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Que tanta sabedes de divinidat!

Alavut! io y todo algo e en cristianismo,
Que de agua fazen el batismo,

E dize Dios que los de agua fueren bautizados
Fillos de Dios seran clamados,

Ellos que de agua non fueren bautizados

Fillos de Dios non sera[n] clamados.

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INTORNO A UN VERSO DI LANFRANCO CIGALA

Lanfranco Cigala, scagliando i dardi della sua irata poesia contro Bonifacio II di Monferrato 1), lancia al marchese, fra le altre, l'accusa di aver rotto fede prima all'imperatore e poi ai Milanesi:

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Coloro che pubblicarono questo fiero serventese del Cigala, diedero tutti il Tan con iniziale maiuscola, quindi come nome proprio. Ma nè le cronache dell'epoca, a cui si riferisce la poesia, nè gli storici che parlarono dei marchesi di Monferrato e dei loro tempi, ci fanno menzione di alcun luogo o persona che avesse nome Tan.

Senonché, la parola che, data così, non si prestava a plausibili spiegazioni, diventa invece di facile intelligenza e si presta ad un possibile commento storico, se, come fa

1) V. O. SCHULTZ in Zeits. f. roman. philol., VII, 217.

2) RAYNOUARD, Choix, IV, 210; edizione riprodotta in MAHN, Werke, III, 122; MONACI, Testi ant. prov., 92; CRESCINI, Man. prov., 43

E. Monaci 1), invece di leggere a Tan, si legga atan, cioè antan (ante annum, l'anno passato; cf. ogan l'anno corrente).

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La nuova lezione, proposta già in iscuola dal Monaci 2), mentre da un lato trova piena ragione nella fonetica dell'antico provenzale, così può essere anche confermata da ragioni storiche, se si esaminino bene i fatti che si svolsero poco prima che il poeta componesse il suo serventese. Bonifacio II fu marchese di Monferrato dal 1225 al 1253 3). Incostante per natura, lo vediamo spesso," sicut consuetudo marchionum, come dicono i vecchi cronisti 4), nemico di coloro che prima favoriva.

Nel 1241, abbandonata la Lega Lombarda, si unì, con un vantaggioso trattato, all'imperatore Federico II, aiutandolo per terra contro i Genovesi 5), insieme con i quali aveva già combattuto a danno di Alessandria 6).

Nell'ottobre del 1242 teneva ancora le parti di Federico, per ordine del quale stette con gli altri marchesi alla difesa di Savona, sostenendo Ansaldo de' Mari, ammiraglio dell'imperatore, contro l'assalto della flotta di Genova 7).

Il Muratori, dopo aver detto che l'anno 1242 terminò senza alcun vantaggio delle parti contendenti, aggiunge: "Ma non lieve guadagno fu per la Lega Pontificia, "l'aver indotto nell'anno passato a forza di danaro Bonifazio, marchese di Monferrato, Manfredi marchese del "Carretto, e i marchesi di Ceva a far pace, e lega coi

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1.2) Sommario del corso di filologia per l'anno accademico 1893-94, pag. 131. Roma, Laudi.

3) V. SAVIO, Studi storici sul marchese Guglielmo III di Monferrato, ed i suoi figli, pag. 114. Torino, 1885.

4) CAFFARO, Annali genovesi, in MURATORI, R. I. S., VI, 5) MURATORI, Annali d'Italia, VII, 256. Napoli, 1773. Storia degli Stati italiani (trad. di Loewe e Albèri), I, Firenze, 1840.

6) CAFFARO, loc. cit., 455. 7) CAFFARO, loc. cit., 499.

510.

Cfr. E. LEO,

351b e N. 1.

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Genovesi, Milanesi e Piacentini, con obbligarsi que' mar" chesi nelle mani del Legato Apostolico di abbandonare " la parte dell'imperadore, di difendere a tutto lor potere "la Santa Chiesa Romana, di far guerra viva ai nemici d'essa, e dei suddetti comuni 1).

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È questo il primo dei due tradimenti, che il Cigala rimprovera a Bonifacio II di Monferrato.

Ma il tradimento avvenne proprio nel 1242?

Fissiamo intanto questo: nell'ottobre del 1242 Bonifacio stava ancora per l'impero; la guerra contro Genova e la difesa di Savona ce ne assicurano.

Anche il Caffaro, da cui evidentemente attinse la notizia il Muratori, ci ricorda che il marchese di Monferrato ruppe fede all'imperatore nell'anno 1242.

Ma conviene avvertire che il Caffaro, dopo aver raccontato i fatti del 1242, persino quello della penultima notte di novembre, in cui Andriolo, figlio di Ansaldo de' Mari, si ritirò con 35 galee da Savona, segue narrando che mense Ianuarii vennero a Genova " ipsi Marchiones fra questi Bonifacio, e giurarono di difendere la Chiesa Romana e i comuni di Milano, Genova e Piacenza 2).

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. Non vi può essere dubbio che il mense Ianuarii, sia da intendersi come il gennaio del 1243; tanto è vero che dal 1241 all'ottobre del 1242 sappiamo di certo che Bonifacio combattè per l'imperatore.

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Inoltre, sotto l'anno 1243, dicono chiaro gli Annali Genovesi che, trovandosi Federico " in partibus Rome et Marchie il marchese Bonifacio mandò a Genova speciali ambasciatori" Ansaldum de Laneriis, e "Ogerium de Pallo, per dichiararsi pronto a partire in aiuto di quella città contro i ribelli Savonesi; promessa che poi con molti pretesti non volle mantenere, recandosi invece a Milano,

1) MURATORI, loc. cit., 261.

3) CAFFARO, loc. cit., 500 e seg.

dove trattò col legato della Chiesa Gregorio di Montelungo, per stringere i Vercellesi in, lega contro l'imperatore. Esempio che fu seguìto anche da quelli di Novara 1).

Sicché possiamo ammettere che la fede di Bonifacio cominciasse a tentennare nel dicembre del 1242, quando alle armi di Federico non arrideva buona fortuna; ma il tradimento aperto e dichiarato avvenne nel gennaio del 1243, quando, presa occasione dalla lontananza dell'imperatore, che si trovava " in partibus Rome et Marchie e del suo ammiraglio Andriolo, che navigava per la Sicilia, Bonifacio II di Monferrato con i marchesi di Ceva e con Manfredi del Caretto ritornò a parte guelfa, giurando in Genova di combattere i nemici della Chiesa, primo dei quali era Federico II 2).

"

Nel novembre del 1243 troviamo ancora Bonifacio alleato con i Milanesi; perché questi deliberano sopra questioni sorte fra lui e i cittadini di Vercelli 3).

Negli ultimi di marzo del 1244, trattandosi della pace tra la Chiesa e l'impero, in uno degli articoli, che furono giurati in Laterano dai messi di Federico, si fa esplicita menzione del marchese di Monferrato come ribelle dell'imperatore 1).

Questi non altrimenti parla di lui, scrivendo, alla fine di luglio, ai suoi aderenti intorno alle trattative per la pace, che non si era poi conchiusa 5).

Nel novembre dello stesso anno Bonifacio accompagnò il sofferente pontefice Innocenzo IV ad Asti, che non gli aprì subito le porte, tenendo quel popolo per l'impero 6).

1) CAFFARO, loc. cit., 501 e seg.

2) Cfr. E. LEO, loc. cit., 352 a e b.

MURATORI, loc. cit., 266.

3) IRICO, Rerum patriae, libri III. Milano, 1745, I, 93.

*) HUILLARD-BRÉHOLLES, Historia diplomatica Friderici secundi, VI,

pars I, 174. Parisiis, MDCCCLX.

5) Ivi, 209.

6) MURATORI, loc. cit., 269.

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