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San Bernardo

e gli ultimi canti del Paradiso.

ZUCCANTE. Figure e dottrine, ecc,

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I.

Come il sole occiduo in una suprema gloria di colori e di luce imporpora il cielo, e sembra che, alla fine del suo corso, acquisti quasi una novella possanza, avvolgendo uomini e cose di vividi fulgori; così il divino poeta, giunto anch'egli alla fine del suo viaggio, e anch'egli librato nell'alto dei cieli, si circonfonde d'un oceano di luci e di splendori, e, come ammaliato da questo supremo spettacolo, creazione della sua stessa fantasia, si appresta al volo più ardito e poderoso che mai mente umana abbia osato: la contemplazione di Dio.

Narra il Boccaccio che gli ultimi canti del Paradiso furono rinvenuti otto mesi dopo la morte del poeta, per la visione d'un discepolo di lui: a questo il poeta apparve in candida veste splendente, e gli additò i fogli nascosti entro una finestretta, dietro una stuoia. Leggenda o realtà, niente potea più

convenire a questi ultimi canti. È in essi non so che di rivelazione e di sogno; paiono come opera sovrumana, che solo uno spirito sovrumano dovesse compiere e svelare agli uomini.

La visione di Dio, ecco il termine ultimo del mistico viaggio. Di cielo in cielo il poeta è giunto oramai nell'empireo, e i beati gli si mostrano in forma di candida rosa; e gli angeli, come schiera d'api, scendono volando nel gran fiore, e risalgono poi là dove il loro Amor sempre soggiorna, cioè al trono di Dio, in quest'alterna vicenda di voli recando e attingendo pace ed ardore. Spettacolo ineffabile questo fulgido anfiteatro in cui è accolta la milizia santa, e per esso la plenitudine volante degli angeli, e Dio lassù, trina luce scintillante in unica stella, a cui quel sicuro e gaudioso regno tien volto, come a segno, viso ed amore!)

Il poeta è preso da stupore; non parla, non ode; è assorto tutto nella contemplazione del novissimo prodigio. E, passeggiando per la viva luce, mena gli occhi per li gradi,

mo su, mo giù e mo ricirculando;

e vede visi a carità suadi, e atti ornati d'ogni onestà, e abbraccia la forma gene

1) Parad., XXXI, 1-28.

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