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DI

DANTE ALIGHIERI

SCRITTA

DA CESARE BALBO

PRIMA EDIZIONE CON NOTE

VOLUME UNICO

NAPOLI

GIOSUÈ RONDINELLA EDITORE

Strada Trinità Maggiore n° 27.

1852.

5/ST. C.

GALLETTI

FLOR

TIPOGRAFIA DI G. PALMA

L'AUTORE

Io non so terminare la stampa di questo mio lavoro, senza sdebitarmi verso coloro che mi vi aiutarono, di quella gratitudine che non professata mi peserebbe, e professata mi è dolcissima. Lasciando innominati e chi mi diè pace da poter lavorare, e chi mi diè cuore all'opera, molto più ardua tra noi, del pubblicare; io debbo l'ultima spinta a questo lavoro, tentato già in più guise, a una poesia di Silvio Pellico; debbo, anch'io come tanti, conforti ed aiuti continui d'erudizione a Costanzo Gazzera ; una revisione feconda di correzioni a Carlo Boncompagni; aiutî e correzioni nella revisione delle prove al professore Valauri, e debbo l'effettuazione della stampa al Pomba, solo fra parecchi librai, stampatori ed editori a cui fu offerta, che abbia voluto torsene il carico.

Del resto, se mi si conceda ridurre a mia piccolezza le parole d'un grande: «< io domanderei un favore che temo non mi sia conceduto; quello che non si giudichi dopo un momento di lettura, d'un lavoro di parecchi anni; che s'approvi o condanni il libro intiero, e non su alcune frasi. Se incontrerò qualche approvazione, la dovrò principalmente alla maestà del mio assunto. Al veder quanto ne fu scritto in Italia, in Francia, in Germania e in Inghilterra io ho ammirato parecchi; ma non ho perduto il cuore per ciò. A chi mi dicesse che son rimasto inferiore al magnifico assunto, consentirei tanto più volentieri, che so d'esser rimasto inferiore al mio stesso disegno. A chi mi accennasse miglioramenti o correzioni, sarò grato; ma me ne varrò più probabilmente per li fatti che non per le opinioni, le quali difficile è mutare quando sono sincere ed invecchiate. Ed a chi giudicasse non valer fatica di correzioni questa mia vita di Dante, risponderei: deh facciasene un'altra, ma facciasî; chè non sarebbe onor patrio si ritardasse altrimenti o ci si facesse dagli stranieri. Il divulgar la vita dei proprii grandi è dovere oramai d'ogni letteratura.

25 aprile 1859.

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