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e precedendolo poi e seguendolo con liete acclamazioni, trattenutolo a lungo quasi prigioniero intra agminum spissamenta, l'aveano infine accompagnato solennemente al suo ospizio. E, quando si era trattato in pubblico del negozio pel quale era venuto, il riconoscimento di papa Innocenzo, dêll'imperatore Lotario III, il nuovo assetto della Chiesa di Milano e la deposizione dell'arcivescovo Anselmo, la città, scrive ancora il ricordato biografo, dimentica della sua fortezza, deposta ogni ferocia, certo colpita dalla sua parola ardente e convinta, si era mostrata così obbediente e devota all'uomo di Dio, che ben le si poteva adattare il versetto del poeta: lussa sequi tam velle mihi, quam posse necesse est. 1)

Nè minore era stato il suo trionfo a Genova. Gli spiriti più ribelli non avevano potuto resistere alla sua eloquenza, e in pochi giorni era stata conclusa quella pace fra Genovesi e Pisani, che era andato a negoziare in nome del papa. Egli stesso, il Santo, era stato così colpito da questo successo, che un anno più tardi il solo ricordo lo faceva prorompere in questi lirici accenti: «< O per me felici quei giorni, ma ahimè! troppo presto passati. In eterno non ti di

1) BERN. VIT., lib. II, c. II, § 9, Auctore Ernaldo. Cfr. Bern. Epist., CXXXIV e CXXXVII.

menticherò, popolo devoto, nobile gente, città illustre. Sera, mattina, mezzogiorno, al pari del profeta, io narrava e annunziava, ed era tanta l'avidità di ascoltarmi quanta la carità degli ascoltatori. Portavamo la parola di pace, e, poichè abbiamo trovato figli di pace, la pace nostra posò su di essi. Mirabile fu la rapidità, perchè grande era la necessità. In un giorno solo, quasi, ho seminato, ho mietuto ed ho raccolto, esultando, i manipoli della pace. 1)

1)

Io non posso pensare a queste peregrinazioni di san Bernardo per l'Italia, senza riconnetterle a quelle di Dante, tanti anni dopo. Io non so immaginare il grand'esule anche in uno solo dei luoghi, in cui il Santo soggiornò, per esempio a Montecassino, là, sotto gli ampi porticati, nella sala capitolare, nella chiesa, nella biblioteca, in compagnia di dotti frati, senza vederlo, insieme, tutto intento a ricercarne le memorie, che vi doveano essere molte e ancora parlanti, e sovrattutto a meditarne i volumi, che l'insigne abbazia, depositaria d'ogni maniera di cultura, e gelosa di ogni gloria dell'ordine, vi avrà, certo, con ogni cura raccolto. E immagino anche che, passato in Francia, a Parigi, come pare non si possa ragionevolmente dubitare, attrattovi dalla

1) BERN. EPIST., CXXIX.

fama di quell' Università, sede allora degli studi filosofici e teologici, vi avrà potuto conoscere anche meglio san Bernardo. Quivi, a Parigi, gli scritti del Santo e quelli che direttamente o indirettamente lo riguardavano, doveano, più ancora che in qualunque altro luogo, essere accolti con affetto devoto. Chè, infatti, l'interesse da lui dimostrato a quelle scuole, e specialmente alla scuola di San Vittore; l'amicizia e la perfetta conformità di vedute col capo di questa, Ugo; la delicata sollecitudine per i chierici, i cui studi offrissero qualche promessa d'avvenire; gli aspri contrasti con Abelardo; sovrattutto il famoso sermone De conversione, da lui tenuto, per invito del vescovo, alla dissipata scolaresca, che fece tra quei giovani l'effetto d'una folgore convertendone un buon numero; 2) doveano essere, anche se altre ragioni fossero mancate, come motivi di famiglia alla Parigi studiosa, perchè ne venerasse la memoria e ne ricercasse le opere.

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1) BERN. EPIST., CCCLXI-CDX. Cfr. VACANDARD, op. cit., t. II, pp. 112-113.

2) BERNARDI Víta, lib. IV, c. II, § 10, Auctore Gaufrido; Exordium magnum, c. XIII; Gaufr. fragmenta, IX. Cfr. VACANDARD, op. cit., t. II, pp. 116-118.

VI..

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San Bernardo dovea piacere a Dante per più motivi. Anima contemplativa innanzi tutto e sopra tutto, egli era però anche, s'è visto, uomo d'azione: alla meditazione calma e riposata dei misteri più delicati della vita spirituale, succedeva in lui l'opera fervorosa dell'apostolo e del diplomatico, insieme; l'umile frate, che nei pensieri di Dio affinava e innalzava l'anima, usciva dalla sua cella, e ai popoli portava la parola della fede; a principi, a re, a vescovi e cardinali, allo stesso papa, talora, il consiglio della carità e della prudenza, perfino, se fosse necessario, l'ammonizione e il rimprovero. È nota la parte ch'egli ebbe nel predicare e nell'organizzare la seconda Crociata, parte veramente meravigliosa e straordinaria: tutto il mondo d'occidente s'era sollevato in armi, al suo appello; popoli e principi l'aveano secondato egualmente. « Voi avete comandato, io ho obbedito», scriveva egli al papa Eugenio III, e «<l'autorità di chi ha comandato ha fecondato l'obbedienza. Ho parlato, e i crociati si sono moltiplicati all'infinito. Le città e le castella sono deserte, e appena

trovereste un uomo di fronte a sette donne: non si vedono dappertutto che vedove coi mariti ancor vivi». Chi può dire che quella famosa Crociata, in cui combattè e morì Cacciaguida, il glorioso trisavolo di Dante, a cui Dante faceva risalire l'onore di sua stirpe, e alla cui postuma esaltazione dedicava i magnifici canti del Paradiso, 2) chi può dire che non fosse la prima segreta radice della sua così manifesta simpatia pel Santo di Chiaravalle ?

Ma nel Santo Dante doveva ammirare sovrattutto la parola alta e forte, il contegno fermo e coraggioso di fronte ai potenti. II re di Francia Lodovico il Grosso, con futile pretesto, ma in realtà per cattivo umore contro il papa Innocenzo II, avea impedito ai vescovi del regno di recarsi al concilio di Pisa, indetto dal papa stesso. San Bernardo scrisse al re questa lettera : << I regni della terra e i diritti dei regni allora rimangono sani ed illesi ai loro signori, quando non s'oppongano agli ordini e alle disposizioni divine. Perchè, adunque, o Signore, il furor tuo s'accende contro l'eletto di Dio, che anche la tua Sublimità ha accolto e scelto a padre per te, a Samuele per tuo figlio? Si arma così l'indignazione del re,

1) BERNARD. EPIST., CCXLVII.

2) Parad., XV-XVIII.

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