e tornerovvi ancora,
Per dar della mia luce altrui diletto;
E chi mi vede, e non se n'innamora,
D'Amor non averà mai intelletto,

Chè non gli fu in piacere alcun disdetto,
Quando natura mi chiese a colui,

Che volle, donne, accompagnarmi a vui.

3.

Ciascuna stella negli occhi mi piove
Della sua luce e della sua virtute:
Le mie bellezze sono al mondo nuove,
Perocchè di lassù mi son venute;
Le quai non posson esser conosciute,
Se non per conoscenza d'uomo, in cui
Amor si metta per piacere altrui.

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