Sayfadaki görseller
PDF
ePub

SONETTO XVII.

Segue nello stesso argomento, e si rende anche interprete del dolore d'altra persona.

Venite a 'ntender li sospiri miei,
O cor gentili, che pietà il desia;
Li qua' disconsolati vanno via;
E se non fosser, di dolor morrei.

Perocchè gli occhi mi sarebber rei
Molte fiate più ch' io non vorria,
Lasso di pianger sì la donna mia,
Ch' i' sfogherei il cor, piangendo lei.

Voi udirete lor chiamar sovente
La mia donna gentil, che se n'è gita
Al secol degno della sua virtute;

In

E dispregar talora questa vita, persona dell'anima dolente, Abbandonata dalla sua salute '.

1

Questo Sonetto ha due parti. Nella prima chiamo li fedeli d'Amore che m'intendano. Nella seconda narro della mia misera condizione. La seconda comincia: Li qua' disconsolati. (DANT. V. N.)

CANZONE V.

Piangesi la stessa morte da un amico del Poeta,

e dal Poeta medesimo.

Quantunque volte, lasso! mi rimembra, Ch' io non debbo giammai

Veder la donna, ond' io vo sì dolente;

Tanto dolore intorno al cor m'assembra
La dolorosa mente,

Ch'i' dico: anima mia, che non ten vai?
Che li tormenti, che tu porterai

Nel secol che t' è gia tanto nojoso,
Mi fan pensoso di paura forte;
Ond'io chiamo la morte,

Come soave e dolce mio riposo :

E dico: vieni a me; con tanto amore,
Ch'i' sono astioso di chiunque muore.

E' si raccoglie negli miei sospiri

Un suono di pietate,

Che va chiamando morte tuttavia :
A lei si volser tutti i miei disiri,

Quando la donna mia

Fu giunta dalla sua crudelitate:
Perchè 'l piacere della sua biltate,
Partendo se dalla nostra veduta,
Divenne spirital bellezza e grande,
lo ciel si spande

Che per

Luce d'Amor, che gli Angeli saluta;
E lo 'ntelletto loro alto e sottile
Face maravigliar, sì n' è gentile.

1 Nella prima stanza si lamenta un amico mio caro, e distretto a lei. Nella seconda mi lamento io...... E così appare, che in questa Canzone si rammaricano due persone; l'una delle quali si lamenta come fratello, l'altra come servidore.

(DANT. V. N.)

SONETTO XVIII.

IL DOLOROSO ANNOVALE.

Era venuta nella mente mia
Quella donna gentil, cui piange Amore,
Entro quel punto che lo suo valore
Vi trasse a riguardar quel ch'io facia'.

Amor, che nella mente la sentia,
S'era svegliato nel distrutto core,
E diceva a' sospiri : andate fore;
Perchè ciascun dolente sen partia.

Piangendo uscivan fuori del mio
Con una voce che sovente mena
Le lagrime dogliose agli occhi tristi.

petto,

Ma quegli che n'uscian con maggior pena, Venien dicendo: O nobile intelletto,

Oggi fa l'anno che nel ciel salisti.

I VAR.

Era venuta nella mente mia

La gentil donna, che per suo valore
posta dall' altissimo Signore
Nel ciel dell' umiltà, dov' è Maria.

Fu

SONETTO XIX.

LO SGUARDO PIETOSo '.

Videro gli occhi miei quanta pietate
Era apparita in la vostra figura,
Quando guardaste gli atti e la statura,
Ch' io faccio pel dolor molte fiate.

Allor m'accorsi, che voi
pensavate
La qualità della mia vita oscura;
Sicchè mi giunse nello cor paura
Di dimostrar cogli occhi mia viltate.

E tolsimi dinanzi a voi, sentendo Che si movean le lacrime dal core, Ch'era sommosso dalla vostra vista.

Io dicea poscia nell'anima trista : Ben è con quella donna quello Amore, Lo qual mi face andar così piangendo.

'Ad una donna gentile che da una fenestra guardava il Poeta, mentr' egli non credendosi veduto da alcuno, s' immergeva nella sua tristezza.

« ÖncekiDevam »