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DANTE DA MAJANO A DANTE ALIGHIERI. (Per risposta.)

Di ciò, che stato sei dimandatore,

Guardando, ti rispondo brevemente,
Amico meo; di poco conoscente,
Mostrandoti del ver lo suo sentore.
Al tuo mistier così son parlatore,
Se van ti trovi e fermo della mente,
Che lavi la tua collia largamente,
Acciò che stinga e passi lo vapore.
Lo qual ti fa favoleggiar loquendo,
E se gravato sei d'infertà rea;
Sol c'hai farneticato, sappie intendo.
Così riscritto el meo parer ti rendo,

Nè cangio mai d'esta sentenza mea,
Fin che tua acqua al medico no stendo.

Dante von Majano an Dante Alighieri.
(Antwort.)

Worüber du mir Fragen vorzulegen

Gedenkst, gieb acht, wie einfach ich sie schlichte, Mein Freund; damit sich dir das Dunkel lichte, Laß diese Wahrheit dienen dir zum Segen. Vernimm, es ist nur deines Besten wegen, Falls deine Geisteskraft nicht ganz zunichte, So wasch dich kalt im Nacken und Gesichte, Wonach die Dünste zu entweichen pflegen. Und weil du schwatzest solchen öden Tand,

So muß dich wohl ein böses Leiden plagen;
Denn wisse, daß nicht richtig dein Verstand.
So mach ich meine Ansicht dir bekannt,

Und eher kann ich dir nichts andres sagen,
Eh ich dein Wasser nicht dem Arzt gesandt.

APPENDICE.

RIME DI DUBBIA AUTENTICITÀ.

Poscia

CANZONE PRIMO.

I.

oscia ch'i' ho perduta ogni speranza
Di ritornare a voi, madonna mia,
Cosa non è nè fia

Per conforto giammai del mio dolore.
Non spero più veder vostra sembianza,
Poichè fortuna m'ha chiusa la via,

Per la qual convenia

Ch'io ritornassi al vostro alto valore.

Ond' è rimaso sì dolente il core,

Ch'io mi consumo in sospiri ed in pianto,

E duolmi perchè tanto

Duro, che morte vita non m'ha spenta.
Deh! che farò? chè pur mi cresce amore,
E mancami speranza d' ogni canto.

Non veggio in qual ammanto

Mi chiuda, ch' ogni cosa mi tormenta,
Se non che chiamo morte che m'uccida,
Ed ogni spirto ad alta voce il grida.

2.

Quella speranza, che mi fe'lontano

Dal vostro bel piacer ch' ognor più piace,

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Seitde

Zu euch, Madonna, je zurückzukehren,

Giebts nichts und wirds nichts geben,

Daß meinem Schmerz ein Trost je stünde offen.
Nicht wird mich euer Anblick mehr erheben,
Weil das Geschick mir weiß den Weg zu wehren,
Der es geschehen ließe,

Zu eurer hohen Macht zurückzukommen.

Drum ist mein Herz von Kummer übernommen,
Daß ich in Tränen seufzend überfließe.

Daß doch bei soviel Qualen

Der Tod mir noch nicht ausgelöscht das Leben.
Weh mir! was tun? Liebe nimmt überhand
Und Hoffnung will von keiner Seite strahlen.
Ich seh nicht, welch Gewand

Mich hüllt, weil alle Martern mich durchbeben,
Als daß ich rufe nach des Todes Grimme,
Und jeder Nerv in mir rufts lauter Stimme.

2.

Die Hoffnung, die mich lange hieß entfliehen
Vor euerm Bild, das immer mehr entzückt,

Mi s'è fatta fallace

Per crudel morte d'ogni ben nemica.

Ch' Amor, che tutto ha dato in vostra mano,

M' avea promesso consolarmi in pace;

Per consiglio verace

Fermò la mente misera e mendica

A farmi usar dilettosa fatica.

Per acquistare onor mi fe' partire

Da voi, pien di desire,

Per ritornar con pregio e in più grandezza. Seguii ' Signor, che, s' egli è uom che dica Che fosse mai nel mondo il miglior Sire, Lui stesso par mentire!

Chè non fu mai così savia prodezza,

Largo, prudente, temperato e forte,

Giusto vie più che mai venisse a morte.

3.

Questo Signor, creato di giustizia,
Eletto di virtù tra ogni gente,
Usò più altamente

Valor d'animo più ch'altro mai fosse.
Nol vinse mai superbia nè avarizia,
Anzi l'avversità 'l facea possente!

Chè magnanimamente

Ei contrastette a chiunque il percosse.
Dunque ragione e buon voler mi mosse
A seguitar Signor cotanto caro;

E se color fallaro

Che fecer contro lui a lor potere,

Io non dovea seguir lor false posse.

Vennimi a lui, fuggendo 'l suo contraro,

E perchè 'l dolce amaro

Morte abbia fatto, non è da pentere.

Chè 'l ben si dee pur far perch' egli è bene, Nè può fallir chi fa ciò che conviene.

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