Sayfadaki görseller
PDF
ePub

II.

E che la filosofia dovesse subito in Dante vestire l'abito della poesia e, in ogni modo, non disgiungersi da lei, è prova la singolare figurazione sua sotto la forma di una donna gentile, che in atto misericordioso allevia le pene del poeta. Fu discusso molto sulla donna gentile della Vita Nuova e questa donna gentile del Convivio. Certo è che non sono la stessa cosa. La donna gentile della Vita Nuova è una donna reale, «< una donna giovane e bella molto », la quale da una finestra riguarda il poeta «< molto pensoso e con dolorosi pensamenti », per la morte di Beatrice, tanto pietosamente che <«< tutta la pietade pare in lei accolta»; e il poeta ne è scosso, e pensa che «non può essere che in quella pietosa donna non sia nobilissimo amore »; 1) e i suoi occhi si cominciano a «< dilettare troppo di vederla »>, 2) e, insomma, finisce coll'innamorarsi e trovare come tregua al vecchio amore nell'amore nuovo. «Questa è una donna gentile, bella, giovane e savia, ed apparita forse

1) Vita Nuova, XXXV.
2) Vita Nuova, XXXVII.

per volontà d'amore, acciocchè la mia vita si riposi >> ;1)

O anima pensosa,

Questi è uno spiritel novo d'Amore,
Che reca innanzi a me li suoi desiri;
E la sua vita, e tutto il suo valore,
Mosse dagli occhi di quella pietosa,
Che si turbava de' nostri martìri. 2)

Ma l'amore nuovo è appena un episodio fuggevole nella vita di Dante. Il cuore, è vero, con certi suoi sofismi (perchè anche il cuore ha sofismi e che sofismi!) vorrebbe persuadergli che, poichè « è stato in tanta tribulazione d'amore », è giusto che si ritragga «< da tanta amaritudine »; e, d'altra parte, è così soave il nuovo amore! « Tu vedi che questo è uno spiramento, che ne reca li desiri d'Amore dinanzi, ed è mosso da così gentil parte, com'è quella degli occhi della donna, che tanto pietosa ti si è mostrata ». Pure Dante resiste: « Deh che pensiero è questo, che in così vile modo mi vuol consolare, e non mi lascia quasi altro pensare! » 3) E l'immagine di Beatrice risorge e il suo cuore « comincia dolorosamente a pentirsi del desiderio, a cui così vilmente s'avea lasciato possedere alquanti dì contro la costanzia de la ragione »; Bea

1) Vita Nuova, XXXVIII.

2) Vita Nuova, XXXVIII, Sonetto XXII. 3) Vita Nuova, XXXVIII.

trice è ora come la ragione, e la ragione finisce col trionfare del suo «avversario >> ;

discacciato questo cotal malvagio desiderio, si rivolsero tutti i miei pensamenti alla loro gentilissima Beatrice ». 1)

Senonchè l'episodio, per quanto fuggevole, non è rimasto senza traccia nell'anima di Dante. La donna gentile della Vita Nuova ricompare nel Convivio; vi ricompare non più come donna reale, che abbia posseduto per poco tempo il cuore del poeta, ma come figurazione, come simbolo della filosofia. La donna gentile della Vita Nuova l'avea consolato, sia pure per poco tempo, della perdita di Beatrice; la filosofia del Convivio lo consola durevolmente della stessa perdita: l'identità dell'ufficio, a dir così, produce una compenetrazione e come una fusione delle due figure misericordiose nella sua mente.

E la donna ideale ha tutti «< i reggimenti »> della donna reale. Da' suoi occhi e dal suo sorriso raggia un piacere di paradiso; i suoi atti soavi vanno chiamando amore; il suo parlare suona dolcemente; la sua beltà piove fiammelle di fuoco, animate d'uno spirito gentile, creatore d'ogni buon pensiero; dinanzi a lei, ch'è esempio d'umiltà, si umilia ogni perverso e «rompon come tuono

1) Vita Nuova, XXXIX.

gl'innati vizi, che fanno altrui vile ». ) E anche l'amore per questa donna ideale contrasta con l'amore di Beatrice:

Solea esser vita dello' cor dolente

Un soave pensier...;

il pensiero di Beatrice: «< or apparisce chi lo fa fuggire >>:

Trova contraro tal, che lo distrugge,
L'umil pensiero che parlar mi suole
D'un'angiola che in cielo è coronata.
L'anima piange, sì ancor le n' duole,
E dice: oh lassa me, come si fugge
Questo pietoso che m'ha consolata! 2)

Dante tratta l'immagine come cosa salda, e alcune delle sue liriche in onore della filosofia, sono vivificate da così sincero entusiasmo ed hanno così forti accenti di passione, che nessuno penserebbe al simbolo che c'è sotto, se Dante stesso non ce ne avvertisse. Gli è ch'egli è poeta, sovrattutto poeta, come si diceva, e i pensieri anche più astratti gli si vestono naturalmente dei colori freschi e vivi della realtà. Così anche in Boezio c'è la figurazione della filosofia nelle sembianze di una donna, ed esempi di simili figurazioni fantastiche abbondano nel Tesoretto di Brunetto Latini e in altri poeti

1) Convivio, III, « Amor che nella mente mi ragiona »>. 2) Convivio, II, «Voi che, intendendo, il terzo ciel movete ».

didascalici volgari del tempo. Pure qual differenza fra Dante e costoro! Mentre, in Boezio e nei suoi imitatori, la filosofia ha l'aspetto di una matrona veneranda, austera, ma anche nojosa dettatrice di precetti e di massime, tutto ciò che di meno poetico si possa immaginare; in Dante, invece, è una donna bella, giovane, pietosa, gentile, a cui, come a Beatrice, fa salire il suo inno il poeta innamorato.

III.

Singolare condizione questa, che l'amore della sapienza si presenti allo spirito come un amore vivo, reale, verso persona viva, reale, e l'amore sia concepito come essenzialmente filosofo, e il filosofo, dal canto suo, come naturalmente amoroso!

Già in Socrate, fra gli antichi, troviamo dapprima questa concezione. Socrate dichiarava esplicitamente che non s'intendeva di nient'altro che di cose d'amore. 1) << Io non so, diceva egli, che una piccola scien

«

1) PLAT., Fedone, VI, 177 D; SENOF., Memorab., II, 6, 28; Conv., VIII, 2; PLAT., Conv., XXI, 198 D.

« ÖncekiDevam »