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SONETTO LVI.

MICHELAGNOLO BUONAROTI.

GIUNTO è già 'l corso della vita mia
Con tempestoso mar per fragil barca
Al commun porto, ov' a render si varca
Giusta ragion d'ogni opra trista, e pia;
Onde l'affettuosa fantasia,

Che l'arte si fece idolo e monarca,

Conosco ben quant' era d'error carca ;
Ch'errore è ciò che l'uom quaggiù desia.

I pensier miei già de' mie' danni lieti,

Che fian or s'a due morte m'avvicino?
L'una m' è certa, e l'altra mi minaccia.

Nè pinger nè scolpir fia più che queti;

L'anima volta a quell' amor divino,

Ch'aperse a prender noi in croce le braccia.

SONNET LVI.

MICHELAGNOLO BUONAROTI.

Now has my life, in fragile bark convey'd,
Travers'd at length a stormy sea and vast
To that one destin'd port, where all have past,
And all men's deeds shall be in judgment weigh'd.
Whence this my stubborn fancy, which has made

Of Art its sovereign Idol, finds at last

How false th' enchantment which long held it fast, And how poor man is by his hopes betray'd;

The mind, which in my ruin found its joy,

What is it now that twofold death draws near?
This ah! too sure, and that still worse I fear;
Sculpture and Painting can no more employ ;

My soul seeks refuge in his love who gave
His life upon the cross my life to save.

MONTI.

BORN 1758.

SONETTO.

L'OMBRA D'ALFIERI che parla al nortHUMBERLAND.

ANGLICO altiero Pin d' alloro ornato,

Che su l' onde d' Atlante a estremi lidi

Il vincitor de' rei vinto alfin guidi,

Cui in esilio or vuol de' regi il fato;
Giunto alla metá, a lui con volto irato
L'onta palesa de' suoi Galli infidi,
E i non mertati ceppi, e il pianto, e i gridi
D' Italia narra a lui d' Italia nato.

Digli, che pena è d' empio figlio degna

La sua, perchè vendeva con arte prava
La nobil madre a meretrice indegna;
E ben fu tale, e il sallo, e tal la veggio,

Or superba, or viliacca, e sempre schiava,
Gallia tomba a virtude, e a vizio seggio.

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