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rale di Paradiso. 1) Ma il suo sguardo non s'è fermato ancor fiso in alcuna parte. Può egli infatti fissarsi in alcuna parte tra quell'oceano di luci? Ne sarebbe la sua virtù capace? O non ha bisogno perciò, come sempre, della sua donna? Appunto, per domandare a lei, con voglia riaccesa egli si volge, ma, prodigio aggiunto a prodigio, ecco che la sua donna è scomparsa, e non lei, come crede, si vede accanto, ma un sene, al pari di quelle altre genti gloriose, vestito di bianco, diffuso per gli occhi e per le gene di benigna letizia, in atto pio: san Bernardo. 2) La sua donna è salita su nel terzo giro del sommo grado, a rioccupare il trono che i suoi merti le sortiro; 3) ella ha fornito la sua vece: ad altri ora il còmpito di guidare il poeta in quest'ultima e più ardua parte del suo viaggio. Tutto intento alla contemplazione del tripudio celestiale, il poeta non s'era avvisto che intorno a lui si rinnovava la scena del Paradiso terrestre, il sostituirsi della nuova guida all'antica. Là, il sostituirsi di Matelda a Virgilio; qui, il sostituirsi di san Bernardo a Beatrice.

1) Parad., XXXI, 37-53. 2) Parad., XXXI, 54-63. 3) Parad., XXXI, 67-69.

II.

E ben veniva la nuova guida! La teologia, scienza discorsiva e raziocinativa, era incapace di sospingere verso l'ultimo segno il mistico pellegrino. Nei nove cieli sottoposti egli aveva contemplato in qualche modo il regno divino, come può essere consentito ancora ad uomo. Già i beati gli erano apparsi in questo o in quel cielo, inferiore o superiore, per significargli, con questa stessa disposizione, il grado maggiore o minore di loro beatitudine, perocchè, spiega Beatrice, così convien parlare al vostro ingegno, che

solo da sensato apprende ciò che fa poscia d'intelletto degno (Parad., IV, 40-42);

e, se nella progressiva ascensione. andava perdendo via via dell'umano, e si liberava sempre più dalle pastoie corporee, ed egli stesso, il poeta, notava le soste della progressiva liberazione, solo nell'empireo dovea avvenire il gran fatto del suo completo trasu

manarsi, solo nell'empireo dovea sormontar di sopra a sua virtute,1) perocchè qui solo dovea veder Dio non più per speculum in aenigmate, ma a faccia a faccia; qui solo dovea aver di Dio l'intuito immediato, il che a nessun mortale mai fu concesso. Beatrice, la scienza divina, non bastava perciò più al grand'uopo. Ella avea sospinto bensì il suo poeta nell'empireo, in quel cielo ch'è pura luce,

luce intellettual piena d'amore,

(Parad., XXX, 40),

e lo avea confortato e addestrato a sostenerne la vista; ma lo avea anche avvertito, ripetutamente, che conveniva bere dell'acqua di quel fiume di luce, prima che in lui si saziasse l'alto desiderio, che lo infiammava, d'aver notizia di ciò che vedeva ; 2) che ciò che vedeva (il fiume, li topazi, il rider dell'erbe), era appena adombramento (ombriferi prefazi) del vero, non ancora il vero; 3) che la sua vista era ancor difettosa, non abbastanza superba, cioè penetrante ed acuta (Parad. XXX, 80-81); ed egli, il poeta, a questi avvertimenti, per far degli occhi spegli ancor migliori, s'era chinato all'onda

1) Parad., XXX, 57.
2) Parad., XXX, 70-75.
3) Parad., XXX, 76-78.

fluente dall'eterna fontana, e ne aveva avuto nuova vigoria di visione, sicchè,

.... come gente stata sotto larve,

Che pare altro che prima, se si sveste
La sembianza non sua, in che disparve,

gli si erano cambiati in maggior feste i fiori e le faville, e angeli e beati gli și erano manifestati quali erano e dove erano; 1) disposti, i secondi, a mille a mille nelle foglie della mistica rosa; volanti, gli altri, in un tripudio d'ali e di luce tra il gran fiore e l'Eterno.

III.

2)

E, certo, era questa grazia singolare, che la vista sua non si smarrisse nell'ampio e nell'altezza, e tutto, anzi, anzi prendesse il quanto e il quale di quell'allegrezza, e potesse mirare il convento delle bianche stole: 3) e, certo, giunto a questo acume di visione, egli s'era dispogliato di gran parte di sua mortalità. Ma non di tutta ancora. Beatrice l'avea di servo tratto a libertate per tutte quelle vie, per tutti i modi ch'e

1) Parad., XXX, 85-96.
2) Parad., XXX, 118-120.
3) Parad, XXX, 128-129.

rano in suo potere: 1) ma il suo potere non era giunto a compiere la piena, la perfetta liberazione, quella che avrebbe abilitato Dante all'ultima visione. Dante era, per opera di Beatrice, nella condizione del buon marinaro, di cui parla nel Convivio, «che come appropinqua al porto cala le sue vele, e soavemente con debile conducimento entra in quello »: anch'egli calava «<le vele delle sue mondane operazioni e tornava a Dio con tutto il suo intendimento e cuore » ; anch'egli veniva «a quel porto con tutta soavità e con tutta pace ». Anch'egli, giova ancora rammentare il Convivio, era come « colui che viene di lungo cammino », al quale, «anzi che entri nella porta della sua città, si fanno incontro i cittadini di quella »; era «la nobile anima, a cui si fanno incontro i cittadini della eterna vita, e così fanno per le sue buone operazioni e contemplazioni, che, già essendo a Dio renduta, e astrattasi dalle mondane cose e cogitazioni, vedere le pare coloro che appresso di Dio crede che siano»: era la nobile anima che attende nel senio la fine della vita, «e uscire le pare dall'albergo e ritornare nella propria mansione, uscire le pare di cammino e tornare in città, uscire le di mare e tornare a porto ». 2) pare Dante sta per tornare veramente a porto,

1) Parad., XXXI, 85-87.

2) Conv., IV, 28.

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