Della perfetta poesia italiana, 4. cilt

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Società tipografica dei Classici italiani, 1821

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Sayfa 339 - 1 Signore, anzi '1 nimico mio; a ciascun remo un penser pronto e rio che la tempesta e '1 fin par ch'abbi a scherno; la vela rompe un vento umido, eterno di sospir, di speranze e di desio; pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni bagna e rallenta le già stanche sarte, che son d'error con ignoranza attorto. Celansi i duo mei dolci usati segni; morta fra l'onde è la ragion e l'arte: tal ch'i "ncomincio a desperar del porto.
Sayfa 257 - Solo e pensoso i più deserti campi Vo misurando a passi tardi e lenti, E gli occhi porto per fuggire intenti Ove vestigio uman 1' arena stampi. Altro schermo non trovo che mi scampi Dal manifesto accorger delle genti ; Perché negli atti d' allegrezza spenti Di fuor si legge com
Sayfa 257 - ... sì ch'io mi credo ornai che monti e piagge e fiumi e selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch'è celata altrui.
Sayfa 146 - Amor sana e come ancide, chi non sa come dolce ella sospira, e come dolce parla e dolce ride.
Sayfa 373 - J (Non è costei dalla più bella idea, che là su splenda, a noi discesa in terra; ma tutto il bel, che nel suo volto serra, sol dal mio forte immaginar si crea.
Sayfa 305 - Né te vedrei, del non tuo ferro cinta, Pugnar col braccio di straniere genti , Per servir sempre o vincitrice o vinta.
Sayfa 107 - La promulgazione delle leggi d'Arcadia 10 non adombro il vero con lusinghieri accenti: la bella età dell'oro unqua non venne. Nacque da nostre menti entro il vago pensiero e nel nostro desio chiara divenne. Spiegò sempre le penne la gran ministra alata...
Sayfa 40 - A' duo lumi c' ha sempre il nostro polo; Cosi nella tempesta Ch' i' sostengo d'amor, gli occhi lucenti Sono il mio segno e '1 mio conforto solo. Lasso, ma troppo è più quel ch' io ne 'nvolo Or quinci, or quindi, com' Amor m' informa, Che quel che vien da grazioso dono. E quel poco ch
Sayfa 99 - Vedrà, s' arriva a tempo, ogni virtute, Ogni bellezza, ogni real costume Giunti in un corpo con mirabil tempre. Allor dirà che mie rime son mute, L' ingegno offeso dal soverchio lume: Ma se più tarda, avrà da pianger sempre.
Sayfa 180 - E la bella pietà strette in catena? Chi è costei che di furor sì piena Fulmini avventa quando gli occhi gira, E ad ogni petto che per lei sospira, II sangue fa tremar dentro ogni vena? Chi è costei che più crudel che Morte, Disprezzando ugualmente uomini e Dei Muove guerra del Ciel fin sulle porte?

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