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ADAMO. Maestro Adamo, Bresciano, il quale richiesto da' conti di Romena, luogo vicino a' colli del Casentino, falsificò la legá del Batista, cioè del fiorin d'oro, che ha da una banda san Giovanni Battista, e dall' altra il giglio; per la qual cosa fu preso, e abbruciato. In. XXX. 61.

Ad asta, in asta, in gonfalone. Par. XVI, 153.

Addare, accorgersi, avvedersi. Nè ci addemmø. Purg. XXI, 12; quando non sia sincope in vece di avvedemmo.

Addentare, per afferrare, come si fa co' denti. In. XX1 82.
Additàlo, cioè l' additai. Purg. XXIII, 131.

Addolciáre, addolcire, è far contento. In. 6, 84.

Adduarsi, raddoppiarsi. Par. VII, 6.

Adergersi, drizzarsi, sollevarsi. Purg. XIX, 118.
Adescare, allettare, quasi con esca. În. XIII, 55.
Ad esso, per intorno ad esso. Purg. II, 22.
Ad etade, in età. Purg. XII, 104.

Adhæsit pavimento anima mea. Detto del salmo 118, Vers. 25. L'anima mia s'attaccò al pavimento. Purg. XIX, 73.

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ADICE o Adige, fiume celebre d'Italia. Nasce nell' Alpi del Tirolo, e bagnando le città di Trento e di Verona, viene a scaricarsi nell' Adriatico. In. XII, 5. Purg. XVI, 115, confine della Marca Trivigiana. Par. IX 44.

Adimare, abbassare. Par. XXVII, 77.

ADIMARI, famiglia nobile Fiorentina, accennata dal Poeta, sẽcondo gli spositori. Par. XVI, 115.

Adimarsi, scendere ad imo, abbasso. Purg. XIX, 100.

Ad imo, fino al fondo. In. XXIX, 39. Par. I, 138. XXIX, 34. XXX, 109.

Ad imo ad imo, bene abbasso, nel profondo, Purg. I, 100.
Adivenire, avvenire. Par. IV, 100. VIII, 130.

Adocchiare, guardar fiso, attentamente. In. XV, 22. XVIII, 123. XXIX, 138. Purg. IV, 109. Par. XXV, 118. XXVIII, 18. Per vedere semplicemente. Purg. XXI, 50.

Adombrare, per coprire, o far tetto. Purg. XXXI, 144.

Adonare, abbassare, deprimere, fiaccare. In. VI, 34. Adonarsí Purg. XI, 19.

Adontare, per chiamarsi offeso, pigliar onta, sdegnarsi, crucciarsi. In. VI, 72. Purg. XVII, 121.~

Adoperare, per operare. In. XXIV, 25.

Adoprare, per operaré, produrre l'effetto suo. Purg. XXVIII,

131.

Adorare, per pregar Dio. Pürg. V, 71. Pår. XVIII, 125.

Adorezzare, essere ombra o rezzo. Purg. I, 123.

Adornamento, ornamento. Purg. XII, 31.

Adorno, per adornato. Par. I, 163.

Adovrare, adoprare. Purg. XVII, 102:

ADRIANO lito, cioè dell' Adriatico; ov'è posta Ravenhā. Par.

XXI, 122.

ADRIANO V, sommo pontefice, detto prima M. Ottobuoño de'

Fieschi, Genovesi, conti di Lavagno; visse nel Papato un mése, e giorni nove. Purg. XIX, 99. e seg.

ADRIATICO mare, riceve briga dal vento Euro. Par. VIII, 68.
Adro, atro, nero, in rima. Purg. XXX, 54.

Aduggiare, adombrare con denso vapore. In. XV, 2. E per togliere i raggi del sole, a guisa delle piante fronzute. Purg. XX, 44. Ma qui è metafora.

Adulterare, per corrompere, sporcare. In. XIX, 4.

Adultèro, cioè adulterio; in rima. Così chiama Dante il Pontificato di Bonifazio VIII. ottenuto con arti non buone. Par. IX, 142. Ad una, cioè ad una voce. Purg. IV, 17. XXI, 33. Ad una, per insieme. Purg. IX, 65. Par. XII, 33.

Adunar pensiero, cioè pensare. In. VII, 52.

Ad cocem tanti senis. Alla voce d'un vecchio sì riguardevole. Purg. XXX, 17.

Aer, o aere, in genere femminino. In XXXI, 37.

Aere amaro, per nebbia pungente. Purg. XVI, 15.
A fede, con fede. Par. XI. 114.

Affaticare, per agitare. Lat. fatigare. In XXVI, 87.

Affatturare. Nuocere a chi che sia con malie. In. XI, 58.

Affermare. L'affermare che fa credere altrui; cioè il giuramento. Purg. XXVI, 103.

Affetto. Aver affetto a conoscere; esser curioso di sapere, tolto da Virgilio, che disse nel II. dell' Eneida, V. 10.

Sed, si tantus amor casus cognoscere nostros.

etc. In. V, 123. Affetto, addiettivo; per pieno d'affezione. Par. XXXII, 1,

Affige, con una sola g ; per la rima. Par. XXXIII, 155.
Affiggere, per pugnere. Purg. XXV, 106.

Affiggersi, per trattenersi, fermarsi, collocarsi. Purg. XI, 155. XIII, 55. XXV, 4. XXXIII, 106. Per affissarsi, applicar forte. Par. XXXIII, 155.

Affigurare, discernere la figura. In. XXIV, 75.

Affinare, per purgare. Purg. XXVI, 148. Affinarsi, per divenir più perfetto. Par. XX, 157.

Affisso, fermato. Purg. XVII, 77.

Affollare; l'affollar del casso, chiama Dante il batter frequente del cuore. e del polmone; le quali yiscere stanno nel casso cioè nel busto, che da' medici s'appella torace. Purg. XXIV, 72. Affranger la possa, debilitare. Purg. XXVII, 74.

Affranto, infievolito. Purg. XXX, 56.

AFFRICANO, fu detto Scipione il maggiore. Purg. XXIX, 117. V. Scipione.

Affrontarsi con chi che sia, per abboccarsi. Par. XXV, 40.
Affuocare, infocare. In. VIII, 74. Par. XXVIII, 17.

A fidanza, colla fiducia. Purg. XIII, 16.

Aforismo; sentenza, massima. E detto assolutamente s' intende

di quelli d' Ippocrate, principe de' medici. Par. XI, 4.

A fronte a fronte, l' uno rimpetto all' altro. In. XXV, 100.

A frusto a frusto, a pezzo a pezzo. Par. VI, 141. AGABITO, O Agapito I. sommo pontefice, converte dall'eresia Eutichiana Giustiniano Imperadore. Par. VI, 16.

AGAMENNONE, chiamato dal Poeta nostro lo gran duca de' Greci, che andarono all' assedio di Troja, come da Omero è detto Re dei Re. Costui per ottenere vento propizio all'armata sua navale, che era trattenuta nel porto d' Aulide, acconsenti che sua figliuola Ifigenia fosse sacrificata alla dea Diana, che era contra di lui sdegnata. Ma la dea mossa a compassione della innocente giovane, la fe' rapire, e portare nella regione Taurica; e in sua vece suppose una cerva per lo sacrifizio. Par. V, 69.

AGATONE. Poeta Greco antico, d'una favola del quale, intitolata l'Anto, o il fiore, fa menzione Aristotile nella sua poetica. Purg. XXII, 107.

Agevolare, per ajutare. Purg. IX, 57.

Agevolemente, agevolmente. Purg. XII, 95.

Agevolezza, per attrattiva, e maniera dolce. Purg. XXXI, 28. Aggirata, nome verbale. Giro, circuito. In. VIII, 79. Aggiungèno, aggiungevano. In. XXXIV. 40,

Aggiungersi, per unirsi, congiungersi. In. XXXII, 129.

Aggiustar male il conio, per falsificar la moneta. Par. XIX, 141. Aggiustarsi, a chi che sia, per sedergli allato. Par. XXXII, 121. Aggrappare, afferrare, abbracciare strettamente. In. XVI, 134. Aggrapparsi, attaccarsi bene colle mani. In. XXIV, 29. XXXIV, 80. Aggratare, piacere, dilettare. In. XI, 95.

Aggrato, per grato, gradito. Par. XXIII, 6.

Aggrava, invece di aggravano. In. V1, 86. Così ancora fra' Greci gli Attici dicevano Tα Tαdpitiya in vece di τρέχεσι

Agguagliare; che 'l numero nostro Coll' eterno proposito s'agguagli; cioè che 'l numero de' Beati s'adempia, secondo i decreti di Dio. Par. XXV, 126.

Aggueffare, congiungere. In. XXIII, 16.

A Giudice, cioè, al Giudice. Purg. VIII, 109.

A giuoco, da scherzo. In. XXIX, 112,

A giuoco, sentirsi a giuoco, cioè, accomodato, in punto. In. XVII, 102.

AGLAURO, figliuola d'Eritteo re d'Atene. Costei portando estrema invidia alla sorella Erse amata da Mercurio, e opponendosi con ogni sua possa a' piaceri di quel dio, fu da lui convertita in sasso. Purg. XIV, 139. V. Ovidio nel II. delle Trasformazioni. Agno, agnello. Par. IV, 4. IX, 131, X, 94. Lat. Agnus. Agnus Dei. Agnello di Dio. Purg. XVI. 19.

Ago, per aculeo, o pungolo di vespa. Purg. XXXII, 133. Ago. L'ago si volge alla stella ; cioè alla tramontana, nel bossolo marinaresco, per cagione della calamita. Par. XII, 29.

AGOBBIO, O Gubbio, città dello stato della Chiesa, nel ducato d'Urbino. Purg. XI, 80.

Agognare, desiderare ardentemente. In. XXVI, 9, XXX, 138, Purg. XIII, 65. qui piuttosto chiedere,

Agosta alma, cioè augusta, imperiale. Par. XX, 136.

AGOSTINO, (S.) dottore esimio di S. Chiesa, fu di Cartagine, e vescovo d'Ippona in Affrica. Par. X, 120, XXXH, 53.

AGOSTINO, frate minore, uno de'primi compagni di S. Franeeseo. Par. XII, 150,

AGOSTO, l'ottavo mese dell'anno, così nominato dall'imperadore Augusto. Purg, V, 59,

4 grato, a grade, in piacere. Par. XXI, 22,

A gran divizia, in gran copia In, XXII, 109,

Agricola, agricoltore. Par. XII, 71. È voce latina.

Agro, per acerbo e fiero. In, XXIV, 147. Per difficile ad intendersi. Purg. XXV, 24.

Agrume, nome generico d'alcuni erbaggi di sapor forte ed acuto, come cipolle, agli, porri, e simili. Par. XVII, 117. Aguato, insidia. In, XXVI, 59.

Aguglia, per aquila. Purg. X, 80. XXXII, 125. XXXIII, 38. Par. XX, 52. Aguglia di Cristo, chiama Dante S. Giovanni Evangelista, perchè intese più che gli altri de' divini misterj. Par. XXVI, 53. Aguglione. V. Baldo.

Agugnare, bramare con troppa avidità, come sogliono i cani affamati. In. VI, 28.

A guida, cioè, per guida. Purg. VII, 42.

Agurarsi, augurarsi. Gli stolti sogliono agurarsi, quando nel percuoter de' ciocchi arsi, surgono innumerabili faville; perchè allora dicono: io vorrei avere tanți be' fiorin d'oro, quante sono queste faville; e altre inezie simili, Par. XVIII, 102,

AGUSTO, così scrivevano gli antichi Toscani in vece d'Augusto. Questi fu il secondo Imperadore di Roma, sotto cui nacque Gesù Cristo. In. I, 71.

Aguto, acuto. In XXVII, 59, e 152. XXXIII, 55•

Aguzzar le ciglia, atto di chi ristrigne la pupilla dell'occhio per vedere più esattamente, In. XV, 20. Aguzzar l'occhio. In. XXIX, 134.

Aguzzo occhio, per cupido, avido. Par. XVI, 37,

A inganno, ingannevolmente. In. XIX, 56,

Ajuola, per lo globo terrestre, Par. XXVII, 86. Ajuola, che ci fa tanto feroci; cioè la terra, che da noi posseduta in qualche picciola sua parte, ci fa insolenti, e superbi; la quale se si potesse vedere dal cielo stellato, parrebbe un' ajuola, o picciola aja. Par. XXII, 151. Ma qui è necessario leggere l'annotazione degli Accademici della Crusca.

Ajutare, ajutami da lei, cioè contra di lei. Įn. I, 89. m'ajuti mettere, senza la particella a. Purg. XXIX, 41,

Ajutar l' arsura, cioè accrescerla. Purg. XXVI, 81. Forse dalla voce Francese adjoûter, o ajoûter.

Ajutoro, ajuto. Lat. adjutorium. Par. XXIX, 69.

Aizzare, irritare, stimolare; e si dice propriamente de cani, quando si eccitano a mordere altrui. In. XXVII, 21. Al, per dal. Purg. XX, 126.

Ala, fece crescer l' ale al voler mio. Par. XV, 72.

ALAGIA de' Conti Fieschi di Genova, nipote di Papa Adriano IV. Maritata, come alcuni scrivono, al marchese Marcello Malespini. Purg. XIX, 142.

ALAGNA. Anagni, città della Campagna dị Roma, Purg. XX, 86. Par. XXX, 148.

ALAGNA. Quel d' Alagna Par. XXX, 148. cioè, Bonifazio VIII. ALARDO, gentiluomo Francese, capitano del re Carlo d'Angiò, vince Curradino nipote del re Manfredi. In. XXVIII, 18.

ALBA LUNGA, città del Lazio, ove i discendenti d' Enea regnarono per 500 e più anni, fino a' tempi di Romolo. Par. VI, 37.

Alber, voce accorciata da albero. In. VII, 14. Purg. XXII, 131, 159, e altrove.

ALBERICHI, famiglia nobile Fiorentina. Par. XVI, 89.

ALBERIGO de' Manfredi, signore di Faenza, Frate Godente, il quale essendo in litigio con gli altri Frati del suo ordine, finse di volersi comporre, e rappacificare con loro, e invitolli ad un lautissimo convito; e dato il segno a' suoi sgherri, che quando comandasse che si portassero le frutte, uccidessero tutti i convitați, venne a fine de' suoi perversi disegni. In. XXXIII, 118.

ALBERO DA SIENA, figliuolo del vescovo di quella città, giovane di grossa pasta. In. XXIX, 109. V. Griffolino.

Albero, che vive della cima, chiama Dante il Paradiso, perchè viene avvivato dall' Essere sovrano, ch'è Dio; al contrario degli altri alberi, che traggono il sugo vitale, e il nutrimento dalla radice. Par. XVIII, 29.

ALBERTI (degli) Alessandro e Napoleone, In. XXXII, 55, e segg. V. Alessandro.

ALBERTO, Abate in S. Zeno a Veroną, uomo di santi costumi, a' tempi di Federigo Barbarossa Imperadore. Purg. XVIII, 118.

ALBERTO DEGLI ALBERTI, signore della valle di Falterona in Toscana, padre d' Alessandro, e di Napoleone. In. XXXII, 57, V. Alessandro e Napoleone,

ALBERTO DELLA SCALA, signor di Verona. Costui fece Abate di S. Zeno in quella città un suo figliuolo naturale, diffettoso di corpo, e d'animo. Accennato, Purg. XVIII, 121.

ALBERTO Duca d'AUSTRIA, figliuolo primogenito di Ridolfo Imperadore; e dopo Adolfo, anch' egli assunto alla imperial dignità. Purg. VI, 97. Uccide il Re di Praga, cioè di Boemia, ed occupa quel Regno. Par, XIX, 115.

ALBERTO MAGNO, di Cologna città di Germania, Frate dell'ordine de' Predicatori, uomo dottissimo in tutte le scienze; scrittore di molti volumi, e maestro di S. Tommaso d'Aquino. Par. X, 98.

ALEIA, O Albi, fiume grossissimo di Boemia. Purg. VII, 99. ALBOINO DELLA SCALA, accennato. Par. XVII, 71. V. Bartolommeo della Scala.

Albore, candore che apparisce in cielo sul far del giorno. Purg. XVI, 142. Albòri. Purg. XXIV, 143. Albòre, per candore semplicemente. Par. XIV, 108,

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