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alla pace della natura con quella intensità di desiderio con cui il malato fisico aspira alla sanità. La natura è salute e vigoria non materialmente soltanto, ma e intellettualmente e moralmente; la natura è sorgente di vita, limpida, pura; qual meraviglia che noi, avvezzi a dissetarci a ben altre sorgenti, viventi il più delle volte una vita artificiosa e viziata, sentiamo il bisogno di tanto in tanto di tornare a lei, di ritemprarci la fibra alle sue acque salutari? «Quante volte », esclama Faust volgendosi alla luna, « dinanzi a questo leggio io ho vegliato tardi nella notte aspettandoti; e tu, mesta amica, sei pur sempre apparsa a me su libri e su carte! Oh! potessi in sulle cime dei monti aggirarmi per entro la tua amabile luce; starmi sospeso cogli Spiriti in sui burroni; divagarmi avvolto da' tuoi taciti albori, sui prati, e, sgombro da tutte le vanità della scienza, bagnarmi e rinfrancarmi nella tua rugiada.... Che spettacolo! Ma ohimè, non altro che uno spettacolo! Dove mai spererò io di raggiungerti, infinita natura? Dove cercherò voi, sue mamme? Ubertose fonti di ogni vita, a voi il cielo e la terra stanno sospesi, come due lattanti; e a voi ingordamente anela l'esausto mio petto. Voi scaturite, voi inaffiate, ed io arderò sempre di sete indarno?» 1)

1) Trad. di GIOVITA SCALVINI.

ZUCCANTE. Figure e dottrine, ecc.

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dire quanta parte egli ha avuto nel rifiorimento di quel metodo sperimentale, che doveva poi trovare in Galileo il perfezionatore e il maestro insuperato: e, non solo per averne trovata la formola : Provando e riprovando, che sarebbe poca cosa; ma, più che altro, per avere cercato le cause produttrici dei fenomeni; per averne viste e divinate di quelle, che destano anche oggi la meraviglia degli scienziati; per avere ad ogni campo, si può dire, della realtà volto il suo sguardo d'aquila, e dovunque lasciate traccie incancellabili d'uno spirito singolarmente penetrante ed acuto. Vorrei anche discorrere dell'ammirazione che aveva Galileo per Dante, dell'amore che gli fece ricercare il suo volume, tanto da dedicargli due lezioni innanzi all'Accademia Fiorentina; 1) omaggio ben dovuto dal grande scienziato al grande poeta, e prova non dubbia che scienza e poesia sono fatte per intendersi e completarsi quasi, non già per osteggiarsi, come pure si pretende.

Ma per fare ciò troppe cose dovrei aggiungere ancora. Io chiudo adunque, e invito il lettore a considerare con me che sono passati, appunto di questi giorni, sei secoli da che Dante dorme l'ultimo sonno. Da quel

1) Intorno alla: Figura, sito e grandezza dell'Inferno.

tempo quale mutamento d'uomini e di cose! Non è più il sacro Romano impero, sogno di Dante; non sono più i Comuni, e le lotte interne ed esterne che li dilaniavano; Firenze è tornata ad essere sede d'ogni cosa bella e gentile, quale Dante vagheggiava in suo cuore; dalle cattedre ben altre teorie vengono affermate da quelle degli Scolastici, che Dante ammetteva; nei mari lontani dove sorgeva la montagna del Purgatorio coi suoi immortali abitatori, continenti e popoli nuovi furono scoperti ; i cieli e i pianeti vennero frugati in qualche modo dal telescopio, e le nove sfere moventisi con perfetto accordo intorno a noi, si sono perdute nell'immensità dello spazio; la fede stessa, la forte fede di Dante, ha subito e subisce ogni giorno scosse violente e assalti poderosi; insomma, tutto è mutato quel mondo che Dante rappresentava; e un mondo nuovo, nuovo sotto ogni aspetto, politico, religioso, scientifico, morale, si è a quello sostituito. Ma, in tanta mutazione, una cosa rimane immutata: l'ammirazione e il culto di Dante. Perchè? II perchè è noto. Nel poema di Dante, in mezzo a ciò che è caduco e transitorio, e al di sopra di esso, campeggia ciò che non muore: lo spirito dell'uomo, la natura delle cose.

INDICE.

Dedica

PREFAZIONE

La «< donna gentile >> e la filosofia nel « Con

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Il simbolo filosofico della « Divina Commedia >>

e le sue fonti principali.

Pag.

VII

IX

1

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29

San Bernardo e gli ultimi canti del Paradiso 97 L'ultimo canto del Paradiso: La preghiera alla Vergine e la suprema visione. .

Il concetto e il sentimento della natura nella

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165

Divina Commedia

207

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