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PROEMIO.

Quasi ogni raccolta di antichi poeti italiani dà principio da Ciullo d'Alcamo,

che visse sullo scorcio del dodicesimo secolo; non usando però egli nello scrivere modi eletti, ma piuttosto bassi, lo abbiamo escluso da tal raccolta.

Dessa incomincia da Folcacchiero, che sembra poetasse al nascere del decimoterzo secolo, sebbene tali pretendono risalir egli a più rimota epoca.

Le ragioni adotte da qualche scienziato italiano onde confermare la gran vetustà della poesia italiana, vennero vittoriosamente combattuti dal Tiraboschi e da altri. Quindi partiremo dall' incominciare del suddetto secolo XIII.

I seguenti scrittori come apparirà, quantunque con lingua non troppo tersa, non andar scarsi di buoni immagini, e di sani concetti. Tra costoro vien distinto il Cavalcanti, che visse prima di Dante. Egli è pur vero, che ogni poeta di tal ероса, eziando ne' versi minori, furono vinti dal creatore della Divina Commedia. Le sue prime rime però, peccano del gusto provenzale, che già piegava a decadenza fino ai tempi di Federico II.

Dopo l' Alighieri ecco sorgere il Petrarca, secondo l'opinione di molti il vero creatore della lirica italiana; idolo de' suoi tempi, coronato in Campidoglio. Non vogliamo dir però, ch' egli andasse scevro d'ogni pecca. Egli scrisse in lingua armoniosa, elegante e tersa, ma talvolta eziando sconvolta, abbagliante e poco chiara. Non varca, una sfera di soggettività assai angusta, distinta non di rado da antitesi, da bisticci e concetti affettati. Il voler poi dar colpa al Petrarca dell' abuso fatto dai posteri delle monotone sue forme, e dei dolci suoi sentimenti sarebbe una somma ingiustizia; gli snervati imitatori non scemano giammai il merito all' originale.

Ecco il Boccaccio, padre della prosa italiana. Il Decamerone è l'opera che sola diedegli eterna fama. Le sue novelle recano nondimeno il marchio della corruzione de' suoi tempi. Nella Teseide e nelle Rime si dimostrò poeta naturale, grazioso, e vivace.

Auspice il Mecenate Lorenzo de' Medici sulla metà del secolo XV, la poesia assume un altro carattere. Il Bojardo, il Bellincioni, il Poliziano ed altri effettuarono un nuovo gusto meglio addatto al secolo, che poi dovea esser condotto a perfezione dall' Ariosto e dal Tasso,, togliendo così per sempre ogni leziosaggine petrarchesca dalle poetiche produzioni.

L. S. d. M.

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