Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Alchimia, arte di trasmutare, e di falsare i metalli. In. XXIX, 119, e 137.

ALCIDE ama Jole. Par. IX, 101.

Al dasezzo, ultimamente. VII, In. 150.

ALDOBRANDESCO, Guiglielmo. Purg. XI, 59. V. Guiglielmo. ALDOBRANDI (Tegghiajo) Fiorentino, della nobil Famiglia degli Adimari, uomo per li suoi consigli molto eccellente. In. XVI, 41. Ale in numero singolare, per ala. Purg. XXIX, 110.

Aleppe, lo stesso che Aleph, prima lettera dell' Alfabeto degli Ebrei. Qui significa dolore, e confusione. In VII, 1.

ALESSANDRIA DELLA PAGLIA, città dello stato di Milano. Purg. VII,

155.

ALESSANDRO Conte di Romena. In. XXX, 77. v. Maestro Adamo. ALESSANDRO, e Napoleone degli Alberti, figliuoli d' un Alberto, signore della valle di Falterona in Toscana; i quali dopo la morte del padre tiranneggiarono i paesi circonvicini; e finalmente venuti in discordia tra di loro, l'uno uccise l'altro, In. XXXII, 55. e segg.

ALESSANDRO FEREO, tiranno di Tessaglia, molto crudele, come bene spiega il Vellutello contra il Landino, ed altri commentatori, i quali malamente intesero Alessandro Magno. In. XII, 107.

ALESSANDRO MAGNO, figliuolo di Filippo re di Macedonia, di Olimpiade sua moglie. Personaggio nelle storie notissmo. In. XIV. 31.

ALETTO, una delle tre Furie infernali. In. IX, 47.

e

Alfa, ed Omega, così chiamasi Dio nell' Apocalisse di S. Giovanni; cioè principio e fine di tutte le cose: come di quelle due lettere l' una comincia l'alfabeto de' Greci, l'altra il termina. Par. XXVI, 17.

ALFONSO, Re di Spagna, a' tempi di Dante, uomo effeminato. Par. XIX, 125.

D

Comechè tutti gli espositori moderni qui citino il Volpi, e gli Edd. Fiorentini pare che raffermino la sua opinione allegando gli antichissimi fra' comenti, la chiosa a ogni modo si mostra confusa. Alfonso III regnò agli Spagnuoli che il nominavano Il Benefico innanzi la visione di Dante e mori nel 1290; ed è per avventura Lo giovinetto veduto nel Purg. VII, 116. « Che non rimase (intendo <«<lungamente ») Re perchè in fatti dopo sei o sette anni di regno fini di vivere. Di ciò il poeta si duole; non però dice «< che non ere« ditò di Pietro d'Aragona suo padre altro che il valore. » Successegli Giacomo secondo, malveduto da Dante e dopo quattro anni l'Aragona e la Castiglia furono rette da esso e da Ferdinando IV, sino al 1512; e quindi Alfonso detto l' undecimo al quale di certo il poeta nel XIX del Paradiso e i suoi primi espositori intendevano di alludere: Quel canto è profetico, e parla de' principi regnanti dopo la visione, e mentre Dante scrivevalo o ritoccavalo verso gli ultimi anni della sua vita; poichè ei ricorda come Filippo il Bello era morto di un colpo di cotenna nel 1314 cacciando un cinghiale. (Par. XIX, 120.)

ALFONSO, terzo figliuolo di D, Pietro di Navarra, Re d' Aragona,

il quale non ereditò di suo padre altro che il valore. Accennato. Purg. VII, 116.

ALFONSO, zio di D. Federigo Re di Sicilia. Costui fu coronato Re di Majorica e Minorica; ma con brutte operazioni macchiò la corona. Accennato. Par. XIX, 137.

ALì discepolo e seguace di Maometto, ma in alcune cose discordante da lui; sicchè venne a formare una nuova setta, seguita insin' oggi dalla gente soggetta al sofì, cioè al Re di Persia. In. XXVIII, 32.

ALICHINO, nome di Demonio. In. XXI, 118. XXII, 112. ALIGHIERI, famiglia nobile in Ferrara. Una donna di questa casa fu maritata a M. Cacciaguida cavalier Fiorentino, antenato del nostro Poeta; de' quali due consorti nacque Alighieri, da cui Dante ricevette il suo cognome. Accennasi ciò, Par. XV, 158.

ALIGHIERI, figliuolo di Cacciaguida, e bisavo del nostro Poeta, punito per la sua superbia nel primo girone del Purgatorio. Accennato. Par. XV, 91.

Alito, per spiramento. Par. XXIII, 114.

Alla, nome d'una misura d'Inghilterra, che è due braccia alla Fiorentina. In. XXXI, 115.

Alla fiata, qualche volta. Par. XIV, 20.

Alla pelle dipinta, cioè, dalla pelle dipinta. In, VI, 108.

Alleggiare, alleggerire, render leggiero. In. XXII, 22. Purg. XII, 14.

Alleluja, voce Ebraica, che significa lodar Dio, ed allegrezza. ln. XII, 88.

Allentare per allentarsi. Purg. XXXI, 21. Detto della fiamma che a poco a poco perde il vigore. Par. XXXI, 129. V. Avvivarsi. Allentarsi, s' allenta la ripa; cioè, si rende più facile a salire. Purg. XII, 106.

Allettare, per dare albergo. In. II, 122. IX, 95.

Alleviare, alleggerire. Purg. XXX, 15. Alleviarsi, per partorire. Par. XVI, 36.

Allotta, allora. In. V, 53. XXXI, 112. XXXIV, 7. Purg. III, 86. XX, 103, XXVII, 85.

Allumare, illuminare. Purg. XXI, 96. XXIV, 151. Par. XV, 76. XX, 1. XXVIII, 5.

Alluminare, illuminare. Purg. XXII, 66.

Alluminare, per miniare; e in questo significato è voce Francese. Purg. XI, 81.

Allungarsi, per discostarsi. Purg. XIII, 32. Par. VII, 32. ALMEONE, figliuolo d'Anfiarao, e d'Erifile. Costui fu uccisor della madre. Purg. XII, 50. Par. IV, 103. V. Erifile.

Almi. In. XXXI, 67. V. Rafel.

Almo, per santo, e divino. Par XXIV, 138.

Alpe, per montagna altissima. In. XIV, 30.

ALPE. Purg. XVII, 1. XXXIII, 111.
ALPI, d'onde nasce il Po. Par. VI, 51,
Al su, all'in su, Purg. XIX, 95,

ALTAFORTE, Rocca d'Inghilterra, tenuta e difesa da Bertrame dal Bornio; dove fu assediato il principe Giovanni dal Re Arrige d'Inghilterra, suo padre. In. XXIX, 29. Colui che già tenne Allaforte. In. XXIX, 29. V. Bertramo dal Bornio,

Alterazione, per mutazione accidentale di qualche cosa. Purg. XXI, 43. È termine de' Filosofi.

Alto, per nobile, Par, XVI, 86. Alto universo; per li cieli. Par. XXVIII, 71,

Alto terrà le fronti, cioè altamente. In. VI, 70

ALTO INGEGNO. Inf. II, 7, Intendi Virgilio, e vedi la postilla a quel luogo.

Altro. Che altro è da voi all' idolatre? cioè qual altra differenza? In. XIX, 113.

Altura, altezza. Purg. IX, 69. XVIII, 28,

A lui fu vista, cioè da lui. In. XIX, 108.

ALVERNA, monte asprissimo fra il Tevere e l'Arno, dove S. Francesco ricevette le sacre stimmate del Salvator nostro. Par. XI, 106.

Alvo della fiamma, cioè, seno, mezzo. Purg, XXVII, 27. V. cuor della luce.

AMAN, gran capitano dell' esercito d' Assuero Re di Persia. Costui odiando a morte Mardocheo, zio della Regina Ester perchè non era da lui, come da tutti gli altri adorato, persuase il Re a far morire tutti gli Ebrei che negoziavano nel suo reame, come gente inutile; e che niente lo stimava; e di più a far crocifiggere Mardocheo. La Regina Ester mossa a compassione e dello zio, e della sua nazione, tanto supplicò il Re suo marito, che il fece mutar proposito, e ritrattar la sentenza. Così Mardocheo fu innalzato ad onori sublimi, e il superbo Aman fu crocifisso a quella trave medesima ch'egli avea fatta innalzare per crocifiggervi Mardocheo. Accennato, Purg. XVII, 26.

A mancina, a man sinistra, Purg, IV, 101,

A man manca, a man sinistra. In. XXIII, 68.
A mano stanca, a mano sinistra. In. XIX, 41.
Amanza, per donna amata. Par. IV, 118.

Amara veduta, cioè infelice, e cagione di male estremo, In. XXVIII, 95.

AMATA, moglie di Latino Re degli Aborigeni, popoli d'Italia antichissimi, la quale per tema grande ch' Enea avesse ucciso Turno, a cui sua figliuola Lavinia era stata promessa in isposa, disperata s'impiecò. Accennata, Purg. XVII, 35.

Ambage in che la gente folle Già s'invescara, chiama Dante gli oracoli della Gentilità, proferiti con parole oscure, e dubbiose. Par. XVII, 31.

Ambascia, difficoltà di respirare cagionata da stanchezza, In. XXIV, 52. Per affanno estremo. In. XXXIII, 96. Purg. XVI, 39. Par. XXVI, 133.

Ambodue, amendue. In. XXIX, 92,
Amboduo, amendue, Par. XXIX, 1.

Ambrosia, per erba, o composizione di soavissimo odore, Purg,

XXIV, 150.

Amech. In. XXXI, 67, V. Rafel.

Amendui, amendue, in rima. In. I, 69.

Amenduo, ambedue. In. XVII, 14.

Amica, divenne amica al padre fuor del dritto amore, cioè, divenne concubina del padre suo. In. XXX, 39.

AMICLATE povero pescatore, il quale, come riferisce Lucano nel V della Farsaglia, tragittò colla sua barca di Durazzo in Italia Giulio Cesare, che desiderava di trasportare nell' Epiro il restante delle sue genti. Par. XI, 68.

AMIDEI, famiglia nobile Fiorentina, da cui nacquero le discordie e le ruine della città, per essere stata una di questa famiglia ripudiata da Buondelmonte de' Buondelmonti. Accennata, Par. XVI, 136,

Ammaliare, offendere con malie. E figuratamente, guastare, corrompere. Par. XXX, 139. V. anche il Varchi nell' Ercolano, carte 190.

Ammannare, apparecchiare. Purg. XXIII, 107, XXIX, 49. Ammantare, per cuoprire. Par. VIII, 138. Per vestire semplicemente. Par. XXI, 66.

Ammantarsi di riso, per vestirsi di chiarissima luce. Par. XX, 13.

Ammassicciarsi, ammassarsi, stivarsi. Purg. IX, 100.
Amme, per ammen, in rima. Par. XIV, 62.

Ammen, Amen voce Ebraica, colla quale chiudonsi dalla Chiesa Cattolica tutte le orazioni che a Dio si fanno. E vuol dire : così sia; e qualche volta, in verità. Un Ammen non saria potuto dirsi : per dimostrare somma velocità. In. XVI, 88.

Ammenda, correzione del fallo. In. XIII, 55. Purg. XX, 65, 67, 69. Fare ammenda; correggersi, e soddisfare per le sue colpe. In. XXVII, 68,

Ammentarsi, ricordarsi, tenere a memoria, Purg, XIV, 56, 22.

XXV,

Ammiccare, accennar con gli occhi. Purg. XXI, 109. V, il Varchi nell'Ercolano, a carte 86.

Ammiraglio, capitano d' armata navale. Purg. XIII, 154. Ammiraglio, per ispecchio; dal mirarvisi dentro; come i Franeesi dicono le miroir. Purg. XXVII, 105.

Ammagliarsi, per congiungersi carnalmente, detto di bestie. In. I, 100; ma qui è allegoria,

Ammortare, ammorzare, spegnere. In. XIV, 90.

Ammorzarsi, detto della volontà. Par. IV,

76,

68.

Ammusarsi, scontrarsi muso con muso, Purg, XXVI, 35. Ammutare, perder la favella, divenir muto. Purg. XXVI, Amomo, arbuscello Orientale, che produce droga preziosa. In. XXIV, 110,

Amore. Amor che drittamente spira, chiama Dante la vera carità. Par. XV, 2. Amor che muove 'I sole, e l' altre stelle ; gioè,

il sommo Iddio. Par. XXXIII, 145. Amore, per la concordia, che, secondo alcuni filosofi, molte volte fu cagione che il mondo ritornasse nel primiero caos. In. XII, 42. V. sentir amore. Amore, per lo Spirito Santo. Par.XIII, 57. Per l'Arcangelo Gabriello.Par.XXXII, 94. Per anima beata. Par. XXIV, 82. Amore Angelico, per Angelo. Par. XXIII, 103.

Amor d'animo, per l'appetito. Purg. XVII, 95.

Amor del bene scemo del suo dover, cioè l' accidia. Purg. XVII, 85.

Amore e natura, per amor naturale. Purg. XVIII, 26.

Amor, che nella mente mi ragiona. Questo è il principio d' una delle tre canzoni di Dante, sposte da lui medesimo nel suo Convivio. Purg. II, 112.

AMORE, ferisce Venere sua madre. Purg. XXVIII, 66.

Amori, per anime elette, accese di carità. Par. XIX, 20. Per cori d' Angeli. Par. XXVIII, 105. Per creature, Angeli principalmente. Par. XXIX, 46. Amor nuori, chiama forse Dante le creature, ovvero l'atto medesimo del creare. Par. XXIX, 18.

Amoroso. S'ancise amorosa ; cioè, s'ammazzò per amore. In. V, 61. Cosi Virgilio parlando della Dea Venere apparsa ad Enea suo figliuolo, nel I. libro, al verso 318. Namque humeris de more habilem suspenderat arcum Venatrix. E Tibullo nella 1. Elegia del I. libro: Ipse seram teneras maturo tempore vites Rusticus. A muta a muta, a vicenda. In. XIV, 55.

ANACREONTE, nato in Teo città dell'antica Ionia, Poeta lirico leggiadrissimo. Purg. XXII, 106.

ANAGNI O Alagna. Città della Campagna di Roma. Purg. XX, 86. ANANIA, uno de' discepoli del Signore, il quale rendette la perduta vista a S. Paolo. Par. XXVI, 12.

ANASSAGORA Clazomenio, Filosofo dogmatico antichissimo, ed eccellente. In. IV, 157.

ANASTAGI, famiglia nobilissima di Ravenna. Purg. XIV, 107. ANASTAGIO Papa, che visse a' tempi di Teodorico Re d'Italia, pervertito da Fotino eretico, secondo Dante; il che è falsissimo. Vedi gli scrittori delle vite de' Pontefici. In, XI, 8. V. Fotino.

Anca, l'osso che è tra il fianco, e la coscia. In. XIX, 43. XXI, 55. XXIII, 72. XXIV, 9. XXXIV, 77.

Ancella chiarissima del sole, l' Aurora, o l'Alba. Par. XXX, 7. Ancella sesta del dì, l'ora sesta. Fingono i Poeti, che l'ore siano ancelle del sole. Purg. XII, 81. Ovidio nel II. delle trasformazioni, al verso 118. Jungere equos Titan velocibus imperat horis. E già le quattro ancelle eran del sole Rimase addietro. Purg. XXII, 118.

Anche, colla negativa; per quello che i Latini dicono nondum. Purg. XXX, 56.

Anche, in luogo, d'altri. In. XXI, 59.

ANCHISE Trojano, figliuolo di Capi, che della Dea Venere generò Enea, soggetto notissimo per lo poema di Virgilio. In. I, 74. Purg. XVIII, 137. Morì, e fu seppellito in Sicilia, Par, XIX, 132,

« ÖncekiDevam »