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Buchdruckerei der Herderschen Verlagshandlung in Freiburg i. B. 1908.

Di

Vorbemerkung.

ieselben Grundsäße, die mich bei der Verdeutschung der „Komödie“ leiteten, waren mir im großen und ganzen auch bei der Übertragung des „Neuen Lebens" und der „Cyrischen Gedichte" Dantes maßgebend. Aber es lagen mir zwei Wege offen: entweder folgte ich bei der Nachbildung der Sonette und Kanzonen den verschlungenen künstlichen Reimstellungen und opferte (öfter, als einem sorgfältigen Verdeutscher lieb ist) die Treue des Originals auf, oder ich gab das Original Zeile für Zeile möglichst getreu wieder und machte mich von der Abhängigkeit der Reimfolgen frei. Um im Einklang mit der Schreibart der „Komödie“ zu bleiben, entschloß ich mich, diesen zweiten Weg einzuschlagen. Daher vereinfachte ich die Sonette" meistenteils nicht immer insofern, als ich in der zweiten Quartine einen neuen Reim oder deren zwei einführte. Bei den Terzinen jedoch behielt ich, ebenso wie bei den Anhängseln (Tornata) der „Kanzonen“, Reihenfolge und Anzahl der Originalreime immer bei, während ich bei den „Kanzonen“ selbst mit der Reim. anordnung innerhalb der einzelnen Strophen öfter wechselte. Das „Neue Leben" erscheint hier ungekürzt; es bringt (im Unterschied von meiner früheren Ausgabe) auch die Erläuterungen (divisioni) Dantes zu den eingestreuten Gedichten. Die „Cyrischen Gedichte" wurden bereits 1827 von K. £. Kannegießer (Leipzig, F. A. Brockhaus) und 1859 von Karl Krafft (Regensburg, Montag und Weiß) mit italienischem Terte herausgegeben (beide Ausgaben dienten mir ab und zu mit dankbar benutzten Wendungen für meine Übertragung), wäh rend das Neue Leben" hier zum erstenmal mit gegenüber. stehendem italienischen Tert erscheint.

Berlin, im Mai 1908.

Richard Zoozmann.

Gli

PREFAZIONE.

li stessi principi che seguii nel tradurre la «Divina Commedia» mi sono stati ora in generale di guida nella versione della «Vita Nuova» e delle «Rime» di Dante. Mi s' aprivan però dinanzi due vie: o seguire nel rifacimento dei sonetti e delle canzoni l'artificioso intreccio delle rime, sacrificando più spesso che un accurato traduttore vorrebbe, la fedeltà dell' originale; oppure rendere l' originale linea per linea, il più fedelmente possibile, liberandomi dal legame delle rime. Per restare in armonia colla forma usata nella «Divina Commedia>> mi sono risoluto a prendere questa seconda via. Così ho semplificato i «Sonetti per la maggior parte non tutti inquanto ho introdotto nella seconda quartina una o due nuove rime. Nelle terzine invece come nella tornata delle «Canzoni» ho ritenuto sempre ordine e numero di rime, mentre nelle singole strofe delle canzoni stesse ne ho variata più sovente la successione. La «Vita Nuova» apparisce qui nella sua vera estensione e reca anche le introduzioni esplicative (divisioni) di Dante alle poesie sparsevi. Le «Rime> furono edite col testo italiano già nel 1827 da K. L. Kannegiesser (Lipsia, F. A. Brockhaus) e nel 1859 da Carl Krafft (Ratisbona, Montag e Weiss) e d' entrambe queste edizioni mi sono servito con animo grato per alcune espressioni e forme. La «Vita Nuova» vien pubblicata per la prima volta col testo italiano a fronte.

Berlino, Maggio 1908.

RICCARDO ZOOZMANN.

INDICE.

CANZONI E SESTINE.

Ai fals ris! per qua traitz avetz

[Ai fals ris! per qua traitz avetz (seconda redazione)]

Al poco giorno ed al gran cerchio d'ombra (Sestina)

Amor, che muovi tua virtù dal cielo

Amor, che nella mente mi ragiona

Amor, dacchè convien pur ch' io mi doglia

Amor, tu vedi ben, che questa donna (Sestina)

Così nel mio parlar voglio esser aspro

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Doglia mi reca nello core ardire
Donna pietosa e di novella etate
Donne, ch'avete intelletto d'amore
E' m'incresce di me sì malamente
Gli occhi dolenti per pietà del core
Io non posso celar lo mio dolore
Io sento sì d'Amor la gran possanza
Io son venuto al punto della rota
La dispietata mente, che pur mira
L'alta speranza, che mi reca Amore
Le dolce rime d'amor, ch' io solia

Morte, poich' io non truovo a cui mi doglia
O patria, degna di trionfal fama

Poscia ch' Amor del tutto m'ha lasciato
Poscia ch'i' ho perduta ogni speranza
Quantunque volte, lasso! mi rimembra
Sì lungamente m' ha tenuto Amore

Pag.

228

230

234

192

140

182

172

168

212

70 48

162

96

292

154

178

188

286

146

130

222

198

280

102

88

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Donne, io non so di che mi preghi Amore

246

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Ahimè, ch' io veggio, ch' una donna viene

310

Amore e cor gentil sono una cosa

54

Ben dico certo, che non fu riparo

306

20

Cavalcando l'altr' ier per un cammino
Chi guarderà giammai senza paura
Ciò, che m'incontra nella mente, muore
Coll' altre donne mia vista gabbate
Color d'amore, e di pietà sembianti
Dagli occhi della mia donna si muove
Dante, io non odo, in qual albergo suoni
Da quella luce, che il suo corso gira
Deh, peregrini, che pensosi andate
Di ciò, che stato sei dimandatore .
Di donne io vidi una gentile schiera
Due donne in cima della mente mia

E' non è legno di sì forti nocchi
Era venuta nella mente mia.
Gentil pensiero, che parla di vui

Guido, vorrei che tu e Lapo ed io

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