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sere nella Chiesa il pericolo, a cui si accenna per la civil compagnia, ma oso asserire che nella Chiesa ad aversi apogeo di perfezione, cioè ad aversi il massimo grado di certezza nella decisione di diritto che dev' emanarsi, questo è il modo più sicuro ch'è da tenere. Il Papa, si sa, è nella Chiesa l'insegnante degl' insegnanti, posciachè a lui solo venne dato, separatamente dagli altri, tutto il potere che poi venne anche conferito agli altri Apostoli uniti insieme (1).-S. Pietro, dice Bossuet, è quello

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(1) A Pietro solo separatamente dagli altri Apostoli, dice un dotto anonimo scrittore, fu dato da Cristo tutto quanto fu dato in seguito ai medesimi uniti insieme tra loro e col capo. A Pietro fu detto dapprima quodcumque ligaveris super terram, erit ligatum et in Coelis in seguito agli altri in compagnia di lui, e necessariamente senza pregiudizio di quanto era a lui già concesso, fu detto quaecumque alligaveritis super terram, erunt ligata et in Coelis. La letterale identità dei due testi, ne'quali sono espresse le due comunicazioni, rende così stretta l'applicazione che non se ne può deviare, e ragionandovi di buona fede bisogna confessare, che i vescovi stessi non sono indipendenti dall' insegnamento del Papa, ma sono, siccome insegnanti a fronte del loro gregge, così imparanti a fronte del Papa.... Dunque il Papa può legare come la Chiesa universale, cioè può imporre quel vincolo morale, dal quale risulti un'obbligazione che è l'effetto d'ogni legge può legare con quella forza istessa, con cui lega la Chiesa universale, essendo ratificato in Cielo il vincolo dal Papa imposto, come quello imposto dalla Chiesa universale; può legar tutti quelli che possono esser legati dalla Chiesa universale, cioè tutti i fedeli del mondo cattolico; nel qual numero son compresi anche i Vescovi, i quali non debbono essere senza insegnante. Cost intese il citato testo evangelico il concilio ecumenico di Firenze allorchè defini= Romanum Pontificem omnium Christianorum patrem, et doctorem existere, et ipsi in B. Petro pascendi, regendi, ac gubernandi universam Ecclesiam a Domino nostro Jesu Christo plenam potestatem traditam esse. Così lo intese il Concilio di Costanza, il quale tra le abiure da imporsi a chi era sospetto di Wicleffismo, e di Hussismo, prescrisse la seguente:= Utrum credat, quod Papa canonice electus, qui pro tempore fuerit, sit successor B. Petri, habens supremam auctoritatem in Ecclesia Dei. O al dottore di tutta la cristianità è concessa una vera autorità, cioè un vero diritto d'ammaestrarla, o no. Se sì, l'ammaestrato deve sottoporsi all'insegnamento; perchè il diritto richiama un dovere. Se no, il diritto è illusorio; il dottore di tutti i cristiani è dottore di nessuno; il pastore di tutta la Chiesa non l'è nemmen d' uno de' suoi membri ; l'autorità piena, e suprema, ch'esso crede d' avere, è un sogno, e, ciò ch'è peggio, Gesù Cristo lo ha ingannato dandogli un magistero, che ognuno può rifiutare, se vuole, cioè un magistero, che non è magistero.

ch'ebbe il comando di pascere e governar tutti, agnelli e pecore, ed i figli e le madri ed i pastori medesimi, pastori relativamente ai popoli, e pecore quanto a Pietro (Serm. sur l'un. de l'Egl.). Il Papa è che rappresenta la tradizione d'una Chiesa infallibile, cioè la Chiesa Romana, e cosiffatta infallibilità non è dottrina disputabile o libera; venn' essa definita da Sisto IV, la cui decisione venne anche ricevuta dall'universa Chiesa (1). E chi è, di

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(1) La fede di S. Pietro, dice Bossuet (Serm.sur l'un.de l'Egl.), cioè quella che egli ha predicata e lasciata in deposito nella sua Chiesa, vi si è sempre mantenuta inviolabilmente, ed è sempre stata il fondamento della Chiesa cattolica. La fede romana, cioè quella che S. Pietro ha predicata e stabilita in Roma, e che egli ha suggellata col suo sangue, non è mai perita nè perirà giammai. Ecco il gran segreto della promessa: Simon, rogavi pro te, ut non deficiat fides tua. Noi abbiam ricevuta questa spiegazione da' Santi Padri, e tutta la catena degli avvenimenti ce la mostra avverata. Pietro vivrà ne'suoi successori; Pietro parlerà sempre nella sua cattedra; questo è quello che dicono i Padri ; questo è quello che confermano 630 Vescovi nel Concilio di Calcedonia. = Il Papa oltre la tradizione di tutte le Chiese che comunicano a lui, rappresenta segnatamente quella della Chiesa Romana, e Sisto IV ha condannato la proposizione Ecclesia urbis Romae errare potest; condanna veramente ecumenica, perchè confermata non solo dal tacito suffragio della Chiesa dispersa, che si sommise al giudicio di Sisto IV, ma dal consenso espresso della Chiesa congregata nel concilio di Costanza, ove si legge: Impossibile enim est, quod sedes apostolica, et Romana Ecclesia, in qua est Papa vice Christi, et successor Petri ut caput residens, et collegium Cardinalium ut corpus succedens aliis similiter Apostolis in officio definiendi, et determinandi circa universam materiam catholicam, et ecclesiasticam, et errores contrarios exterminandi, impossibile quidem est, quod talis Sedes, et talis R. Ecclesia aliquid determinet et teneat pro fide catholica, quod non esset fides recta. = Oportet esse unum certum refugium visibile... ad quod universitas populi christiani de universis mundi partibus habet recurrere secure in fundamento Fidei... Et quid potius erat tale quam Sedes Apostolica, et R. Ecclesia, ubi Papa, et Collegium Cardinalium Cathedram Petri, et aliorum tenent Apostolorum? Ex hoc, exclusa omni dubietate, et differentia, securi et certi sint, quidquid Sedes Apostolica, et Romana Ecclesia tenuerit, et determinaverit pro fide catholica, quod hoc sit fides recta, et quemcumque articulum determina verit esse hereticum, vel erroneum, quod sit talis. Et quia Sedes Apostolica, et Romana Ecelesia habent eamdem auctoritatem, et easdem claves regni coelorum in universa materia catholica, et ecclesiastica cognoscendi quae vera, et catholica sint, quae falsa, et erronea... quas habuerunt Apostoli, presbyteri, et seniores tunc in Jerusalem; igitur sicut illi... sic Sedes Apostolica, et R. Ecclesia. =

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grazia, l'insegnante di questa infallibile Chiesa di Roma? certo non è che il Vescovo proprio, cioè il Papa; essa non crede che quello le vien da esso insegnato. Se il Papa errasse, o potesse errare, la Chiesa di Roma errerebbe insieme a lui; e dove sarebbe più l' infallibilità di essa? Dunque di là vengono a noi le decisioni interpetrative delle leggi di Santa Chiesa, ov'è l'insegnante preposto da Dio all' universa Chiesa con la somma di tutti i poteri, il cui oracolo si ascolta innanzi che la decisione si emani, ed ov'è nientemeno la rappresentanza della Chiesa infallibile di Roma, cioè l' infallibilità del Capo: cotesta Chiesa Romana è rappresentata non che dai Cardinali, come si sa, e che quanto alle decisioni delle sacre Congregazioni sono i giudici, ma è rappresentata dal Papa, come il Vescovo proprio di quella Chiesa. Non vo' dire certamente a questo linguaggio come l'infallibilità del Papa si estenda fino a tutte le decisioni delle romane Congregazioni, ma dico però come sia il massimo grado di certezza che si possa raggiungere per il senso vero della legge che s'interpetra, e che in pari tempo di tanta forza sia l' interpretazione da non esser dato a noi il credere contro quello che il Papa propone, come quì or ora vado spiegando. È desso il massimo grado di certezza a conoscere il senso vero della legge, perocchè è il fonte d'ogni sapienza là ove Iddio ha promessa la sua assistenza: ahi! vorrei quì un po' di esame, se omai fosse possibile, e da un lato avremmo a porre la somma delle decisioni delle romane Congregazioni, e dall' altro quella d'un Tribunale di Cassazione qualechesiasi: là nelle decisioni delle Romane Congregazioni ove sono gli errori, ed ove quelle che si contradicono fra loro? (1) Ma in quelle

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(1) Il dotto Fagnano Falsam, dice, et commentitiam esse hanc multiplicem declarationum repugnantiam; quandoquidem spatio quindecim fere annorum, quo fuimus Sacrae Congregationi Concilii a secretis, nunquam

d'un Tribunale di Cassazione, di grazia rispondetemi voi tutti giureconsulti, e quante non ne trovate voi contra-dittorie fra loro, le une distruggentisi con le altre? Non dico già nel corso di un anno, o di un mese, ma in un giorno istesso c' incontra vedere talvolta come l'istessa quistione di diritto vada risoluta diversamente dall'istesso Tribunale di Cassazione; e può avvenir questo, ed avviene, anche con tutta la buona fede di quelli che hanno a giudicare. Ma può egli avvenir questo nella Chiesa in quistioni d' interpretazione delle sue leggi? certo che no, e n'è ragione la differenza massima che corre fra le leggi umane, e quelle che o sono divine dirittamente, o hanno un rapporto più o meno intimo con esse, come son quelle che si dimandano di disciplina; e n'è ragione, a dirla brieve, l'assistenza di Dio ch'è sempre col Papa. Or dunque in quelle decisioni, comechè non siavi sempre l'infallibilità del Papa, è, e vi debb' essere la certezza massima d'essersi raggiunto il vero senso della legge conciossiachè sia egli deputato da Dio direttamente ad un cotale ufficio. Bene è vero che la fede ferma sia dovuta soltanto ad un insegnamento, ch' escluda dommaticamente la possibilità dell' opposto, ma altro è dire non esser noi obbligati a credere fermamente quanto il Papa propone, altro è l'esser liberi a credere contro quello che il Papa propone: se per poco questa libertà si ammettesse, il convincimento verrebbe sostituito all'insegnamento, e saremmo protestanti belli e fatti. Ad esser cattolici fa

contigit, ut Congregatio ex deliberatione retractaverit ullam resolutionem prius editam. Nec anteactis temporibus in scripturis et libris publicis usquam reperi, eam ex proposito recessisse a decisis, nisi in duobus casibus (ad caput Quoniam, de Constitutionibus N.° 56). E questo duplice caso è da intendere anche in cosa di poco momento ubi agitur, dice un ultimo scrittore, de legibus e quibus sequitur sacramentorum valor vel nullitas, non contingit S. Congregationem mutare decisiones suas, quibus vel validitatem vel nullitatem declaravit. Nec puto ullam citari posse iusce casus exemplum. =

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mestieri una fede in credere tutte le verità rivelate, esplicitamente proposte dal magistero ecumenico, ed implicicitamente anche le altre tutte proposte da qualunque altro insegnamento, se siano rivelate, ed in quanto le siano; ogni dottrina che c'insegna il Papa è in questa fede implicita, di che non è dubbia per noi, nè libera. Al Papa, anche in quello in cui è fallibile, Iddio non lascerà d'infondere i lumi necessarî a fin di non indurci in errorele labbra del sacerdote, ci dicono le sacre scritture, custodiscono la scienza, e dalla bocca di lui si deve ricercare l'intelligenza della legge, perchè egli è l'Angelo del Dio degli eserciti.-Suppongasi pure che un giorno sia per dimostrarsi come il Papa abbia errato in alcuna di cosiffatte decisioni; egli è certo come non spetti al privato di giudicarlo, ma sibbene al suo insegnante, com'è certo altresì che il privato null' altro abbia a fare che ricevere la Pontificia decisione e conformarvisi (1). Se dunque di tanta forza sia ogni decisione in diritto delle

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(1) Per chi abbia avuta la ventura di leggere l'opera del sig. de Rinaldis, quivi anche a pag. 90, verso la fine, non ha potuto non indegnarsi a vista delle seguenti parole = Si scriveranno dic' egli, dei libri empt contro la religione, ebbene in luogo di segnarli ridevolmente in un Indice di libri proibiti, facciamone una saggia confutazione Specchiatevi pure per un tantino, sig. de Rinaldis, in queste dottrine qui esposte da noi, e vedete di che autorità sia ogni decisione di qualechesiasi Sacra Congregazione là in Roma per il fedele vale, e deve valer più; a mille doppi, quest' autorità, anzichè la confutazione; e la confutazione, caro signore, che controveleno è per l'ignorante, per il debole, per chi è li lì sull'orlo del precipizio?

Le dottrine esposte qui di sopra son bene a considerarsi, conciosiachè vediamo com' esse non stiano sempre presenti alla mente anche di buoni autori in un opuscolo di un ottimo ecclesiastico ed ottimo scrittore, che testè vide la luce, leggemmo lodi sperticate su tutte le opere, complessivamente, di uno scrittore, le cui opere tutte vennero poste all'Indice, e che morì sventuratamente, non sommettendosi umilmente all'autorità dell' Apostolica Sedia. I dire che l' uom religioso in questo scrittore non sarà giudicato senza velo di passione che solamente dai posteri, offende l'orecchio in qualche ristampa di quell' opuscolo bello quì un erratacorrige crescerebbe la gloria, che ne ha pur troppo, a questo insigne scrittore,

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